Agglutination Roadshow 09/02/2019

Prima che qualcuno mi riprenda, lo so che Matera non è in Puglia, ma io voglio parlare della scena metal pugliese a Matera. Però facciamola come gli stronzi, e citiamo la scena del sud Italia, che ne dite? Così vi sembro più stronzo?

La scena metal pugliese del sud Italia

Non sono sceso a Matera con queste poi grandi aspettative, anche perché l’Agglutination, indipendentemente dal format non m’interessa come evento, ma più invece mi preme trascorrerlo come un Sabato da passare con amici, sballottolandomi tipo ossesso in trance da metal, unendomi ad altri metallari che si masturbano a vicenda parlando tra di loro come il metal sia il miglior genere musicale al mondo.

E in fondo Sanremo ci ha fatto sempre cagare, ma quando non sappiamo cosa vedere in TV ci sediamo con i familiari solo per dire che il metal è il miglior genere musicale al mondo e gli High On Fire hanno vinto il grammy, mentre a Sanremo si scandalizzano se qualcuno dice “erba libera”, ma se dici “passera” con amore tutto è permesso.

Io no, io ho un abbonamento a Netflix che ho usato per vedermi The Big Lebowski e gasarmi come un dannato nello scorgere gli occhi a palla di Steve Buscemi e i baffi di Sam Elliott. Immaginatene una fusione.

Perfection

E con queste aspettative, birra in mano, anzi no, birra finita prima di entrare, quindi senza birra in mano, m’avvicino al palco per sentire gli Old Radio.

Gli Old “Cancer” Radio

Quasi mi dispiace vedere il cantante così giovane e con il cancro, o senza capelli, o con il cancro ai capelli. Non so, però è calvo, e per me calvizia è sinonimo di cancro. Quindi per me ha il cancro.

Poi non sono un fan dell’heavy metal e solo il cancro del cantante m’ha fermato dall’andargli a dire che in fondo l’heavy metal non mi piace, e non mi piacciono neanche le persone col cancro, ma questa cosa non è politicamente corretta e potrebbe inimicarmi maggiormente la scena metal… e credo anche quella medica.

No dai, gli Old Radio seppur giovani spargono un po’ di metal all’esiguo pubblico. Penso “ok, siamo pochi perché il live è appena iniziato, però siamo di più dell’altra volta”. Non che ci volesse molto a superare quei due sabati fa. Ho visto cimiteri più affollati a Ferragosto, perché sì io vado a fare le braci di carne al cimitero d’estate.

Al bis il cantante si rompe il cazzo di vedere sti quattro manichini col viagra al culo e cerca di scatenare un po’ di pogo in questo pezzo strumentale. Qualcuno del pubblico gli regala capelli per nascondere le sue vergogne, mentre altri prendono gente a random per riempire il buco centrale. Io resto fisso al lato, poggiato sulle casse. Ogni cosa giusta volge al suo termine.

Gli Zolfo, però in tinta diversa

Innanzitutto, se sei un fonico penso che qualcosa di suoni ne devi capire. Di sicuro ne capisci più di me che uso Reaper ad minchia e chiamo quel risultato mastering. Allora perché cazzo la voce non si sente? E perché le chitarre si fondono? E il basso? No quello si sentiva bene. Ok, ma la voce?

Parliamo degli Zolfo però prima. Terza volta che li vedo, attivi già da un po’ nella scena si distinguono per il loro sludge “rumoroso”. Prendete gli Iron Monkey, rallentateli ma non troppo. I Grief forse potremmo citare? Sì, perché i Corrupted sono troppo, almeno quelli degli album, con gli EP forse ci siamo di più. Una cosa del genere l’estero ce lo sbatte in faccia ogni due per tre, al punto che mi sono scocciato di cercare band sludge. Però in Italia sta roba non la trovi spesso, perché in fondo vuoi puzzare e non fare il sopraffino con la maglietta con scritto YOB a lettere cubitali per far credere che tu ascolti musica intelligente.

Ma va beh, tornando al live, metteteci un bel mal di vivere, e fate in modo che le tracce si fondano in una sola in modo che difficilmente riuscirete a distinguere dove finisce un brano e inizia l’altro. Concedete ai chitarristi dei momenti noise, ma non aggressivi. Non sono mica gli Hijōkaidan. Magari…

Dai, fonico a parte, gli Zolfo mi sono piaciuti assai. Il metallo for persone ignoranti che si credono intelligenti.

