Turbonegro – Fermatevi e leggete, il rock and roll è vivo più di voi ma come Gesù si nasconde ai suoi apostoli!

Non ero un grande fan dei Turbonegro ma ora sono un grande fan dei Turbonegro. Se volete diventare anche voi dei grandi fan dei Turbonegro fate come me. Scaric… comprate il nuovo album, fregatevene dei precedenti, procuratevi proprio l’ultimo RockNRoll Machine. Mettetevi in macchina, accendete lo stereo e lasciate che il tastierone all’inizio vi prenda lo scroto con una dolce mano elettrolitica e ve lo porti in alto nel cielo, immaginate di vedere il vostro piccolo ma imprescindibile scroto che se ne vaga per l’aria come un palloncino felice in fuga dalla manina appiccicosa di qualche bimbo frignante e poi, appena irrompono le chitarre di Well Hello, girate la chiave e date fuoco al motore e poi via, veloci come la musica vi dice. Fottetevene della strada. Seguite la corsia dei Turbonegro fino in fondo, cazzo! Fate un bel giro con la loro musica satellitare dentro la vostra testa, nel cuore e domandatevi solo alla fine, quando le note di Special Education si spegneranno come mozziconi nella palude melmosa del vostro cerume, a) se siete ancora vivi… o se state cominciando a esserlo solo ora. B) come avete fatto a credere che il rock and roll fosse morto!

RockNRoll Machine arriva dopo cinque anni dal già ipertrascurato Sexual Harassment. Ricordo il Biani che vagava per le strade di Genova in vestaglia mentre urlava ai passanti di iniziare a pentirsi e rigar dritto perché il nuovo dei Turbonegro avrebbe giustiziato tutti i miscredenti del rock. E nessuno che gli dava retta. Nemmeno io. E sbagliammo. E sbaglieremmo ancora se lasciassimo che un gruppo del genere esista al di là delle nostre orecchie, dei nostri cuori di indomiti battaglioni della paura.

Sentitevi la canzone RockNRoll Machine e ditemi se non è il brano più figo mai dedicato a un estinto (Malcolm Young). E poi trovatemi un titolo più ganzo di Hot For Nietzsche per un pezzo rock and roll. Sintetizzatemi meglio di chiunque altro il 1981 come fanno i Turbonegri in John Carpenter Powder Song e scrivetemi nel 2018 una canzone rock/metal che sia l’equivalente di un gatto selvatico scoppiato di oppio andato a male, chiuso con voi dentro un paio di mutande (Let the Punishment Fit the Behind).

Che altro posso scrivere per dare un senso alla vostra fottuta vita?