NME – Sangue macchiato di musica

Negli svariati racconti sul metal, sul black metal, che sono stati fatti, che mi sono stati fatti, quasi tutti, se non tutti trattavano solo la scena europea, famosa per essere grondante di sangue, non sempre innocente. Secondo me Faust del resto voleva solo difendersi le natiche.

Sulla scena americana ho sentito maggiormente gag, riduzioni di generis, bibbie sporche di sborra, perché in fondo quelli sono buoni solo a sacrificare un hamburger a Mc Donald.
Che per la cronaca, a me i panini di Mc Donald fanno cagare. Meglio il paninaro sotto casa mia.

Gli NME sono un gruppo storico, capaci in un solo album di sancire come pochi altri le regole della prima ondata del black metal. Non mi credete? Andatelo a chiedere che so… a Euronymous. No aspetta, che di lui non sono rimaste manco le ossa, probabilmente.

E come ogni gruppo che si rispetti anche il loro passato è macchiato di sangue, del più rosso e innocente possibile, peccato questa sia una storia narrata solo dai pochi scavenger che militano ogni giorno nello scambio dischi, che si aggiudicano quell’lp impolverato, a un prezzo inumano (fortunatamente esiste anche una versione rimasterizzata su cd a prezzi più logici), passato sotto la punta d’un ago per chi veramente vuole sapere dove il black metal ha avuto inizio o quasi.

Era il 1986, e il loro primo “disco”, Unholy Death vede la luce. Definito da alcuni come la perfetta fusione tra Venom e Hellhammer, ma senza correre col metronomo fisso, così sporco che oggi se lo passi al bimbo metalcore della Nuclear Plast gli fai piangere sangue e cerume dalle orecchie. Per la cronaca, sto ascoltando l’ultimo dei Dying Fetus mentre scrivo, e c’è una differenza magistrale nella produzione. M’escono direttamente le lattine della coca cola dalle orecchie.

No, non è perché è stato registrato nel 1986, epoca in cui potevi uscirtene fuori con produzioni di alta qualità (se avevi anche i soldi ovviamente), ma una scelta (forse) voluta dallo stesso gruppo. Anzi, forse sarò io inesperto, ma il tutto sembra registrato in unica sessione live in studio. Tutti assieme e buona la prima, che lo studio ci costa troppo e i soldi per la droga non bastano mai.

Mai sentito un basso più vivo e sporco di questo. Sembra quasi strisci il plettro sulle corde, al solo scopo di tagliarle.

Ma quando arriva il sangue? Quello vero?

Ora ci arriviamo.

Nell’Aprile dello stesso anno il cantante, Kurt Struebing, decide di farsi la dose della vita, credo acidi, andandosene in un trip assurdo, al punto da credersi egli stesso un robot. Sfortuna vuole che invece di correre per la strada nudo urlando al gomblotto, roba tipo che l’uomo non è mai finito sulla luna e il NWO è composto da rettiliani, abbia pensato lo stesso invece della madre, che anche lei fosse un’automa, ma per accertarsi di avere ragione o meno, decide d’usare il metodo meno ortodosso possibile: aprirla con un’accetta e delle forbici.

Non c’era niente nella sua musica che lasciasse presagire la tragedia. Eppure col senno di poi molti amici scrollarono le spalle dicendo: ‘aveva seri problemi col cervello’, per dirlo in maniera spicciola. Ma in fin dei conti cosa gli sia passato veramente per la testa in quel momento lo sapeva solo lui.

Leggendo per la rete si sente parlare addirittura di stupro, libri di magia nera e commenti tipo ‘la musica me l’ha detto’. Il tempo distorce la verità, e io credo solo a metà di quello che ho detto.

Condannato a dodici anni di carcere per omicidio di secondo grado, ne sconta solo otto; però i demoni di quel giorno non lo abbandonano mai più, e nel marzo 2005 semplicemente si getta giù da un ponte con la sua macchina. Ma anche qui, se un incidente o suicidio, la verità la conosce solo lui.

Di Kurt e degli NME ci rimangono solo le sue grida e i suoi riff registrati per sempre in un disco ben trentuno anni fa, ma capaci d’aver influenzato una scena musicale all’epoca ancora agli albori.

I suoni non saranno brillanti, come forse i bambini di oggi sono abituati, ma certo lasciarsi sfuggire gli NME è la più grande offesa rivolta al true black metal.

Un ascolto più che consigliato. Signori la musica che supera il sangue.

Esiste anche un secondo disco uscito post carcere, ma facciamo finta non sia mai esistito, ok?