Metallum Nostrum è un disco dei Powerwolf, del 2019.
Lontano dalla mia eterna corsa ero tristo e annoiato ed ho pensato di invocare Padrecavallo per farmi dare un qualcosa da ascoltare, mentre la cattiva stagione si srotola tediosa verso la sua conclusione. Sia lode al buon Equino, egli mi ha sentito e mi ha celermente inviato questa chicca senza tempo, trasudante emozioni e potenza, come richiesto!I Powerwolf io li conoscevo un po’ per i loro lavori di maggior successo, ma mai me li sarei immaginati fare canzoni d’altri con tale bravura. Il titolo della prova, Metallum Nostrum, in linea con lo stile della band, faceva pensare a un nuovo capitolo della bizzarra saga a base di lupi e religione che caratterizza da anni il gruppo, preoccupandomi anche un po’, lo ammetto.
I Lupi del power made in Germany, creatura dei fratelli Greywolf in pista dal 2003, mi hanno davvero lasciato senza parole, tirando fuori dal cilindro un digipack cd di dieci cover di band metal & affini, che scorre via come un fiume in piena.
Pezzi di gruppi conosciuti e meno (ammetto che non ricordavo assolutamente i Chroming Rose, gruppo tedesco in attività nei primi anni novanta del secolo scorso) che i nostri cantropi teutonici hanno amato nel corso della loro carriera e ci ripropongono ora in versione decisamente Powerwolf.
Il vocalist Attila Dorn riesce a interpretare in maniera personale anche pezzi decisamente lontani dal suo stile, come Gods of War Arise degli Amon Amarth per fare un esempio, e davvero eccellente è il lavoro di chitarre dal suono duro e deciso a opera dei fratelli Greywolf, che pompano di carburante il motore di questo signor disco.
Tralasciando un attimo il vecchio discorso “cover album sì / cover album no”, chi ama la musica ben suonata, con questo Metallum Nostrum si godrà un diluvio di pezzi della tradizione heavy metal realizzati con quel tocco di personalità indispensabile in questi casi.
Questi tedesconi sanno davvero quello che fanno, non si può altro che riconoscerlo di fronte a capolavori come The Evil That Men Do degli Iron Maiden o Night Crawler dei Judas Priest (e sono ben due i pezzi dei sacerdoti di Giuda in Metallum Nostrum, l’altro è Touch of Evil che apre le danze) forti anche di un lavoro di produzione all’altezza e di una grande passione che riesce a contagiare persino un equino a benzina come il sottoscritto.
Eccellente lavoro di tutti i componenti, ma la menzione di merito, la medaglia del più bravo della classe, va secondo me proprio a Attila Dorn, cantante trovato dai lupi in una spedizione in Romania anni fa e che riesce a navigare in acque profonde e tempestose con una personalità incontenibile, rendendo profondamente “suoi” piccoli tesori del passato come queste dieci, diversissime tra loro, perle.
D’altronde, ricordiamocelo sempre, questi ragazzi hanno firmato pezzi come We Drink Your Blood e Amen & Attack, che sono in grado di far impennare qualunque centauro con un buon udito e lontanissimi dal Sound dei Black Sabbath o di Ozzy (rappresentato in Metallum Nostrum con una piacevole rivisitazione di Shot in the Dark).
Per quanto riguarda la parte grafica del disco, beh, è un prodotto Powerwolf al cento per cento, con tanto di lupacchione antropomorfo ghignante in copertina. Semplicemente bellissima, in linea con le altre della band, una presentazione del genere risulta curata e piacevole. Quasi quasi la scopiazzo in una aerografia per il serbatoio, ci starebbe proprio bene!
C’è anche il pezzo che non ti aspetteresti mai, a fare da ciliegina sulla torta: Out in the Field di Gary Moore! Che c’entra Gary Moore in tutto questo? Ascoltate il pezzo tra gli altri e lo capirete, ci sta a meraviglia!
Ora, fremente per questa cascata di musica, torno alle mie turpi occupazioni (ma prima faccio ripartire il disco).
Dal mio antro che sa di biada & benza vi saluto.
E alzo il volume, ovviamente!