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Wan – Gammal är äldst (ep) – Del non lavarsi come garanzia di qualità artistica!

Prima di ascoltare gli Wan bisogna assicurarsi di: 1 – aver fatto uscire di casa vostra madre; 2 – essersi stampati in faccia un broncio di disprezzo nei confronti di tutto e tutti; 3 – avere la vescica piena per poi svuotarla sui muri. Mi raccomando all’ordine. Fatto? Bene. Non dimenticate di chiudere le finestre anche, non si sa mai che ci possa passare dell’aria pulita.

Solo dopo aver ottenuto un perfetto clima di sozzume radioattivo si possono empatizzare le battute ignoranti, i grezzi riff black-trhrash e i vocalizzi simili a quelli uditi in paleolitico inferiore durante la guerra preistorica che gli Wan chiamano black metal. Anzi no, extreme old school black metal.

Metteteci un po’ di primi Bathory, riff alla Hellammer, il menefreghismo hardcore punk dei Discharge, aggiustate con altra sporcizia e avrete ottenuto gli Wan.

Questi quattro proto-uomini, attivi dal 2009 e con alle spalle tre full lenght, si ergono dai bassifondi più lerci della Svezia, con i nomi di Isengrim al basso e Tsjud alla voce, i due founder, mentre Drægg e Skoll, batteria e altro basso, unitosi al tanfo gli ultimi due anni.

Superata la fase satanista di Wolves of the North (che se esitesse il premio come black metal album cover art più ridicola rischierebbe di vincerlo) si sono dati a scelte più ecosostenibili come quella di limitare la propria igiene personale, invogliando, con Enjoy The Filth, anche i fan ad imitarli.

Borchiati da cima a fondo e cattivi più che mai si autoproclamano “Re del Male”, con l’ultimo album rilasciato l’anno scorso. Wan Way Hell ci ricordava, in caso avessimo dimenticato, di quanto siano lerci ed in possesso di una ridicola cattiveria superabile solo da Nattefrost.

La loro ultima proposta è questo ep dal nome inpronunciabile, che in parole più semplici significa “Il vecchio è il più vecchio”, che sembra essere leggermente meno logoro e chiassoso dei precedenti lavori ma più cupo e rudimentale e con riff da speed metal, quasi in stile “gerontoiatria Venom”.

Di sicuro non li ricorderemo per i testi saputi, il logo disegnato a mano dal nipotino dodicenne e la saggezza illumintata che spicca nei titoli dei loro album, ne’ tanto meno da questo ep scritto in sto cavolo di svedese. Probabilmente non li ricorderemo affatto, quindi fareste meglio a comprarvi del merch prima di dimenticarli, se la prossima volta volete fare colpo sulla tipa che ascolta black metal citandoli assieme alla sfilza di band underground che nessuno si incula.

Ma anche se non lo fate, ai Wan non importa un cazzo, loro fanno un metal che fa così schifo da non piacere neanche alle rispettive madri, potete pure continuare a leccare il clitoride ai Batushka e ascoltare il glam black metal moderno per quanto li riguarda. Le fighette fanno black metal, i metallari suonano dell’extreme black metal di merda.

Insomma, i Wan sono per chi pensa che ci sia un rapporto speciale tra il non lavarsi e la qualità della musica.