Arctic Blood è un disco dei Siniestro, uscito nel 2018 e recensito da Marco Melillo.
Potrebbe anche darsi che, durante i live, si cospargano di fluidi corporei e merda come il fu GG Allin che citano.
Ci vogliamo credere perché siamo bravi e buoni. Così non fosse, l’interesse per questo trio svedese sarebbe a zero. A meno che non siate amanti di uno sciapo minestrone che a momenti potrebbe richiamare b-side dimenticate di Machine Head con venature At The Gates strimpellate da dopolavoristi brianzoli.
Manca la cattiveria che per esempio potrete trovare nei Totenmond di Fleischwald, assente la cura dei suoni che invece abbonda nei Dead Rabbits di The Ticket That Exploded. Non pervenuta (come la minima di Pescara) la marzialità ritmica che fanno pure i Valberg di Entetant.
Per avere almeno una bella copertina, ci siamo dovuti rivolgere agli Admiral Sir Cloudesley Shovell, di Check ‘em Before you Weck ‘em, su Rise Above.
E per un po’ di pathos a King Duke e al suo nuovo Music To Make way To.
Meno male, ecco la nota positiva, che Arctic Blood possiede pochissimi brani e vi farà perdere pochi minuti.