Stavo camminando per strada col cane e ho pensato: “per tutti gli zoccoli, ma questa Domenica tocca a me e non so che diamine dire!” Purtroppo non ho avventure incredibili da raccontare. Davvero, sto talmente annoiato che passo le giornate a masturbarmi più volte di fila. Altro che no nut November. Questo è il mio nut November.
La cosa più estrema che ho fatto è sentire questo pezzo così tante volte che m’è venuta l’orticaria. Non so come le due cose possano essere associate, ma è l’unica cosa a cui riesco di dare una colpa.
Più che no nut, mi verrebbe da dire no concert. L’unico che sono riuscito a godermi è stato quello dei Taake settimane addietro.
E allora perché non c’è stato un live report?
Non è che posso fare live report d’ogni buco di culo al quale partecipo. Ci deve essere almeno un qualcosa di epico da narrare, tipo che magari ho visto tizio, toccato caio, limonato sempronio. Cioé, a parte farmi raccontare l’erezione di Hoest, non c’è stato niente di eclatante.
Ah già, gli anti-fa di Bologna che volevano boicottare l’evento perché i Taake sono nazisti. Fighette, se quelli sono nazisti allora lui cosa è?
Non è black metal, ma porco dio questo è vero odio razziale.
Poi perché noi di Sdangher ci siamo astenuti dal parlare dell’argomento? Perché non posso stare ogni volta a raccontare di quella volta che mi sono spremuto la cisti sopra il mio pene da solo. Mi sa che se torna di nuovo devo farmela controllare da un dermatologo.
Comunque, i Taake. Sentite, io li ho visti. Hoest era bello in forma, nonostante il nuovo taglio di capelli. Ero indeciso se avesse rinunciato alle armate ariane per entrare in un gruppo skin head o semplicemente voleva prendere in giro i bambini col cancro. Comunque sia siamo rimasti un po’ a parlare. Una persona squisita, allegra, felice della nostra bianca nazione, senza mai citare una volta LVI.
Con gli anti-fa è sempre quello il problema; hanno la parola fascista nel loro nome. L’unica differenza tra loro e “il nemico” è solo il colore della bandiera alzata, ma in fin dei conti se non la pensi allo stesso modo sei un fascista, no?
Quindi io sono fascista? No, però mi sono rotto delle eticchettazioni.
Se non sei cattolico, allora non credi in niente, e se non sei anti-fascista allora sei fascista. E se non voti lega? Sei del pd ovvio. E se io fossi la terza opzione che tutti temono d’usare, quella del cazzo che me ne frega?
Appunto che cazzo me ne frega
Mi è sorta una domanda infatti, che credo di aver già trattato in passato, che recupero in questo episodio: posso continuare ad apprezzare un artista quando fa qualcosa che devo disprezzare, o devo fare il bimbo minkia che no io non posso ascoltarlo dopo quello che ha fatto/detto, e tutti i suoi dischi passati improvvisamente fanno cagare ora?
I Behemot. Nergal. Dai, lo sappiamo tutti che in quel tour bus ha violentato quella ragazza, o abbiamo la memoria corta? Ed è anche un maschilista affermato. Eppure do per certo che I Loved You at Your Darkest non sfigurerà nella top list di fine anno di molte riviste.
L’ormai ex chitarrista dei Manowar Karl Logan è un pedofilo. Si masturbava guardando foto di bambini, ma non ho ancora visto nessuno bruciare il vinile di Warriors of the World.
Cambiamo genere, cambiamo toni, una notizia che ha scosso pure me dai. Louis C.K. Si è fottuto la carriera perché non sapeva tenere il gingillo nei pantaloni. E lì ragazzi sono caduto pure io dalla sedia urlando che non era possibile, ma le sue clip mi fanno ridere ancora oggi. Però sì, ora quando riascolto i suoi discorsi sulla masturbazione ho una reazione diversa, ma…
Il punto è che io ho voltato le spalle a tutto ciò. Io faccio parte del partito del cazzo che me ne frega. Perché basta. Se giudicassi l’arte secondo la mia morale, se giudicassi gli artisti solo secondo i canoni che ritengo corretti dovrei leggere solo libri scritti da proto femministe vegane del Quebec, fumando marijuana light non ogm, comprando un dvd originale d’un film d’autore dalla videoteca sotto casa, caricando il revolver per giocare alla roulet russa a sei colpi in canna.
Io scelgo il cazzo che me ne frega.