Bari non si Lega! (19-02-2019)

È facile nascondersi dietro un avatar o un acronimo. Metterci un nome, una faccia non propri, pulirsi lo stomaco contro il nemico, uno qualsiasi e poi tornare a masturbarsi come niente fosse accaduto. Sborrando al suono di cicalino dei commenti ricevuti sotto al posto. Che importa se negativi o positivi? Siamo nell’epoca del social dove ciò che conta è apparire (o se volete, che qualcuno perda tempo con noi).

Lo sanno bene i nostri politici. Che poi nostri, ma di chi? Io manco ho votato per loro.

Il 19 Febbraio a Bari abbiamo deciso di rispondere NO, con la nostra voce. Urlare NO, senza paura di ritorsioni. A viso scoperto, con i nostri nomi pronti a essere elencati uno per uno, perché non si vive di sole minacce. E se poi davvero bisogna temere la minaccia per la libertà di pensiero, allora qual è realmente il concetto di democrazia?

Salvini è sceso a Bari per continuare una propaganda elettorale inconclusa, almeno fino a quando il Verde non sarà l’unico colore della bandiera italiana. Perché un tricolore, quando ne basta solo uno di colore? Verde, come il colore dei soldi, così dicono in America.

E allora Romito per quel colore cambia partito, come tutti del resto. Ma cazzo? Parli di libertà, di democrazia e poi uno non può cambiare partito con cui legarsi? Certo, come forse qualcuno trova giusto che un soldato di fronte alla sconfitta del proprio battaglione rubi i vestiti d’un avversario morto per scampare alla sconfitta. Chi se ne frega se quello mi ha chiamato cane terrone, quando in fondo l’unica cosa che conta è la vittoria? Ma la vittoria a scapito di chi?

Quando lo zoccolo indica la luna lo stolto guarda lo zoccolo. Ed è ciò che sta accadendo. Del resto il nemico era prima il SUD, i terroni, “gli africani”, come ci chiamavano del resto i leghisti originali. Mia madre mi raccontava quando la prima volta scesero i polentoni al Sud dopo l’unificazione d’Italia e s’aspettavano di trovare le capanne di paglia. Ragazzi, capanne di paglia in cui magari l’attività quotidiana era l’incesto, giusto per non farci mancare nulla, quando noi gli abbiamo esportato la cultura: Verga, Brancati e Pirandello, per dire tre dei più importanti.

I tempi però sono cambiati, Salvini s’è stancato di puntare il dito sempre verso lo stesso punto e ha iniziato ad avvertire la paura che qualcuno, fissando la luna esclamasse: “ehi, a me sembra che tu abbia puntato il nemico sbagliato. E poi che palle!”

Quindi lui che fa? Mi sono sbagliato, dice, in realtà l’Italia è sempre stata una nazione bella così com’è, unita. E Roma non era la vera ladrona, ma Bruxelles. E quindi mette insieme il lusso di due pensieri in uno. L’Italia diviene il nuovo SUD dell’Europa. E L’Europa è l’infame traditrice che ci deruba della nostra dottrina, del denaro, imponendoci regole assurde e debiti impossibili, chiamandoci anche stupidi e ignoranti.

MA con la forza del Nord, unico porta-voce di sobrietà e costituzionalità contro i ladroni europei, le cose cambieranno. Quindi ogni parola che Salvini pronuncia dalla cattedra d’oro placcata è menzogna. L’italiano non deve credere a una puttanata simile, perché prima che europeo, tu appunto sei ariano italiano.

Che è come quando in America gli stati confederati del Sud dichiararono guerra a quelli del Nord. La storia insegna che il razzismo non vince mai, indipendentemente dai martiri che ci dona.

Io mi sono sempre considerato comunista, fin dal primo momento che scoprii questo filone di pensiero. Aborro i movimenti populisti, come ogni forma di razzismo, perché in un mondo dove le uniche linee di confine sono mari e monti che abbiamo imparato a superare per comunicare con persone lontane alla conquista anche di nuove terre, non capisco allora perché io debba credere in una linea immaginaria.

Garibaldi è nato Italiano, ma è morto Francese.

Un percorso delineato da binari decisi dal governo perché ha paura dello scontro. E cosa gli avremmo urlato? Un vaffanculo?

Io ne ricevo sei al giorno circa, tre dei quali allo specchio, ma non vado certo a piangere tra le braccia di mia madre perché qualcuno m’insulta.

Potrei stare ore anche a parlare delle migliaia di stronzate che questo (non) governo sta facendo, ma a che pro? Qualcuno mi darà ragione, qualcuno mi darà torto e tutti di nuovo con la mano nei pantaloni ad aspettare un commento.

Ciò che dovevo urlare, ciò che chi anche non ha bocca, ha urlato, è risuonato come un eco nelle strade di Bari, accompagnato anche da musiche, perché il divertimento, la cultura e l’arte non devono mancare in una società che si definisce democratica, pure in un momento di grande incazzamento.

Mentre lui, Salvini, si asserragliava sul palco assieme al suo nuovo lecchino, uomini, donne, bambini, equini, indipendentemente da colori e nazioni era riunito sotto un unica parola: Umani.

Non faccio la retorica sul concetto di umanità, perché siamo una razza bastarda, egoista e infame. Altrimenti come lo spieghi quell’altro palco? Siamo tutti esseri umani, anche quelli che disprezziamo.

E la differenza in cosa consiste? Nella cultura. Perché mentre lì sprigionavano ignoranza populista, perle a porci che s’accontentano delle briciole, minacce contro un nemico già sconfitto e ucciso più volte, ora che lo straniero l’avete letteralmente affogato, affossato, dissanguato e deturpato, perché sono ancora povero?

Mentre ciò accadeva, ho visto di fronte a me una madre con due bambine mentre spiegava loro il perché di questa manifestazione. Un ragazzo mi si è avvicinato chiedendomi il significato di quella bandiera rosso-nera. Gli ho risposto che è il simbolo della nostra battaglia, perché oggi tra me e te non c’è distinzione. Siamo entrambe persone, e basta.

Poi leggete il mio messaggio, interpretatelo come meglio credete, che cazzo me ne frega del resto?

Io il 19 Febbraio ero li per dire NO alla politica della (In)sicurezza, perché se un governo mi cianca che ‘devi armarti per difenderti in casa tua’, allora io che cazzo lo voto a fare?

Se un governo mi dice che il nemico è il debole a cui hanno tolto anche la dignità, allora io che cazzo lo voto a fare?

Salvini si presenta col rosario in mano, orgoglioso, ma dimentica che un uomo disse: “Avete inteso che fu detto: Occhio per occhio e dente per dente; ma io vi dico di non opporvi al malvagio; anzi se uno ti percuote la guancia destra, tu porgigli anche l’altra; e a chi ti vuol chiamare in giudizio per toglierti la tunica, tu lascia anche il mantello. E se uno ti costringerà a fare un miglio, tu fanne con lui due. Dai a chi ti domanda e a chi desidera da te un prestito non volgere le spalle”.

Non sono credente, ho smesso di esserlo la prima volta che vidi il telegiornale e scoprii che anche i bambini vengono uccisi e gli adulti voltano le spalle a queste bare bianche, però credo certi argomenti debbano essere universali.

Sono anti fascista, sono comunista, sono Terrone, ma sopratutto sono una persona come tante.