Il Kebabbaro dei Nihilo

Io dal cantante mi comprerei volentieri un kebab. Qualcuno mi fa notare che è più un tipo da curry; e allora fammi un kebab bello piccante col curry!

Ci siamo scatenati? Abbiamo bailato. Ed è stato l’unico momento equinico della serata a mio modo di sentire. Era da tanto che non saltellavo come un cavallo pazzo tipo questa sera.

Il cantante inizia a regalare maglie al pubblico e per poco non mi accapiglio per averne una. Ne strappo una dalle mani d’un tipo con una faccia tipo “fanculo, vattela a comprare!”.

Superiori alle mie aspettative, corro come un treno tra un lato e l’altro del palco… vuoto. Il chitarrista degli Zolfo, uno dei due, che vi frega chi, m’afferra e mi fa: “dobbiamo scatenarci”, ma io sono talmente dopato che ci vedo triplo e mi scateno per sette cavalli. Furia cavallo di Matera.

Un pig squeal avrebbe dato un tocco in più alla band, oltre due kebab omaggio, però i Nihilo per me sono stati comunque la scoperta della serata. Potete chiudere il locale, perché dopo di questi…

La quiete con Bloodshed Walhalla

Cover band black metal degli Iron Maiden con le tre chitarre che fanno le cover dei Bathory.

Il cantante ammette che sono alla loro prima apparizione live, dopo anni passati nel box della nonna a registrarsi da solo gli album, ben cinque. Io sono a cinquanta circa e non so manco com’è fatto un palco invece.

Non capisco l’utilità delle tre chitarre e non capisco ancora di più perché fare dei grossi tagli alla scaletta. Non voglio dire cazzate, ma ho visto rimuovere almeno due, se non tre titoli per tagli di tempo. Ma tempo di cosa, che siamo alla zona industriale e aggiungo siamo quattro gatti sotto al palco che se inizi a farmi suonare di meno pure le band, che cazzo sono venuto a fare?

E niente, seppur gli riesca bene di suonare esattamente come i Bathory, la scure del locale colpisce il loro cocuzzolo e ci lasciano con un sottile senso d’amaro.

Walkyrya, quando c’è qualcosa di sbagliato nel titolo

Quando vidi la prima volta  Il Pasto Nudo, pensai che c’erano ben due cose sbagliate in quel titolo. La prima volta che ho ascoltato i Walkyrya ho pensato che c’era qualcosa di sbagliato in questa serata.

Sopravvalutati? Soggettivamente parlando sì.
Noiosi? Non sono un fan del groove tanto per dire.
La gente si è scatenata? Ci hanno provato, ma si scordano il chaos dei Nihilo.
Li riascolteresti? Solo sotto effetto di droghe pesanti.
Qualche commento prima di lasciarci? Stavo dormendo in piedi come un cavallo.

Antropofagus, quando il film è meglio della colonna sonora

Li seguo dalla reunion, quando uscì l’album Architecture of Lust e già li dissi ‘Ni‘.

Li vidi poi live con i Sinister e pensai “Ekke Ekke Ekke Ekke Ptang Zoo Boing!

Sabato… ho dormito in piedi.

Il brutal death mi piace nelle dosi giuste, quelle che dico io, e gli Antropofagus non sono tra queste dosi giuste.

Se tecnicamente m’inchino difronte a tanta attitudine, le mie palle s’inchinano ancora di più a tanta noiosità. Sto esagerando con i toni? Mi sto ancora pulendo lo scroto dalla polvere del pavimento. E concludo così ogni commento, perché sono quasi caduto a terra dal sonno. Secondo me se ne sono accorti. Ho notato certe occhiatacce.

Quindi si conclude una serata vissuta a metà, che poteva concludersi in modo diverso, con un ordine diverso delle band.

Il pubblico come di solito negli ultimi tempi, si dimostra per l’ennesima volta partecipe, lasciando un locale per due terzi vuoto, aumentando così non solo la desolazione del territorio, ma rimarcando più di ieri quella paura che sto avendo da credo un anno, ossia che se continueremo così, le serate metal che i più urlano sui social diverranno sempre più esiguee un giorno spariranno come i Maya all’arrivo dell’uomo bianco, perché se i primi a non supportare la scena siamo noi che la rappresentiamo, quale futuro resta allora per le band?