Gli U2 sono una band rock irlandese che conoscono anche i cavalli.
Alla fine degli anni 70, mentre il mondo del rock si scuote di dosso il torpore grazie alla rabbia idrofoba dei Sex Pistols e la protesta grintosa dei Clash, in un liceo di Dublino quattro compagni di scuola decidono di mettere su un complesso punk.
Sono il cantante Paul Hewson, in seguito ribattezzatosi Bono Vox; David Evans il chitarrista meglio noto come The Edge; Adam Clayton al basso e Larry Mullen Jr alla batteria. Come primo nome scelgono Hype ma a breve preferiscono qualcosa di più evocativo: U2, dal famoso aereo spia americano. Non è sicuro però che sia questa la fonte di riferimento. C’è chi ipotizza che sia un omaggio alla linea metropolitana irlandese. Addirittura potrebbe trattarsi dell’inoffensivo equivalente fonico “you too” (anche tu). Nessuno l’ha mai capito del tutto.
Da cover band a band da coverizzare
All’inizio si danno da fare con le cover degli Stones, Marc Bolan e Peter Frampton. A breve sviluppano canzoni proprie rubacchiando dai Pink Floyd e i Kinks, i Clash e la new wave inglese. Suonano moltissimi concerti e grazie a un concorso vinto, incidono un 45 giri intitolato Three che ottiene successo.
La CBS si accorge di loro e decide di fargli incidere un EP e un album completo, Boy, sotto l’egida di Steve Lillywhithe. Costui produce anche il transitorio October e il più maturo e molto apprezzato War.
Questo terzo disco trasporta la band dalle esibizioni nei club, anche davanti a poche decine di persone, dentro gli stadi. Sunday Bloody Sunday è un grosso hit, così come New Year’s Day, ispirata alla rivolta in Polonia guidata da Solidarność, all’inizio degli anni ’80.
Il successo di War spinge la band a una svolta. Gli U2 sentono però che Lillywhite non è la persona giusta per il vero salto e quindi, mostrando un certo coraggio, lo scaricano andando contro la volontà della CBS. Si rimettono al genio di Brian Eno, famoso per essere stato un membro della glam band Roxy Music, come produttore dei Talking Heads di David Byrne e artefice della “rinascita” artistica di David Bowie.
Lui e il suo fidato collaboratore Daniel Lanois costringono gli U2 a un ritiro forzato in un vecchio castello irlandese per strapparli alla vita comoda e alla mondanità e vedere che riescono a fare. L’album nuovo si intitola Unforgettable Fire (1984) e, anche se nessuno all’inizio lo penserebbe, diventa un trionfo.
The Big U2
La band collabora con la coppia Eno/Lanois anche per i due dischi successivi: The Joshua Three (1987) e Achtung Baby (1991). Il primo è una rivisitazione personale del mito Americano. Il secondo, più sperimentale ed estremo, apre le porte degli U2 agli anni novanta confermandoli come la più grande rock band in circolazione.
Con Zooropa e Pop il cambio di immagine diventa ridondante ed eccessivo, soprattutto nel secondo, dove con l’aiuto del produttore Howie B. (Bjork, Tricky) si convertono in modo davvero sfacciato alle sonorità techno/dance. Il pubblico proprio non apprezza e da quel momento avviene un graduale ritorno alle origini con album sempre più prevedibili e autoreferenziali.
Gli U2 hanno ancora un enorme successo in tutto il mondo, ma non più le idee. Inoltre, la componente contestataria e battagliera dei primi anni si è persa in un quadro troppo mondano e politicizzato. La costante presenza di Bono al fianco degli uomini più potenti d’occidente, con relative strette di mano e sorrisi gongolanti, ha reso poco credibili le pose anticonvenzionali e ribelli che il singer tiene sul palco o nei videoclip.
I biglietti esorbitanti degli spettacoli dal vivo stridono con i messaggi di sensibilizzazione sul problema della fame nel mondo. Gli U2 sembrano essere l’unica band ancora convinta che la musica possa cambiare gli equilibri mondiali e migliorare le cose. Tutto questo però ormai è troppo difficile da credere per un pubblico abituato alle ingiustizie sociali.
All’inizio del nuovo millennio il diavolo ha vinto e la musica rock è un massiccio attacco sonoro usato più per stordire e isolare che per accendere le coscienze. Gli hippie si sono quasi del tutto estinti e le droghe non aprono più la mente, la divorano e spappolano. Le tendenze ecumeniche e idealistiche dei quattro “dubliners” U2 producono sterili polemiche e tanto sarcasmo.