Accidenti, ci siamo suicidati – Breve storia triste degli Accidental Suicide

I Hate My Life; Fuck Off World; I Must Go!

Gli Accidental Suicide venivano da Milwaukee, la città di Ritchie Cunningham e Jeffrey Dahmer. Nel 1992 esordirono con questo Deceased, album di scuola Death ortodossa che fa più tenerezza che timore a distanza di tanti anni. Della formazione originale solo il batterista, Chris Cinjerski e il chitarrista Bill Mears hanno cercato di combinare ancora qualcosa nella scena ma senza grandi risultati; a meno che voi conosciate bene gli Haruspex e i Vioggression. No, vero?

Dei vari altri membri della band si sa poco o nulla, forse perché nulla c’è da sapere. Erano giovani e amavano il Death metal. Ora sono maturi e per quanto possano ancora amarlo, non lo praticano più. Lo fecero con grande entusiasmo per un paio di anni a partire dal 90 e poi boom, ottennero un contratto discografico con la Deaf Records (la stessa etichetta degli At The Gates). E non erano male, per carità. Ma tanto presto fecero a salire e tanto presto fecero a ridiscendere e svanire. Era il momento giusto per beccarsi una possibilità come band death metal tra il 1990 e il 1991, tutto lì. 

Oggi però i vecchi Accidental Suicide potrebbero aspirare a nuova vita. Intanto è uscita una compilation che riporta alla luce il loro EP Dead Erotica inciso all’indomani di Deceased, nel 1993, quando il quintetto aveva ancora speranze di ascendere al trono marcio della Florida. E non mi stupirei se risultasse una reunion della band a supporto del disco postumo uscito da poco. Magari con i due quinti della formazione originaria. Su Encyclopedia Metallum risultano ancora attivi dal 2014, anche se è una cosa da verificare.

E tornando a quel loro album d’avvio non è che fosse malaccio. Un po’ Entombed, un po’ Autopsy, con qualche bel riffone qui e là. Me ne vengono in mente tre. Quello che si sente a 40 secondi dall’inizio di The Life I Hate; quello iniziale di Morbid Indulgence (il cui titolo non riesco proprio a capire cosa significhi) e il pastrocchio slayeresco al ventesimo secondo di My Dangling Corpse. Ma lo cito perché mi diverte sentirli incasinarsi la vita in quel modo con qualcosa che tecnicamente era ben al di là delle loro possibilità.