Questo articolo parla dei Regurgitate.
Se i Carcass non avessero abbandonato il goregrind per lanciarsi nella scena death metal con quel capolavoro (perché altro non può essere) di Necroticism – Descanting the Insalubrious, probabilmente avrebbero scritto e inciso Effortless Regurgitation of Bright Red Blood, precedendo di diritto i Regurgitate. Peccato (o fortuna? E che sono pazzo?) che nel ’94 i Carcass decisero invece di pubblicare quell’altro must di Heatwork. Ma questo non è certo il capitolo dedicato a loro e scusate. Siamo qui per parlare dei rigurgiti svesesi aka i Regurgitate, yeah.
Quando uno sente parlare di Svezia il suo primo pensiero va alla scena death metal. Agli Entombed e tutti quei parti abnormi che hanno segnato la scena metal mondiale tra la fine degli anni 80 e gli inizi dei 90.
I Carcass come detto poc’anzi avevano lasciato vuoto il trono del miglior gruppo goregrind. Un trono conteso come in La spada nella roccia. I numerosi combattenti hanno cercato invano di conquistarselo di pugna grind, fallendo miseramente ai piedini felpati della poltrona.
Ma i Regurgitate
Se gli Exhumed tutt’oggi vengono additati come cloni dei Carcass, mi si dica allora i Regurgitate di Effortless Regurgitation of Bright Red Blood cosa diamine dovrebbero essere ? Figli bastardi degli inglesi da giovani, devono essere stati come quei ragazzini maltrattati dai nerd. Tutti secchioni che si ascoltavano solo death metal europeo sognando grandi palchi come quelli degli Entombed. Loro no, si sono distrutti i vinili dei primi due Carcass fino a raccoglierne i frammenti e conficcarseli nei timpani.
Non sto minando il loro operato additandoli come anonimi emulatori, anzi è un chiaro esempio di come si debba suonare un album goregrind oggi giorno. Però non è che si siano lontani più di tanto dall’ombra del re. Il frutto non cade lontano dall’albero, certo. Per fortuna a detta di chi scrive si riprendono sei anni dopo con Carnivorous Erection.
La copertina è così oscena da nascondere nella gazzetta, come si faceva con le riviste porno comprate in edicola. Disco coronato poi da un titolo che quando la tua ragazza ti chiedeva cosa diamine stavi ascoltando (perché tutti noi ascoltiamo i Regurgitate con la nostra morosa. Io almeno lo faccio davvero) divagavi parlando di api e fiori.
I Napalm Death che si danno al gore, ecco come definisco tutt’oggi quell’aborto fetente di Carnivorous Erection. Vi vengono lanciate pure le prime base del gorenoise (Ruptured Remains in a Doggybag), votazione al grind più veloce e sopratutto le voci.
Non più solo greve growl d’accompagnamento, ma raffigurazioni di gargarismi atti a simulare lo sfacelo degli intestini squartati mentre sangue zampilla da una gola strozzata. Vomito sonoro, forse pure primo accenno di quel distante futuro grindcore bistrattato dai fan.
Il declino
I restanti due lavori non li ho mai considerati più di tanto per ovvie ragioni. Con Deviant fanno il passo falso, decidendo d’allontanarsi dalla scena gore. La mia non è una critica, un artista è libero di fare quello che vuole della sua esistenza. Avendo però costruito un gruppo su base goregrind non puoi rivoluzionarti come un ellissi a 360° a tuo piacimento senza che il pubblico storca il naso.
Al massimo crea un nuovo progetto come fanno molti distante da quello principale. I rischi sono alti, ma le vendite e i consensi ne gioveranno di sicuro. Morale della favola è piaciuto a pochi. A me no.
Il colpo è stato duro da digerire e Sickening Bliss torna alle origini proponendo una copertina deviata sì, una donna che culla il proprio intestino, ma lo shock non è come quello delle origini.
Per favore, ormai non ci spaventiamo neanche se metti in prima pagina la foto d’un pedofilo in azione.
Inutile dire che da allora, a parte qualche live, in studio non sono più tornati.
In conclusione potreste pure chiudere la vostra esistenza senza andarci troppo dietro ai Regurgitate, a patto almeno di finire in bellezza la vita ascoltando Carnivorous Nausea. Non solo migliore album della loro povera discografia, ma pietra di paragone nella scena goregrind.
Se non sai fare di meglio impiccati col tuo intestino.