Mal contro Furia! Un’intera carriera per un cavallo!

Io vorrei salire su te
e con te mezz’ora sarei
il capo dei banditi

Ogni tanto arriva una nuova dichiarazione di Mal contro Furia ma Furia non dice mai nulla di Mal. Povero cavallo caffeinomane che gareggia con i Jet e si fa ingroppare da qualche potenziale monellaccio. 

Se lei potesse parlare magari direbbe che tutto sommato essere declamata da quel belloccio stagionato con l’accento terribile al tempo non fosse proprio il massimo che si aspettava dalla vita. Avrebbe preferito, che so, Mino Reitano o un altro giovane di nuovo pelo tipo Pappalardo (molto pelo) e invece le è toccato quell’anemico britannico, sempre pronto a smerdar Furia e darle la colpa di tutto il successo e dei soldi e la rendita di popolarità che ancora tiene lo in piedi.

Mal di piedi.

Noi possiamo capire il risentimento per un successo che ha finito per fagocitare un’intera carriera. Insieme a Mal ci sono stati numerosi casi di ripudio e sprezzo. Viene in mente Lidia Ravera e gli anni difficili passati a mandar giù la perenne associazione con dei suini volanti; Jani Lane e la sua indigestione da torta alle ciliegie con pompini maledetti; Roman Polanski e l’insofferenza a Rosemary’s Baby coesistente nella stessa dimensione di Paolo Limiti.

Eppure tutto questo non ci rende commossi dal dissidio di Mal, sempre pronto a sfruttare Furia, anche se solo per dire Mal. Noi siamo dalla parte di Furia e il suo nero manto, che come un sipario annichilente ha celato alla memoria del mondo capolavori di sentimentalismo elettromagnetico come Occhi neri occhi neri; più un’intera discografia in 26 titoli usciti negli autogrill tra il 1991 e il 2017; di cui 25 raccolte storiche dei bei tempi di Furia.