Ecco il vostro cavallo preferito (a livello equinime, oserei dire). Lavoro non lavoro. Sapete che sono disoccupato a partire da oggi? Fatico a farmi un’idea, per il momento. Ho le mie crisi nervose, come sempre. Litigo, piango, mi dispero, poi prendo il cellulare, metto in piedi dieci progetti musicali inverosimili e dopo stacco e non mi faccio più trovare per i prossimi due mesi.
Perché lo faccio? Non lo so. Sto male, cazzo. Mai stato così fuori di testa. Ora sto scrivendo e devo sbrigarmi perché la mia voglia può finire da un momento all’altro. Magari mi fermo, butto tutto nel cestino e addio. Che altro volevo dirvi? Avevo un contratto a tempo determinato. Potevo firmarne ora uno nuovo a tempo indeterminato. Ho deciso per il no. E sapete perché? Perché sono stufo e non lo trovo per niente giusto. Che ci è preso a tutti quanti, mi domando. Trent’anni fa, ragazzi più piccoli di noi sono scesi per le strade a lanciar bombe e ora noi siamo qui che ci facciamo servire piatti di merda dai datori di lavoro. Ti pago tre ore, al minimo sindacale, ne farai dieci al giorno. Niente ferie, niente tredicesima, niente quattordicesima, niente TFR. Ogni tanto portami tua moglie a farmi un pompino mentre tu mi spolveri la scrivania. Ti può andar bene?
Certo, devo pur mangiare. Mangiare cosa? LAMMERDA! Smettiamola di fare così. Iniziamo a rifiutarle queste condizioni. C’è uno strapazzo di limite o no? Dite: è una parola? Lo so, vi sento… il mutuo, i bimbi, la scuola, l’affitto… ma cazzo, come vi aspettate di cambiare le cose se continuate a dire sì? Vi andrebbe un lavoro per 800 euro al mese, dieci ore al giorno, dieci minuti per pranzare e cinque per pisciare? Dovete scegliere bene il momento perché la vescica vi è permesso di liberarla una volta sola. Che ne dite? Vi farebbe comodo? E come pensate di sentirvi ogni mattina?
E se trovate il datore che vi paga tutto quello che deve pagarvi, il santo della situazione che vi sistema ogni cosa: contributi, ferie, quello che volete, non gioite, idioti! Perché costui sa di concedervi non quello che è nel vostro pieno diritto ma quello che a oggi è il vostro pieno privilegio. E quindi non ammetterà lagnanze, scuse, rallentamenti, sbagli, malattie. Dovrete essere Cyborg sul lavoro, altrimenti quella è la porta.
Almeno… Almeno però… Almeno…
Almeno queste grasse palle di Satana. Cominciamo a cambiare la situazione dalle parole. Levate ALMENO in ogni frase in cui si parla di lavoro vostro o altrui. E non barate con i sinonimi. Se non altro, alla fine, tutto sommato… non vale se dite così.
Datori di merda? Anche… ma più che altro i Romeni di merda che ci rubano il lavoro e portano via le nostre do… Cosa? Ma che cazzo dite? Ma non ci rubano il lavoro, idioti. E se le volessero, io le nostre donne gliele regalerei. Tanto quelle donne non sono nostre, non sono mie. E possono darla a chi gli pare. Non prendetevela con i cingalesi nelle cucine dei ristoranti che vantano di servire la tipica dieta Sarda. Gli Srilanka nelle trattorie romane che cucinano la pajata. Non sprezzate i Bangladeshi appollaiati uno per uno a una pompa di benzina, in attesa di un buco da infilare per due spicci. Accettano ciò che voi non accettereste. O magari adesso sì. Ora, dopo quindici anni che lo dicevate tanto per dire, sono davvero loro la concorrenza. Ora che fareste i manovali, i badanti, le puttane. Adesso sì che vi inculano il lavoro. Ed ecco che ora anche a me viene sopportabile un lavoro da romeno.
Ma i datori? Schiavisti del cazzo? Oh, ma i datori sono costretti. Pagano il 60 per cento di tasse su quello che guadagnano, sai? Come possiamo aspettarci che agiscano diversamente?
Allora chi devo prendere a calci nel culo? I politici? Ma andiamo, i politici ce li mettiamo noi lì a fare i figli di puttana. E non ditemi che credevate in loro. Puzzano di merda persino da dentro il cartellone elettorale. E non sto generalizzando. Ci sono cose per cui non esiste più il concetto di generalizzazione. La merda puzza di merda. Non sto generalizzando. I limoni sono aspri. Giggi D’Alessio ha scritto solo musica lassativa. I politici sono corrotti e cialtroni. E non uno. Tutti. La parola POLITICA mi suona come PEDOFILO. Trovate un bravo pedofilo. Eleggete un pedofilo che lo sia meno degli altri. O che sia onesto e ligio. Mettere un uomo nelle stanze del potere è come infilare un ciccione in un negozio di caramelle. Come un pedofilo in un asilo. Lo sapete voi e lo so io. Quindi non aspettatevi nulla NULLA dai politici. E NON ASPETTATEVI UN CAZZO DAI DATORI DI LAVORO. E smettetela di dare a loro ciò che si aspettano da voi. Almeno… Sì… certo… Leggetevi Post Office di Bukowski tutte le mattine prima di recarvi nel vostro schifoso e misero posticino di lavoro. Ficcatevi in testa, comunque possiate, che dovete, dobbiamo ribellarci a questo, dire no. Patire la fame, cazzo, ma dire no. E ve lo dice uno che non ha mai avuto voglia di fare una ceppa, quindi immaginatevi la sofferenza che provo in questa fase della mia vita.
Che poi un piano di riserva bisogna averlo sempre. Per dire, c’è chi va alle Canarie e chi si butta col Movimento Cinque Stelle. Io divento Cavallo una volta per tutte.
Italiani brava gente, smettetela di essere uomini e diventate equini. Ma non fatevi imbrigliare. Correte, liberi, maestosi, a cazzo lungo, piegate per i verdi pascoli della Tolfa.
No, vero? Ma voi altri state messi proprio di schifo. E sapete cosa? I vostri figli non vi giustificheranno. Loro agiranno. Moriranno per una vita migliore. Quella che voi, noi, non gli stiamo dando. Fanculo!