Dylan Dog numero qualche cosa – Titolo: Perderai la testa.
C’è solo un appunto che voglio fare a questo albo, a parte la discutibile idea di allegare le figurine da attaccare sull’Albo degli Eroi Bonelli o magari sul frigo di casa se non facciamo la raccolta. Devo dire però che Perderai la testa non è così male. Magari con tutti quei flashback e le digressioni didattiche, la trama scorre poco ma è ricca di robette interessanti, idee che possono tornare buone per il futuro, tipo l’asta segreta dei cimeli più insanguinati della Storia.
L’appunto è questo, comunque. Qui Dylan va a Parigi, ok? E per il prossimo albo ha un problem child, come direbbero gli AC/DC. Il numero dopo scoprirà di avere un tumore. No, non è vero ma tanto ci arrivano, scommettiamo? Insomma, quello che dico è: lo volete lasciar respirare sto poraccio di indagatore? Ha sessant’anni circa e ogni albo lo mettete fuori dal proprio elemento o ci infilate dentro qualcosa di nuovo. Come se bastasse una variante sulla consueta routine clarino, battute di Groucho, thé con Bloch, campanello che urla, rithé con Bloch e via così? Capisco il bisogno di smuovere la serie ma in questo modo finisce che prima o poi uscirà un albo con “Le dimissioni di Dylan Dog”… ah, no, aspetta. L’ha già fatto la Barbato. Magari sparirà e basta. Ecco, un’idea Recchioni. Te ne piazzo una a ogni recensione, che dici? Mi assumi? Senti qui: un albo senza Dylan Dog.
Sparito. Non si trova più. Groucho, Bloch e Lord Wells e Carpenter e lady burka si uniscono nel tentativo di spiegare l’arcano e ritrovarlo. Ecco anche il titolo: “Che fine ha fatto Dylan Jane?”. No, meglio: “Che fine hai fatto, Dylan Dog?”. Troppo inquisitorio? Allora, sintetizziamo in “Scomparso!” Con la copertina che fa vedere, nella città deserta e piena di cartacce che il vento tira via lungo le vie e su un palo e addosso ai muri, ci sono appesi i cartelli con la faccia di Dylan e sotto all’intensa foto dell’old boy c’è scritto Missing!
Mica male, no? E ti dico anche il motivo della sparizione, Recchiò. Se l’è squagliata perché stufo di tutti questi cambiamenti costanti nella sua vita. Non ne può più.
Torniamo alla storia del mese: Perderai la testa lo fa volare a Parigi. Rapito. Comincia alla Polanski. Dylan in un bagagliaio semi-incosciente. Riprende bene i sensi ma non ricorda cosa ci faccia. Scoprirete che la faccenda è molto paranormale e se accade a Parigi c’è un motivo preciso che rimanda alla Rivoluzione, la ghigliottina e gli intrighi alla Giacobbo che farciscono la Storia vera, quella che la Famiglia Angela si ostina a non volerci raccontare.
Per la prima volta trovo una citazione musicale a verso. Miss Lucifer dei Primal Scream per una sfilata di moda. E la Barbarella Baraldi sa temperare la vicenda con una sottile e garbata glassa di ironia. Il suo conto alla rovescia del bagagliaio è davvero ganzo. Sette prima del bagagliaio, due ore prima del bagagliaio… Ottimo!
La cosa più inquietante di tutte però è Ghauce. Il sosia di Groucho. Leggete e scoprite da voi. Paese che vai e Groucho che trovi. Solo che questo ha qualcosa di inquietante. Fa sempre battute dementi e inopportune ma nell’insieme è più tagliente. Sarà che essendo francese è solo un po’ più stronzo. Però nel finale vederlo con quella paletta all’asta diabolica sembra qualcosa di sinistro, non un banale ammiccamento da chiusura in stile Casa Keaton.