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Deathrite – Il death metal si fa sornione!

I tedeschi Deathrite si erano fatti conoscere tra il fanbase europeo per una cattivissima miscela di death metal e crust che ne aveva convinti molti. Almeno fino allo scorso Revelation of Chaos uscito nel 2015 via Prosthetic. Adesso, con un ep di mezzo (Where Evil Arises) e un paio di innesti di line-up, la band di Dresda cambia vertiginosamente la rotta della propria musica ed esalta, con questo nuovo Nightmares Reign, uscito per Century Media, tutte quelle influenze che erano state desunte da un certo death ‘n’ roll degli Entombed. Qualche incursione nel crust avviene con la coda dell’occhio ma quel che sorprende è come i Deathrite, zitti zitti, con il loro death metal slabbrato e grezzo, un’attitudine sboccacciata e ruffiana, e una scrittura che rischia una llaison con il kitch, tra un “uh!” e un altro, riescano pure ad avventurarsi in territori che erano stati di Death e Paradise Lost quando si avventano in slanci epici o in momenti più intrisi di pathos e di afflati melodici, ridisegnando, con certe belle chitarre, i freddi anni ’90.

La qualità dei suoni è scarna e loro sboccacciati e ruffiani, maniaci del coup de théâtre e filologi feticisti ma soprattutto danno l’impressione di essere i più coglioni e ubriaconi tra tutti gli adepti del revival del death old school, quelli che più dei vari Black Breath, Gatecreeper o Mammoth Grinder sanno scherzarci sopra.

È proprio la richiesta di un punto di vista camp, di condividere col loro pubblico un comune background musicale, che redime Nightmares Reign dall’essere un mero forziere di cliché e lo rende un album divertente, pieno zeppo di strizzate d’occhio e ammiccamenti.

Non la fine del mondo ma divertente e cervellotico, pur nel suo essere perennemente sgraziato.