Non so davvero quando avrei scritto questo pezzo e onestamente per un po’ ho creduto di non scriverlo mai. No, non sto chiudendo Sdangher! Tranquillizzatevi voi che ci amate e ficcatevi nel culo questa speranza, oh voi che ci odiate. Parlo del mio matrimonio. Dopo sei mesi circa di pianti, dolore, anestetici ad alto dosaggio, addii, abbracci, litigate, maledizioni e sedute terapeutiche a numero variabile, io e Mara abbiamo deciso di tornare insieme. Sorpresi? Delusi? Non è un nostro problema. Noi ne abbiamo altri. Al momento sappiamo infatti che le difficoltà non sono alle spalle ma tutte lì, davanti a noi. Una bella tavola imbandita di contrasti, equivoci, traumi, delusioni, speranze deluse, tutto il menù della merda è lì da gustare. Questo però non ci spaventa. Siamo pronti a farlo. Qualcuno ci aiuterà. Noi ci aiuteremo.
Durante questi sei mesi ho davvero sentito che per me e lei non ci sarebbe mai stato un futuro insieme e ho anche provato a convincermi che fosse meglio per entrambi ma sono cose che succedono. Nell’amore non si può mai dire quando e se sia finita. Sembra una frase scema ma è così. Del resto io odio le reunion e non vorrei imbottire questo articolo di puttanate su come al momento di riattaccare il jack nell’ampli, tutto sia stato tale e quale a sempre, come se la magia non fosse mai finita tra noi eccetera eccetera. Però così è, in un certo senso. In uno, negli altri quattro e mezzo c’è da lavorare. Il ritorno è stato bello ma anche difficile, doloroso. Si tratta di scoprire le piaghe, buttarci sopra una bella manciata di polvere disinfettante al posto del vecchio sale che abbiamo usato per anni e anni. Fa male lo stesso ma almeno non c’è quel senso di frustrazione tipico di chi sbatte e risbatte la testa addosso al muro per accusarsi, urlarsi contro le solite vecchie cattiverie senza vederne la fine. Stiamo buttando giù alcune stanze della casa e ci fa male, ma sappiamo che ne costruiremo di nuove, stavolta coibentante e con mattoni migliori.
In un mio vecchio pezzo su questa faccenda dissi che l’amore non basta. Si tratta di un concetto che ancora ripeto, provocando l’irritazione di Mara, che non vuol sentirsi rifilare slogan così cinici in un momento tanto delicato. Ebbene, io non credo che dire una cosa del genere sia cinico, ma realista. L’amore non basta se la coppia ha infilato un certo tunnel e talvolta pur di raggiungerne l’uscita occorre proprio dividersi. Io e lei abbiamo dovuto lasciarci la mano e provare a trovar l’uscita separati. Ci siamo ritrovati fuori, nella luce. L’esserci mollati ci ha portati lì e sappiamo quanto ci sia costato. Ma se ora siamo di nuovo insieme è perché l’amore inteso come la mano nella mano, l’unione costante, può trasformarsi in qualcosa di ostacolante. E talvolta le persone devono riguadagnare una propria individualità per sbrogliare la matassa interiore.
Adesso siamo ancora l’uno accanto all’altra. Il mondo è pronto ad accoglierci anche da soli. Abbiamo visto che nonostante io non sentissi più la mano di Mara nella mia, ho camminato e ho respirato e ho visto il sole un altro giorno. E lei pure, anche se dice di no. E nonostante questo, proprio perché liberi da tante paure e da tanto dolore, desideriamo ancora stare vicini, riprenderci la mano e stringerla più forte di prima. L’amore non sempre basta per uscire da una crisi, ma se l’amore esiste, la crisi non è un addio ma appunto una fottuta crisi, e poi si torna insieme appena questo sia possibile.
Prima di lasciarvi vorrei spendere due parole per le mie figlie. Abbiamo aspettato a dirglielo. Ci siamo presi qualche tempo per verificare se fosse possibile davvero tornare assieme senza sbranarci, ricominciare a distruggerci. E poi l’abbiamo detto anche a loro. Hanno sofferto tanto in questi mesi. Chiedevano tutte le sere che io dormissi con la mamma. Per loro era indispensabile. Io gli dicevo che per quanto ne sapevano nel sonno, io avrei potuto dormire sul tetto, ma le piccole insistevano: ti vogliamo qui con la mamma. Ebbene, so cosa pensano alcuni di voi ma tornare non è stato per loro. Avrei preferito mille volte farle crescere con dei genitori separati ma sereni piuttosto che mostrargli ancora quanto potessimo essere abbruttiti dall’amore. Se resti insieme a una donna nonostante continui a sbraitarle contro e spacchi piatti in terra, la insulti, che insegnamento sull’amore dai alle tue bimbe? Da grandi staranno con un uomo così, anche se questo le farà soffrire e piangere ogni giorno: mamma e papà facevano lo stesso e dicevano di amarsi, quindi l’amore è così. Lacrime, urla, oggetti rotti, insulti. Ma per favore.
Ora che io e Mara siamo di nuovo insieme ci godiamo anche gli effetti positivi che la cosa sta avendo sulle piccole. E su noi come genitori. La separazione rende più instabili, distratti, pigri e incanala l’aggressività su altri canali, non la neutralizza. Difficilmente senza l’aiuto di uno psicologo, una coppia cessa di farsi male con un semplice stacco. E questa merda piove sulle bimbe, è ovvio. Adesso io e mia moglie siamo consapevoli di una cosa su tutte: sebbene la nostra unione possa sembrarci indistruttibile e profonda, va protetta. E non c’è nulla di male in questo. Per quanto la nostra famiglia sembri bella e funzionante, bisogna stare attenti e lavorarci con responsabilità e consapevolezza, sempre.
Sono felice di essere di nuovo con Mara. L’amo e amo la mia famiglia. Mandate giù una bella manciata di biada alla nostra salute. E fatevi una soda cavalcata in nostro onore, se potete.