Extreme Smoke 57 contro la dura vita dei lavoratori che non possono andare ai concerti

Dopodomani è la festa dei lavoratori, ma risparmiamoci la solita battuta fatta, perché qui a Sdangher lavoriamo come cavalli, con il paraocchi e la carota puntata sul muso. E anche se a volte sembra siamo immobili nelle pubblicazioni, in realtà c’è un viavai continuo di idee irrealizzabili che si riversano in sproloqui domenicali sulla vita quotidiana del blogger. Una vita noiosa.

Comunque l’altro ieri, venerdì 27 aprile per i meno abietti al calendario, ho avuto modo di comprendere che i concerti inseriti nella settimana non fanno proprio al caso nostro, ma proprio per niente.

Ero in quel di Bari, per un concerto degli Extreme Smoke 57, al cui banchetto ho comprato a prezzo libero un cd di Dead Body Collection, e con rammarico ho notato una scarsa affluenza di pubblico.

Il primo gruppo, i Sick Boy, sono stati un ascolto piacevole… nei limiti, ma la totale assenza di gente capace di condividere l’empatia con altri ubriaconi ha minato la godibilità del gruppo, mentre l’aria già viziata m’ha costretto a uscire prima per una boccata di reale ossigeno. Poi beh, non è che mi facessero impazzire.

I secondi sono stati con mio stupore gli Extreme Smoke 57. Infatti , trovato il trattore parcheggiato a ridosso dell’entrata, ho chiesto ai XmysseriX perché questa sostituzione; cos’è, siete diventati headliner tutti di colpo? Li avete minacciati col trattore? No, solo che gli Extreme Smoke 57 erano esausti per il tour, specialmente se contiamo che ieri dovevano concluderlo con l’ultima data a Bologna. Aggiungiamo che il giorno prima sono partiti da Palermo.

Una performance magistrale, senza sbavature, puro grindcore come non ne sentivo da anni. S’aggiunga anche che finalmente qualcosa s’è mosso nell’animo del pubblico, portando gli stessi organizzatori a chiedere di placare il pogo (giammai); io comunque ho preferito evitare a grandi sprazzi eventuali incursioni, per paura che poi avrei avuto difficoltà a respirare con un probabile setto nasale rotto per incontro del primo tipo con un gomito a caso. Però, la conclusione noise del chitarrista Miha, che si gingillava tra delay e compressore non m’ha fermato dal chinarmi letteralmente sul palco assieme a lui urlando come un pischello a un live harsh ‘more noise more noise’, al punto stesso che lui scatenato come un ossesso è stato costretto a essere trainato di forza via dai pedali, altrimenti avremmo continuato in questo idilliaco rapporto di feedback fin che acufene non ci separasse.

Fuori dal locale ho avuto modo di parlare con i restanti membri del gruppo, sopratutto col bassista Briljo che scopro conoscere molto bene la lingua nostrana. Una rarità, che ogni tanto però smorzavo con frasi in inglese per farmi comprendere anche da Miha, meno avvezzo al nostro idioma.

Ai XmysseriX infine è accaduto ciò che più temevo, e i temerari del grind hanno abbandonato il locale, lasciando noi quattro pischelli a pogare come bradipi drogati con la birra in mano, mentre sulla conclusione io e un altro ragazzo ci siamo scatenati urlando come campane spaccate da un monaco trappista incazzato sobrio, per ricordare che il noise non morirà mai.

In conclusione, gli  Extreme Smoke 57  sono stati soddisfatti della nostra reazione, una tra le più calorose forse in questo tour. Io non posso che sperare in futuro di poter godere anche in frazioni settimanali di concerti come questo, perché la cultura del grind e del noise va esportata in una società ignorante come la nostra.

Ci si rivede presto con altre storie vissute sotto i palchi.