Il ritorno di Heavy Bone – Enzo Rizzi fa rivivere la sua creatura di tasca propria

Heavy Bone è tornato e non per l’ennesima guida a fumetti su qualche genere musicale ma nella dimensione che più gli si addice: quella narrativa. Davvero un peccato che in Italia nessuno scommetta seriamente su questo personaggio: ha un potenziale enorme e meriterebbe una produzione Bonelli con una schiera di validi sceneggiatori e disegnatori capaci di issare un’epica possente sul rock, a cadenza mensile. Invece fino a un paio di anni fa siamo stati costretti ad accontentarci delle sporadiche pubblicazioni della NPE e ora Enzo, eroicamente scommette nella sua creatura con soldi veri. Ecco quindi cinque albi autoprodotti (si scrive Heavy Comics ma si legge Enzo Rizzi) e scritti da lui, con i disegni degli ormai collaudati e bravissimi Gero Grassi e Nathan Ramirez.

A livello narrativo Enzo non inventa praticamente nulla, unisce i puntini. La storia del rock e del metal ha già maturato un’epopea di leggende, superstizioni, misteri e aneddoti sinistri e grotteschi vastissima e molto eterogenea. Rizzi ha avuto la pensata di trovare un punto d’incontro da cui far scaturire tutti gli eventi più impressionanti avvenuti negli ultimi sessant’anni. Questo anello di congiunzione è Heavy Bone, figlio dell’Inferno incaricato di far fuori il maggior numero possibile di rockstar.

Ironia, pornografia, violenza estrema sono gli ingredienti di una mistura che siamo costretti a ingurgitare ancora prima di partire su un ottovolante di storie incrociate dove Eric Clapton, Kurt Cobain, Rob Halford, Frank Zappa e molti altri volti noti del rock interpretano dei ruoli piuttosto discutibili: nessun personaggio si salva, gli spacciatori e i poliziotti non esitano a risolvere le cose bucando crani con dei grossi calibri. In questa giungla metropolitana che sembra una versione così malata di Miami Vice che nemmeno Edward Kames Olmos Castillo avrebbe avuto il coraggio di girarla, si muove il più disgustoso e seducente zombie che sia mai stato immaginato.

Se esiste una versione speed metal definitiva di un fumetto, questo è Heavy Bone. C’è chi lamenta una certa confusione nell’intreccio e chi sostiene che Enzo abbia ancora difficoltà a gestire il meraviglioso giocattolo che si è procurato, ma in realtà Heavy Bone ha così tanti elementi d’impatto che la trama è l’ultimo dei problemi che il lettore deve affrontare. Lo shock culturale del cervello di Kurt Cobain sparso sul pavimento, il corpo sforacchiato di Dimebag Darrell, il viso di Elvis immerso nel proprio vomito sono le immagini che non abbiamo mai avuto il coraggio di evocare nelle fantasie più audaci di fan del rock. Enzo ce le sbatte addosso senza complimenti restituendo mortalità a degli esseri che siamo abituati a giudicare divini.

Heavy Bone ha però bisogno di continuità per crescere e trovare il giusto respiro. Speriamo che i guadagni dalla vendita di questi primi cinque albi gli garantiscano almeno un’altra pentatonica di efferatezze. Il resto sta a voi affezionati lettori, tirate fuori i soldi e comprate la nuova miniserie di Mr. Bone. Intanto rivolgiamo qualche domanda al papà dello zombie serial killer di rockstar.

1 – Enzo. Heavy Bone sei tu. O almeno è un’estensione di te. Io ti conosco di persona e trovo che tu sia una persona dolce e gentile, con una gran sensibilità. Viene difficile saperti capace di immaginare alcune delle scene più spinte che hai infilato in questi cinque albi.

In effetti, non sono poco le situazioni forti, presenti nella miniserie: squartamenti, braccia che saltano, teste che esplodono…cavolo! Questa volta credo proprio di aver esagerato, eheheh!

2 – Non è un caso che la tua rockstar preferita sia Alice Cooper. Oltre all’elemento visivo che lui ha sempre messo in primo piano nei suoi spettacoli c’è proprio un discorso di duplice personalità. Una sorta di Dottor Jeckyll di carne e Mr. Hyde di carta… nel tuo caso?

A questo punto io stesso non ho più dubbi: Doktor Rizzi e Mr.Hyde! E’ il solito discorso di tanti altri scrittori, una violenza così grottesca, quella che racconto, da non risultare “reale”.

3 – Hai deciso di non disegnare personalmente queste storie e mi hai anche detto di non volerlo fare in genere, per il momento. Difficile immaginare che uno con il tuo talento preferisca solo scrivere per le matite degli altri.

Ho pensato di affidarmi alle matite di professionisti molto più in gamba di me (Gero Grassi e Nathan Ramirez), la cui bravura mi ha permesso di mettere su carta situazioni che io non sarei stato in grado di rappresentare così come hanno fatto loro.

