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Rikard Sjöblom’s Gungfly e il progressive emotivo

Rikard Sjöblom. Non sapevo chi fosse e ne so poco anche adesso. Si tratta di un polistrumentista svedese, coinvolto in diversi progetti cult e che però ha pure il suo progettone denominato Gungfly (non è una parola inglese ma svedese e vuol dire il cognome di un nostro illustre collaboratore: Pantano).

Non credo nella pratica del progressive che è tanto diffusa, specie in Europa. Vale a dire che non sono convinto si possa definire prog un disco che riprende le vecchie strade di Yes, Jethro Tull, Genesis e non fa altro se non combinarle insieme, usare quei suoni, quel tipo di liriche e magari ci mette pure una foto al color nocciola in cui quattro uomini barbuti in pantaloni a zampa d’elefante è raccolta intorno a un fuoco su cui rolla un porceddu.

Ma al di là dei pregiudizi è sempre la musica che vince e mi rende una persona migliore, meno cieca e prevenuta. Il disco di Rikard Sjöblom, On Her Journey To The Sun, è vintage, non inventa nulla, ma emoziona come il gran bastardo che è. Non sentivo linee vocali così toccanti e coinvolgenti dai tempi dei vecchi Gentle Giant. E di sicuro i rimandi alla band inglese ce ne sono quanti volete, ma non solo. Per dire, If You Fall pt.2 è un misto di Blind Faith, Rainbow e appunto i Giant. La lunghissima Friendship invece è un misto di Jethro Tull, Yes e King Crimson, ma al di là della struttura biologica e ispirativa, poi vi ritrovate delle linee melodiche centrali che si posano nella vostra testa e non vi mollano per un’intera mattinata.

E inoltre non è tutto prog. They Fade è una meravigliosa country song crepuscolare. Chiudete gli occhi e siete in un bosco con un vecchio fucile e le punte dei vostri stivali schizzati di sangue, mentre il cielo all’orizzonte è intriso di tutto il resto del sangue sparso, tra le nuvole. Che cazzo è successo? Il sole tramonta e vi lascia al buio e alla più sgomenta malinconia. Stone Cold invece potrebbe essere un AOR di fine anni 70. Trascina in una danza aerobica tra manichini decapitati e lunghi corridoi di moquette rossa. Ballate e ballate con voi stessi mentre il ciccio Rikard vi prende a pacche le chiappe.

Grande album, gente!