Ogni genere (o sottogenere, che per me sono solo altri generi) ha la licenza di uccidere qualche aspetto del buon gusto. Ci sono i blackster che possono pisciare sul nostro bisogno di armonia e buone produzioni musicali, i doomster invece ci scartavetrano impuniti i coglioni con ritmiche lente e ossessive e prendono a pedate il nostro sogno di freschezza suonando i soliti vecchissimi accordi dei Black Sabbath e magari facendoli più lenti o più lenti ancora. Ci sono i powerster che strangolano il nostro richiamo all’ austerità con dei cori e ritornelli gioiosi oltre ogni spiegabile sfera della psiche e i thrasher che martellano sulla nostra brama di varietà con riff a ripetizione abbastanza simili tra loro ma dalle varianti ritmiche attaccate volutamente a cazzo.
In pratica la peculiarità di ogni genere è il suo stesso difetto estetico. La deformità di una specifica canzone, in base al punto e al modo in cui spunta fuori, rispetto al modello/corpo Iron Maiden, per capirci, e in base a questo possiamo definirlo precisamente come altro genere di metal. E non può aver senso dire a una band doom di essere troppo lenta o una band black di fare troppo rumore e non mettere sul tavolo uno straccio di idea che non sia stata già sfruttata al massimo dai Venom o gli Immortal. Potremmo però tacciare la band doom di essere troppo poco lenta e i blackster di non avere una produzione abbastanza sudicia e una scrittura troppo velleitaria. Solo così potremmo esercitare il nostro giudizio critico senza essere presi a sassate dai fedeli difensori di quei rispettivi generi/difetti di metal.
Quindi non ha molto senso dire che gli Old Man Lizard mescolano un sacco di cose interessanti ma concepite da qualcun altro più in gamba di loro. Non ha senso perché fanno psych-stoner-prog-rock e quindi, già infilare queste quattro etichette sulla stessa riga li rende in qualche modo originali. E comunque non devono essere originali. Nessuno ha più alcun dovere di esserlo. Come non c’è bisogno di vendere per continuare a esistere. Il mercato e l’originalità non sono quasi mai andati d’accordo ma entrambi sono nella stessa dimensione ora: l’oltretomba. A tal punto siamo ridotti.
Eppure non mi arrendo così facilmente. Gli Old Man Lizard io non li conoscevo e come uso fare, mi sono messo ad ascoltarli tenendomi cara la mia ignoranza. Non mi sono documentato perché qualsiasi informazione reca un pregiudizio che può ostacolarne l’ apprezzamento o il disappunto effettivo di fronte alla musica. Ovvio che se avessi scoperto in anticipo che questo trio, (a parte che è un trio) viene dall’Inghilterra e non da Macerata, avrei dato più credito alle combinazioni di riff e le melodie, la produzione e lo stile. Invece no. E ho sospettato fortemente si trattasse di italiani con il pallino per il desert-rock. Quindi ho sbuffato spesso, segnandomi la sfilza di nomi che mi venivano in mente e mai una volta mi è capitato di dire: ok, questi sono gli Old Man Lizard, ma solo, “ecco, i soliti cazzo di burini pretenziosi che invece di parlare come mangiano se la squagliano sotto la gonna di qualche fighetta dell’alternative rock straniero”
Errore. Loro sono la fighetta alternativa straniera. Gli conveniva essere di Macerata. Ora la mia severità sarà maggiore.
Va bene, hanno una bella botta, questo sì. Combinano le aperture maestose dei Pallbearer e i fraseggi intricati e blues dei Mastodon, spingono fuori bei riffoni squadrati, che possono far pensare ai Rainbow, i Manowar o i RATM e i Soundgarden. Però non c’è un solo brano che si regga in piedi da solo. Sono tutti spezzoni di un film che non decolla mai. Snakes! nell’incipit ricorda molto gli Opeth, Trees Fall Down invece è più dalle parti dei Tool. Potete capire che si spazia molto ma alla fine non si giunge a nulla di davvero compiuto. Forse Misery Is Miserable, con quel suo passo barzotto da doom depresso alla Saint Vitus è il vestito più aderente alle forme degli Old Man Lizard, ma per il resto il nulla suonato benissimo. E me ne frego che faccianno stoner-psych-prog-rock e che il rock è morto. Per me il rock e il metal sono ancora nella scatola con il gatto di Schrodinger (dove sta l’umlait sulla tastiera???)
La copertina di True Misery è molto bella, però. Cervo. Uh…