Il carcarodon è una specie di squalo. Il Carcharodon Megalodon è uno squalo estinto, enorme, di cui parla la Bibbia. Pare sia stato illo a inghiottire Giona. Quello che visse nella balena. Che non era una balena ma un Megalodon Carcharodon. Solo che Giona che visse nel Carcharodon Megalodon, non se lo sarebbe ricordato nessuno. Ora, io ne so quanto voi di ‘sta roba. Sto cliccando Charcarodon da un paio di minuti su google ed ecco qua che faccio il Piero Angela dei mieigalodonti, quindi tagliamo corto e passiamo a quello che conosco davvero. Carcharodon è anche una band. Un trio, per l’occasione. Che non sempre è power, giusto? Mi pare infatti che loro si muovano su roba ben più estrema. Scherzo, lo so che il power trio non sono tre coglioni che fanno gli Helloween. Anche perché in tre, gli Helloween non si fanno.
Dicevamo, i Carcharodon sono un trio, all’erta e pieni di brio; lo so, dalle foto, quelle facce sfattoidi, non si direbbero molto pimpanti, ma la citazione mi andava di farla: comunque sempre evviva Daitarn 3. I Charcharodon vengono da Alassio, Liguria. Città che smercia di brutto il ventre di tonno. Se pensate che Alassio sia un posto infimo e ignobile vi levo subito l’impressione perché Alfred Hitchcock, i Vanzina e Vittorio De Sica ci hanno girato dei film. Se non mi credete, andate sulla pagina di wikipedia. Io l’ho appreso da lì, sempre due minuti fa. E ho smesso di pensare che Alassio fosse un posto infimo e ignobile. Infimo e ignobile lo sarà pure, ma porto cinematografico di tutto rispetto. E se vogliamo, da Alassio vien fuori anche bella robetta, sul piano musicale.
Oh, i Carcharodon sono in giro da 13 anni e questo Bukkraken è il loro terzo looooong playing, cari uanini. Di conseguenza non è gente di primissimo pelo. Ignoriamo il fatto che il disco d’esordio l’abbiano intitolato Macho Metal e ignoriamone anche il contenuto per principio. Ignoriamo poi che il secondo disco l’hanno intitolato Roachstomper, che, da come suona fa pensare a un centravanti tedesco anni 80 e facciamo spallucce anche a tutto il resto. Purtroppo il terzo album ci tocca. Bukkraken fa pensare a un circolo di mostri marini che sborrano in tondo su una squalessa sfacciata e moralmente perduta, e questo secondo noi è il lato positivo del pezzo. Anche il resto però non è da buttar via. Tutto il disco è un incrocio tra Southern metal (Pantera, Pantera e anche i Pantera) e thrash tedescoide in stile Sodom, Destruction e Tankard. In più c’è di tanto in tanto qualche bella scarica diarroica grindcore, che secondo me è la parte più pregevole di questo lavoro.
I Carcharodon infatti convincono di brutto quando pistano forte e il cantante urla, urla e fa il verso del maiale che squirta. Non sempre invece sono irresistibili nei rallentamenti groove trendkill. Amo la loro vena goliardico-anthemica. Cosa voglio dire con questo assemblaggio ermetico? Che sono fichissimi i ritornelli melodici in stile punk, fatti di oooooh e aaaaaah. Secondo me trascinano e arricchisco e insaporiscono la brutallarità generale. In questo senso Whilefucker e Zebra Coat Cobra Head sono le cose che mi hanno più gasato. La title-track e il pezzo in apertura, Bile Dealer (ho chiesto Sangue: Esse, A, Enne, Gi, U, E, SANGUEEE!) sono due belle manate sui coglioni, di quelle che ti rinvigoriscono, pur bloccandoti la mente e il fiato per un po’.
Il capolavoro è tenuto per la fine. Avete presente Planet Caravan dei Sabs? Bene, i Carcharodon scrivono la seconda parte, quella in cui loro devono fermarsi a pisciare. Nuclear Piss, qualsiasi cosa voglia dire davvero non mi riguarda, per me è parla di tre scemi su un grosso baccello in avaria nello spazio e uno di loro, stanco di piangere e completamente folle, fa la pipì tra le stelle e si sente felice e spensierato come un Piccolo Prinscipe, mentre giù, in lontananza, lo spazio attende con le sue nere bocche fameliche. Intanto si becca la pipì.