V’è mai capitato un disco, d’un tale filone, d’una tale attitudine che vi lascia sul filo a chiedervi: ma posso concedere a me stesso di apprezzare ‘sta roba? A me per dire succede spesso con gli album che considero troppo tamarri, in particolare quelli appartenenti a un filone musicale che ho sempre bazzicato poco: il crossover metal. Sono anche stato a qualche serata in cui si esibivano band di questo tipo e mi sono sentito come un cavallo nella stalla sbagliata. Ecco perché passarmi in cuffia The Legacy Of Shi dei Rise of the Northstar mi ha fatto sentire incerto, a dir poco.
Il primo disco, Welcome non lo ricordo granché. Mi torna in mente giusto di averl letto una recensione semi positiva ma non so più per quale motivo lo fosse…
Questo incontro tra i manga/anime e il metallo, a dire il vero non lo accolgo senza una buona dose di scetticismo, sopratutto se proposto da chi quella cultura la bazzica da fuori alla nazione a cui appartiene.
Non sto qui a fare lo spiegone sul vestiario, ma non puoi pretendere che suonando vestito come un personaggio uscito da un manga di gang scolastiche degli anni ’90 ti si possa prendere sul serio solo per questo. Ora poi le lolite vanno di moda.
Il disco io lo trovo burino da paura, ma di sto d’universo giapponese non ci sento un cazzo. Loro dicono di fare manga metal, ma alla fine è un crossover che sbircia il metalcore con i riffoni e la voce rappata e nessuna parte in coro pulito. Però sembra scritto con il pilota automatico e non ho trovato nulla di così memorabile da farmi stracciare i peli della coda. C’è il lento moscio che esplode nel mezzo, e già mi vedo i cori pene in mano dei fan in concerto. E poi c’è l’enfasi giusta nei punti giusti in grado di guidare le ragazze verso la buona novella biologica rivoluzionaria: il clitoride è un pene minore gonfiabile e dobbiamo approfittarne… siamo pur sempre nel mondo dei manga quindi non c’è bisogno che vi spieghi la gag per favore.