CANNABIS CORPSE – METALLO FUMATO ALLA MORTE

La prima volta che sentii parlare dei Cannabis Corpse fu nel 2009, freschi di pubblicazione con l’EP The Weeding. Quando il mio amico me li nominò non potei commentare che con un ‘ma mica mi stai prendendo per il culo? I Cannabis Corpse?’. Ma questa non è la storia d’un amore a prima vista, tutt’altro.

Nonostante la buona impressione ricevuta dal loro From Wisdom to Baked, non mi hanno mai fatto gridare al miracolo per originalità.

Sono convinto che se al posto di erba parlassero di cimiteri e zombi e invece di Cannabis Corpse usassero un nome improponibile che cita genitali mutilati, il mondo non se li sarebbe scagazzati neanche di striscio relegandoli nel giro dei gruppi death metal con il frigger al post del cuore.

Però è vero, fanno ridere, ma a patto di badare bene ai testi; per la serie se non leggi le lyrics godi solo a metà.

Nati come progetto minore di Land Phil, bassista dei Municipal Waste (che per la cronaca proprio non li digerisco) dovevano rimanere un progetto parodia dei Cannibal Corpse. Ma va, non si era capito vero? Non solo il nome del gruppo, ma anche quello dei singoli pezzi è un rimando al gruppo floridano, basti pensare a titoli come I Cum Bud, Staring Through My Eyes That Are Red e I Will Smoke You, tutti tratti dal primo album Blunted at Birth. Hanno scimmiottato più titoli loro in un album che il mercato del porno in un decennio.

Pubblico e critica rispondono positivamente, concedendogli una seconda possibilità con il secondo lavoro Tube of the Resinated.

Un ascolto piacevole la sera con gli amici, specie se accompagnato da un giro di ganja. A parere di chi scrive un lavoro che si consuma alla velocità di un neurone a Glasgow.

Sono esattamente come una bella canna: una volta che il giro finisce te ne devi preparare un’altra.

Il terzo lavoro Beneath Grow Lights Thou Shalt Rise tenta di allontanarsi dall’ombra dei Cannibal Corpse aumentando il range di gruppi citati nei titoli. Il risultato, se vogliamo tenerci con le metafore inalanti, direi che è leggero come se per errore mi avessero passato una sigaretta invece che il solito cannone.

Incompleto, scialbo, già sentito. Solo perché gli amici del bar ti dicono che sei bravo non significa che tu lo sia veramente. E potrei utilizzare lo stesso pensiero anche con i Municipal Waste. Per quanto death metal poi, la copertina ricorda quasi un album thrash metal e questa non è mica una quisquilia come un profano potrebbe credere.

From Wisdom to Baked, invece non è male. Il nuovo chitarrista Brent Purgason (che ora scopro essere già EX) porta aria nuova a un gruppo in affanno forte peggio di un fideista del fumo alla metastasi.

E From Wisdom to Baked riapre il giro, come quel tuo amico che si controlla le tasche e fa’ ‘raga, niente è andato perso. Ce ne è ancora per un altro giro’. No, meglio è come La Rivincita dei Nerd dopo che sono rimasti bloccati sull’isola e trovano le piante di marijuana.

Non drogarti, ascolta i Cannabis Corpse.

Se poi te la passano, fatti un tiro.