Johnny Cash è un Johnny Cash di Johnny Cash (scurate, roba per il SEO).
Tutti i pionieri del rock and roll imparano ad amare la musica in chiesa quando da piccoli vengono portati a messa. Crescendo però finiscono per servire il demonio, diffondendo anarchia, caos e violenza. O almeno così sostengono i benpensanti.
Johnny Cash cresce lavorando nei campi di cotone assieme alla famiglia, andando alle funzioni domenicali e ascoltando le canzoni country alla radio. Un giorno suo fratello si ferisce a un braccio lavorando con una sega circolare e muore dopo otto giorni di sofferenze terribili, solo perché non riceve le cure adeguate.
Johnny ne rimane così colpito che se lo porta dietro come il più terribile dei torti subiti: i poveri muoiono, nessuno li aiuta, vengono sfruttati e c’è bisogno di qualcuno che dia voce alle loro storie!
Nel ’55 ottiene un contratto con la Sun Records, di Memphis. Incide i suoi primi singoli di successo: Cry, Cry, Cry, Folsom Prison Blues e soprattutto I Walk The Line. Si guadagna il soprannome di “Man In Black” a causa del suo look scuro in onore degli oppressi.
Non a caso diviene il cantante preferito dai carcerati. Si esibisce spesso nelle prigioni, stringe la mano ai detenuti, i quali sentono che quel tipo non è un chiacchierone da strapazzo e sa cosa significhi sbagliare, dover pagare per i propri errori.
Johnny Cash dice che nelle vene gli scorre sangue cherokee ma questa sua parentela con i pellirossa non riuscirà mai a provarla sul serio. Certo sarebbe ancora più significativo se discendesse da uno dei popoli più penalizzati della Storia.
Vero o no, nulla toglie al simbolo che Johnny finisce per rappresentare. Con la sua voce profonda passa dal country al rock e al gospel con dolorosa agilità. La Sun cerca di trasformarlo nel nuovo Elvis (visto che il re li lascia per andare alla RCA) ma Johnny non si trova troppo bene in questa veste e nel 1960 passa alla Columbia con un contratto che gli garantisce maggiore libertà creativa.
Le droghe pongono fine al suo matrimonio e, a causa dello stato pietoso in cui lo riducono gli eccessi, è spesso costretto ad annullare i concerti. Ben presto arriva anche la prigione. Lo arrestano a El Paso per aver cercato di introdurre illegalmente delle amfetamine.
Neanche a dirlo si ritrova a scontare la pena proprio a Folsom! Di seguito lo mettono dentro, ancora e ancora per detenzione di marjuana e violazione di domicilio, quando ritrova nel giardino di qualcuno senza sapere assolutamente il perché.
Lo processano e condannano anche per aver dato fuoco a un bosco intero. Lui però non sa in cuor suo se sia innocente o colpevole dato che non se lo ricorda. Una volta lo trovano nudo e addormentato nella macchina di un altro.
Nel 1967 va in overdose e per poco non ci rimane. Ha anche un terribile incidente da cui esce vivo non si sa come. È pieno di droghe, non sa chi sia.
Sa solo che non voleva più esserlo.
Alla fine capisce di aver toccato davvero il fondo; il demone del rock è lì con un badile, sornione e sghignazzante. Johnny Cash però cerca di reagire.
Nel mondo del rock non ci sono soltanto diavoli ma anche angeli, è come una battaglia divina per alcune delle anime più ricche, poetiche e succose di tutta la razza umana. June Carter non è solo la ragazza più carina e di talento che Cash abbia mai incontrato, lei rappresenta la mano tesa di Dio.
Lui la sposa e per la prima volta in vita sua sente di aver fatto una cosa giusta. Poco tempo dopo il matrimonio incide uno dei brani più celebri della sua carriera, Ring Of Fire, da quel momento le cose si mettono bene.
A volte il più grande dei fallimenti di un uomo è raggiungere il successo e scoprire che non è la cosa di cui aveva bisogno. Johnny Cash ottiene fama e soldi ma anziché sentirsi felice, si spaventa e finisce per rifugiarsi nelle droghe, il libertinaggio e la violenza.
Comunque sopravvive e scopre di essere stimato da un sacco di musicisti. Tra loro c’è Bob Dylan, con il quale scrive una ventina di canzoni in quella che diventa una collaborazione piuttosto chiacchierata.
Ma la bestia dentro di lui è chiusa in una gabbia fragile e Johnny Cash deve continuare a conviverci. Ci sono delle tremende ricadute, come quella volta in cui si esibisce davanti alle truppe in Vietnam in uno stato tale che tutti provano vergogna per lui. June però rimane al suo fianco e lo aiuta sempre a rialzarsi.
Negli anni 80 i suoi dischi smettono di vendere e la sua carriera di cantante si blocca. Deve aspettare la decade successiva e il genio del produttore Rick Rubin per risorgere e chiudere in modo trionfale il suo percorso artistico.
Fisicamente è messo sempre peggio. I problemi di salute, una volta libero dalle amfetamine, lo portano alla dipendenza da antidolorifici. Respira a fatica e il diabete lo sta rendendo quasi cieco ma non si decide a morire.
Sopravvive alla furia di uno struzzo e a un gruppo di banditi che entrano in casa, tenendo in ostaggio lui e tutta la sua famiglia.
Sopravvive a tutto, ma non alla morte di June. Quando nel 2003 lei se ne va, la raggiunge quasi subito.
Nel 2007, quattro anni dopo la morte del “Man In Black”, un misterioso incendio divora la casa in cui Cash e June hanno passato gli anni migliori della loro esistenza.
Mefistofele non rinuncia mai alla teatralità.