Domani sera,dopo le dieci, partirò per la quinta volta alle porte del Lucca Comics. Nel corso di questi ultimi anni, dalla prima volta nel 2012, sono mancato solo all’edizione 2015, perdendomi purtroppo la performance dei Nanowar Of Steel quei dì, ma recuperando almeno fumetto, amicizia e (sopratutto) alcol l’anno seguente.
Conservo un ricordo prezioso d’ogni edizione a cui ho partecipato… che va bene sono solo quattro, però per uno della mia ‘mole’ sono molte; mi si creda. Parliamo comunque d’una fiera che occupa molti giorni, quest’anno come il precedente ben cinque, e si sa il lavoro non sempre permette pazzie simili, sopratutto se non ce l’hai, c’è poco, i soldi latitano e devi decidere se comprarti l’action figure o costruirtela con le lattine della birra. Un po’ come fecero i Red Fang con le armature in quel video, solo che il mio fegato non è d’accordo.
Nei post andati del blog ho parlato più volte delle mie scorribande tra cosplayer e stand, tipo quella volta che mi sono visto con Padre Cavallo & Family assieme anche alla nostra Sasha Grinch, mentre un certo Stefano Silvestri ci passò dietro le spalle. Tocco ferro.
Lucca è stato un tassello importante che ha consolidato nel tempo i rapporti tra noi Sdangheri. Una spina sradicata dalla presa dei problemi di vita quotidiana. Una diarrea cronica di chi vive nutrendosi di solo Kebab per più giorni. Un carnevale marrone nel mio gabinetto.
Il gruppo quest’anno sarà composto non solo da Monsignor Cavallo e signora Cavallo, ma anche dallo Zombie Sdanghero e signora che se lo sopporta. Sette giorni infernali, perché si parte il giorno prima e ci si ritira il giorno dopo. Il disagio nella sua distillazione pura, come bere alcol puro e non vomitare anche l’intestino.
Ma non vivrò di solo kebab, ramen istantanei e stand hentai. Un paio di giorni li dedicherò a libera equitazione tra Prato e Firenze, perché che dir si voglia voglio tornare a mangiare cinese e visitare una delle città che più adoro. Ed è anche una scusa per andare a salutare il mio mentore.
Ci sono cose di cui mi vorrei lamentare? Parecchie, poche, nessuna, ma mi son detto ‘cazzo no, teniamocele per il ritorno’. Che mi metto a sputare al cielo prima di salire sul treno? Perché sputare in un cesso in cui m’abbufferò a piene mani? Leccando anche sotto le unghie appena tagliate, tranne quelle dei pollici che stranamente sono quelle che porto sempre più lunghe. Non nego di mangiarmi tutte le unghie, tranne appunto quelle.
L’hotel si prospetta da subito un disagio, sto già piangendo all’idea d’andare lì, ma se economia vuoi fare un po’ deve far cagare. Noto che parlo copiosamente di merda. Si vede che sti giorni defeco bene.
Dove trovarmi e quando trovarmi? Ovunque e in nessun luogo, perché la meta è sconosciuta. Posso confermare fin da subito la mia presenza allo stand Magic Press, perché voglio assolutamente il libro dei 400 calci. Mi piacciono le cose inutili come libri, cd e fumetti. Poi probabilmente troverete un cavallo (poco) e Cthulhu (di più) random tra le strade, col suo fido chiodo a proteggerlo dalle intemperie. Qui da me si preannuncia un inverno glaciale per dire. Basta urlare il verso del cavallo e sarò subito disponibile per strette di mano, gamba, calci, risse, insulti e birra (offerta; sono povero).
Il Sabato sicuro sarò sotto il palco per godermi la performance dei Morrigan, non la mia tazza di tè, ma una scusa al bar con gli amici per menarsela sull’apertura analmentale.
Ci si rivedrà forse con un report di quello che ho vissuto, mentre amici e parenti forse potranno godere di foto random sui social network, perché no. Per una volta facciamo i normali e ci facciamo i selfie? Mmm… no.
E ricordate sempre: che verso fa il cavallo? Cavallo.