Commento di fine anno all’inizio del nuovo anno…

Sabato scorso, il 23, ero a un evento anti natale a Bari. È la terza edizione che fanno, la prima a cui partecipo. Io e gli amici ci siamo detti ‘ma sì, è sabato sera. Andiamoci a divertire. Sfasciamoci a merda. Il giorno dopo ho vomitato pure l’anima. Non ho bevuto chissà cosa poi. Una bottiglia di spumante in quattro, amaro… non so quanto, credo mezza bottiglia, forse meno e più di due litri di birra rigorosamente dai 5° in su. La colpa è sicuramente che tra poco compirò trent’anni. A Marzo.

Mi sono chiesto, cosa ho realizzato in questi trent’anni? Cosa ho realizzato quest’anno? Cosa mi aspetto l’anno nuovo? La risposta è una e trina: un cazzo di niente.

Niente buoni propositi di fine anno ne ricordi gioiosi, seppur di questi ultimi a dire il vero ne abbia, perché è inutile starsi a porre degli obiettivi; tanto non ne raggiungerò nessuno. Mi conosco. Non riesco neanche a mantenere la promessa di non masturbarmi per due giorni. Dopo tre ore sono col cellulare a cercare ragazze che fanno cose che non posso dire se no google ci blocca di nuovo.

I miei buoni propositi me li tengo per quando sarò sul letto di morte, così da fare il figo come i film drammatici e la gente che mi vuole bene che si strazierà pur di soddisfare l’ultimo desiderio di quello che sono stato: un fottuto culo pesante. Perché fare io in vita quello che possono farmi gli altri quando starò morendo?

Qualcuno poi starà pensando ‘E i dischi di fine anno?’. Ne ho sentiti, ma pochi metal, e ancora meno usciti quest’anno. I Godflesh finalmente li ho capiti dopo anni di tira e molla, I Septicflesh hanno giocato facile secondo me, copiando dal precedente album con giusto qualche piccola differenza. Con i Cannabis Corpse la fiamma del bong non conosce pace, mentre i Cannibal Corpse credo siano la mia unica certezza nel mondo death metal. Ho rivalutato il punk russo, seppur fermo a soli due gruppi, con lo stesso cantante in comune, il rumore è stato più amico quest’anno del passato. Ne ho creato di meno, ne ho ascoltato di più. E lo so che sono usciti molti dischi di cui non ricordo il nome e non mi sarebbe bastato neanche l’anno prossimo per ascoltarli tutti, ma ho rinunciato a stare dietro al disco, perché come per la lettura, correndo non assimilo niente, e tutto si riduce a dati incapaci di rimanere impressi nei miei neuroni.

Un ultima postilla. Quando fate un evento antinatale, fatelo il ventiquattro di Dicembre, perché dopo discorsi su anarchia, scie chimiche, gomblotti e NWO, vedersi festeggiare l’anti natale il 23 di Dicembre suona come quando il Cappellaio Matto festeggiava il suo non compleanno. Lo posso fare pure io ogni giorno dell’anno.

Grazie, Cavallo Goloso. Ora tocca a Padre Cavallo dare la benedizione. Sapete no che ho passato un anno difficile? Il mio matrimonio è finito dopo dieci Sansilvestri, è morto Warrel Dane, ho trovato lavoro, vivo di nuovo in casa dei miei. Mi ci mancherebbe un bel tumore allo scroto ma non oso immaginare le cose prelibate che il destino bastardo porco abbia in serbo per me, quindi lasciamo perdere…

Diciamo che da quando ho trovato Satana la mia vecchia vita è andata a farsi fottere. Distruzione per rinascita, cambiamento è vita. Tutto secondo i piani, quindi… dovrei ritenermi soddisfattissimo. Ora dovrebbe venire la parte delle immense ricchezze, le donne a catafascio e il mio ingresso nel jet-set. Staremo a vedere. Padrecavallo Awaits!

Insomma, il 2017 sarà pietra di paragone per il resto della mia vita. Nel 2019 dirò una cosa tipo, ehi, cazzo, quest’anno è stato uno schifo ma nulla se confrontato al 2017! Oppure, ahi, mi sono fatto male al piede con questo mattone che mi è sfuggito di mano ma per fortuna il 2017 è finito. O magari, ahi, che disappunto, quella ragazza che attraversa la strada ha un culo degno del mio 2017. Cose così…

C’era un tipo che frequentavo anni fa. Aveva un sacco di tic e spesso ripeteva compulsivamente certe frasi. Sapevano di scongiuri ma erano chiari segnali di autismo. Quando gli capitava di pensare a qualcosa di sgradevole o gli si parava davanti una persona o un fatto che lo riconducesse a certi brutti eventi passati, lui si toccava la spalla con la punta della lingua, sputava a destra e poi mormorava con un ghigno: “mai come quell’anno!”

Era difficile andare d’accordo con questo tipo, specie quando dimenticavo di mettermi alla sua sinistra e i pensieri negativi lo folgoravano ogni tre secondi. Ora però un po’ lo capisco. O meglio, quasi. Non ho idea cosa volesse fare con la faccenda della lingua e la spalla. Magari il 2018 mi darà lumi su questo, chissà?

Ha insistito Ruggiero per un post di fine anno. Io avrei voluto sorvolare direttamente al 2 o al 3 con un articolo che non desse alcuna importanza a questo fottuto 2017.

Ma alla fine eccomi qui.

Oh, non esageriamo, ci sono state anche delle cose positive, sapete? No, non ho fatto il test dell’HIV e nemmeno quello dell’Epatite. Dite che dovrei farlo? Ma io non credo. Dicevo, ci sono state cose positive, tipo…

Proposito per il nuovo anno: continuare così. Il mondo dovrà adeguarsi a me.

Cosa? Ah, sì… Le uscite metal. In questo 2017 mi vengono in mente gli Eclipse, i Pain Of Salvation e i Vulture Industries. Vado sulla fiducia per il nuovo degli Arch Enemy e  dei Tribulation.

Per capodanno credo che mangerò un sacco di pizza con le mie bimbe e la accompagnerò con abbondanti tazze di camomilla.

Benedico ogni testa degna!