Ma non solo, se volete potete trovare dei clippini alla Vasco in cui reinterpreta vecchi inni pop e raggae; rivaluta la FIAT Panda; stronca preliminarmente il film Lords Of Chaos; e sbanda come suo solito tra complottismi, il sistema bancario vatusso, il cancro del multiculturalismo, i bei tempi delle SS e una svalutazione senza pietà della scena Black Metal Norvegese di inizio anni 90. Nel mentre realizza dischi, giochi di ruolo, pseudo-assalti terroristici e film veri, in una girandola produttiva e mediatica incessante.
A parte queste robe mi domando cosa faccia Varg il resto del tempo. Si aggira per i boschi intorno casa in tuta mimetica, uccide un cervo e poi prende in braccio uno dei suoi biondissimi figli, sempre a portata di mano? Basta allungare le mani e viene su un putto biondo dal pratino all’Inglese del piccolo regno di Burzaland.
A suo modo Vikernes è una persona realizzata e soddisfatta di sé. E in fondo non fa nulla di diverso dagli anni del carcere. Essendo un narcisista lui sta bene così, sempre e comunque. Il mondo attorno incancrenisce e crepa; lui se la gode.
Negli anni 90 non c’era internet e Varg era costretto ad accontentarsi di far intercettare letterine deliranti ai fans, guadagnare attenzione mediatica abbonandosi a qualche club del nazi moderno oppure inviava minacce in giro o scriveva guazzabugli mitologico-razziali. Ha sempre avuto un sacco di cose da fare, Varg.
Oggi lui, nato per il mondo social, ci sciala. Tutti i malati di selfie prima dei selfie che cazzo facevano per manifestare al mondo la propria narcisolalìa? Varg si inventò Burzum. Oggi non ne ha più bisogno. Lui ora è Varg. Il caro vecchio, Vargy.
Ormai è una macchietta, direte, ma è una sua precisa scelta. Ha capito che i meme su di lui hanno un gran successo, la gente sembra quasi guardarlo con un certo affetto, tipo un social-micio. Lo si vede brontolare vecchie hits degli anni 80 davanti alla webcam mentre sgambetta nell’aia, a uso e consumo degli ammiratori e detrattori, e nessuno domanda più cosa stia combinando. Tutti si divertono molto. Persino lui, sembra.
Già vederlo ridere è stato uno shock per la generazione del 1978. Non credevamo ne fosse capace. Ora che canta pure Cindy Lauper altri dieci anni di analisi non ce li leva nessuno.
Il bello infatti è che Varg non può fare nulla di dannoso per la propria immagine che non abbia già fatto. Ha ucciso un uomo, che altro deve combinare? E l’omicidio è recepito dalla gente alla stregua di un’opera creativa come le altre. Beh, c’è Malmsteen che lo preferisce come assassino piuttosto che come compositore, per dire. Se squarta un villaggio la gente dirà: tipico di Varg. Se progetta attentati e lo beccano? Ok, ne ha combinata un’altra, quel malandrino!
Molti sanno che è stato arrestato in Francia con l’accusa di preparare una strage ma pochi sono al corrente che era tutto infondato. Non conta. Il mondo preferisce la prima parte. Quel buon matto nazista di Varg Vikernes e le sue mirabolanti coglionerie!
Sta gestendo il suo personaggio come farebbe uno scafatissimo agente di market media americano: si offre al pubblico in una veste inaspettata, casalinga, buffa, amichevole. Quando era il piccolo fiammiferaio cattivo, i ragazzini metallari lo ammiravano e lo temevano. Il giorno che venne fuori l’omicidio molti si allontanarono da lui ma restarono impressionati. Oggi c’è da chiedersi che senso abbia tutto quel casino, a parte far guadagnare i dollaroni al cinema americano, vendere magliette ai cingalesi e ritrovarsi alla mezza, all’addiaccio dentro una vecchia UAZ, con quella barba da solengo, a spiegare ai fans come si conquistano ragazze o perché sarebbe bello ripristinare le SS.
Non c’è niente che si possa fare per lui. Per dire, non l’ha salvato neanche la fica! Ora avrebbe (in teoria) una vita sessuale eppure continua a far guai; e sua moglie con lui! Burzum è contagioso! Pensavo che quella povera santa che se l’era preso lo tenesse lontano dai casini e invece no, lei lo supporta! Me li vedo tutti e due a gironzolare nei boschi e parlare con i troll e gli elfi, come in un film della Disney. Anche qui non c’è scampo per gli ebrei.
La Norvegia è un grande paese nella produzione di psicopatici pop: ricordate Breivik? Dal punto di vista di Vikernes le stragi di Oslo avrebbero potuto essere salutate con gioia e ammirazione ma Varg è sempre stato competitivo con gli assassini compaesani. Al tempo in cui Bard Faust uccise il fro… il gay che tentò di adescarlo nel parco di notte, Vikernes non mostrò grande rispetto e prese in giro il batterista degli Emperor per non essere all’altezza del proprio gesto e comportarsi invece da vigliacco, nascondendosi alla polizia come in un episodio qualunque dell’ispettore Derrick. Poco dopo mostrò lui all’amico e a tutta la cricca dell’Inner Jerkol come si comporta un tipo tosto. Uccise Euronymous eccetera eccetera. Allo stesso modo, dopo che Breivik è stato arrestato, Varg l’ha stroncato a morte definendolo: emissario degli ebrei.
E comunque io sono trent’anni che bene o male subisco le sparate di Varg e mi domando una cosa: esattamente che cazzo sta cercando di comunicare? Non sono più un pischello impressionabile. Va bene, la ribellione. Ok, viva Satana! Ok, Hitler era un fico. Ok, il signoraggio bancario. Ma che altro? C’è la sua musica (orrenda), i suoi roghi (ridicoli), il suo omicidio (patetico), il suo arresto (grottesco), il suo razzismo (idiota), il suo gran casino…
Ecco un uomo di 50 anni, padre di famiglia, che continua a gestire se stesso con la stessa imbecillità di quando aveva 16 anni. La sola strategia è nel restare al centro dell’attenzione. Per favore, dategli retta! Non ignoratelo. Io credo che i social abbiano dei lati positivi. Sì, perché uno come Varg, se non avesse avuto la sua telecamerina e il suo piccolo fottuto canale you tube, probabilmente avrebbe organizzato sul serio un attentato in Francia pur di sentire ancora addosso lo sguardo morboso e intimidito del mondo!
Lui ha sempre vantato una sorta di coerenza, sia sul piano artistico che ideologico ma il solo collante che vedo tra l’accoltellamento di un amico che gli doveva dei soldi e i suoi video-blog sia la paura di non esistere più nella testa del mondo.
E il mondo per contro si prende la sua vendetta e vende magliette di Burzum a ragazzi di colore, mulatti ed ebrei che ci si selfano su facebook con le cornine in alto. Danko Jones ha detto: attenti bambocci, quel tipo è un razzista e voi lo state supportando!
Io credo che lo sappiano.
Il vero mistero del mondo d’oggi è tutto in questo fatto. Avere 20 anni, sapere che Burzum odia quelli della tua razza, comprarti la sua maglietta e fartici vedere su facebook. In un certo senso è quasi un dispetto per lui, ma io temo poco consapevole da parte di chi lo compie.