4 – La miniserie è autoprodotta. Come ti sei trovato a fare praticamente tutto da solo? Le vendite sono andate bene lo stesso o hai avuto più difficoltà a promuoverti? Te lo chiedo perché se c’è di mezzo un editore le riviste e i giornali sono più propensi a tenere in considerazione l’operato di uno scrittore (e un fumettista) mentre con l’autoproduzione, anche se chi sceglie questa via è affermato come te, si possono trovare difficoltà, pregiudizi e rifiuti di attenzione in un ambiente pieno di ruffiani e opportunisti.

L’autoproduzione è nata dall’esigenza di seguire in prima persona tutte le fasi del progetto, dalla sua nascita alla distribuzione nonché le vendite. Devo dire che attorno alla miniserie si è subito creato l’interesse di tante realtà appartenenti al mondo-fumetto ed alla musica, realtà che la hanno supportata così come hanno fatto i più importanti distributori in Italia, così da permettere che gli albi arrivassero senza problemi in tutte le fumetterie che ne hanno fatto richiesta. Mi chiedi delle vendite. Non posso che essere soddisfattissimo di come è andata, così come sono contento che (sino a questo momento, almeno), gli albi abbiano collezionato solo recensioni positive, una decina in tutto.

5 – Adesso cosa si prevede per Mr. Bone? Un’altra miniserie? Una nuova guida, magari sui grandi compositori classici morti in circostanze misteriose?

Mai dire mai… Certo sarebbe bello vedere il mio zombie all’opera in altri periodi storici, alle prese con i grandi della musica classica (si è sempre detto che la nostra beneamata musica, l’heavy metal, nasca proprio da lì… o no?)

6 – Gli albi sono zeppi di rimandi e ammiccamenti alla storia del rock, quasi da esplodere. La mia sensazione è che tu abbia avuto difficoltà a contenere l’ispirazione, come se quei volumetti fossero troppo stretti per le idee e la voglia di raccontare che avevi, sbaglio?

Hai colto nel segno. Avrei voluto avere la possibilità di approfondire meglio la psicologia di alcuni personaggi ma purtroppo i disegnatori coinvolti ad un certo punto sono stati assorbiti da altri progetti e allora ho dovuto tagliare la sceneggiatura e sacrificare alcuni personaggi.

7 – Un vero shock vedere il cadavere di Cobain in quel modo. Ti sei reso conto di stuprare la fantasia di tanta gente che l’ha amato mostrandolo in quel modo così crudo?

Come ho già avuto modo di dire in altre occasioni, prima che lo facessi io, i vari Cobain, Morrison, Hendrix, nel corso degli ultimi venti, trent’anni, sono stati “stuprati” da tanti articoli denigratori, da tante riviste patinate, sino ad essere trasformati in simboli, immagini e non persone, quindi… Il mio è solo un fumetto horror e va preso per quello che è. Certo, alla base del mio lavoro c’è solo amore e rispetto per chi suona o ha suonato la musica con cui sono cresciuto e che ancora oggi mi trasmette emozioni.

8 – Heavy Bone sa anche di fumetti porno anni 80. Ti sto facendo un complimento. Leggevi roba tipo Sukia? Sai che negli ultimi tempi sono stati rivalutati? Esistono anche dei saggi a riguardo… e a proposito, che ne diresti di un bel saggio su Mr.Bone?

Anche questa volta hai colto nel segno. Già a 10/12 anni leggevo Sukia e non solo… Wallenstein, Hessa la belva delle SS, Vartàn, Maghella. Ricordo che quando fui operato di ernia, me li portai in ospedale. Un dottore non riusciva a credere che quella pila di albi sul comodino fossero la mia lettura preferita… eheheh! Un saggio su H.B. dici? Chissà…

9 – Una volta c’era anche il progetto di realizzare un romanzo su Heavy Bone, scritto da Danilo Arona. Come mai la cosa non si è più concretizzata?

Diciamo che il progetto fu messo da parte quando ci convincemmo che quello non sarebbe stato il momento adatto per lavorarci su…

10 – C’è uno scrittore italiano a cui faresti “romanzare” il tuo personaggio? Ti dico alcuni nomi: El Brujo Fantelli, Paolo Di Orazio, Alessandro Manzetti, Gianfranco Manfredi, Simon Broglio…

Guarda, hai citato tutti scrittori che ammiro, alcuni dei quali sono anche cari amici. Nel caso, a prescindere dalla loro bravura, non credo che la collaborazione partirebbe “a scatola chiusa”. Prima vorrei leggere la loro “versione dell’universo Heavy Bone”. Se non fosse uguale a quella che frulla nella mia mente dal lontano 1996, non se ne farebbe comunque niente…eheheh!

11 – Cosa ascolta Enzo Rizzi quando disegna o scrive le storie di Heavy Bone? Ce l’hai una top five di musica ispiratrice? Quali dischi ti mettono in moto il cervello?

Eeeeh, io sono che va sul classico. Diverse sono le band che ammiro e che mi ispirano. Sicuramente tanto Alice Cooper ed Aerosmith… alcune volte ci scappano gli Slayer, però!