Questa è la recensione di Horstrumental degli Stoned Horses, uscito nel 2018 o giù di lì.
E certo, con un titolo così, noi di Sdangher non potevamo proprio esimerci dallo scrivere qualcosa sugli Stoned Horses. Sono alla seconda prova (anzi, provetta, visto che si tratta di un demo pubblicato su bandcamp). Vengono dal Canada, Quebec, ed è per questo che alcuni dei pezzi sono titolati in francese (Le calumet, À 2 jours de cheval).
Se non altro non sono franzosi. Noi non li sopportiamo tanto i franzosi, nemmeno se equini.
Comunque il lavoro degli Stoned Horses non è niente di che. Risulta che abbiano un cantante ma forse hanno litigato o magari quel giorno in cui avevano prenotato lo studio per le registrazioni lui è stato impossibilitato a presenziare, magari causa una diarrea tremenda come ne capitano in Canada, nella regione francese.
Quindi questo è un album, lo dice il titolo, strumentale. Lo è interamente. C’è un basso, una chitarra, una batteria che riciclano le solite paccottiglie delle band stoner (qualche riffone pentatonico a rilento, un doom allegrotto in stile Children Of The Grave e più o meno fermati lì).
Probabile che gli Stoned Horses abbiano lavorato sodo per tirar fuori delle versioni definitive di questa roba ma l’uso reiterato di cannabinoidi deve averli resi così disorganizzati da dimenticarsi le strutture e così, una volta attaccati gli strumenti al mixer, si sono guardati negli occhi, hanno gridato il verso dell’Alce e il resto è quello che sentite.
Mi piace il nome e soprattutto il titolo della quarta traccia, My Horse is Faster than Your Bike, che per certi versi è un buon gonzo-billy da suonare a qualche ritrovo di capitani Mark in pensione.
La copertina seduce, a dir poco. E da quella ho giudicato gli Stoned Horses. Non si giudicano i libri dalla copertina né i cavalli dalla sella, ma a volte si commette questo tremendo errore. Spero facciano di meglio in futuro e rendano giustizia al loro horsicker.
Sarebbe un peccato sprecare tutti questi horse di qua e horse di lì solo per nominare un altro cazzo di demo. Ma chi li fa più i demo, nel 2019? O meglio, chi li chiama più così. Avrebbero potuto spacciarlo per un EP, come fanno tutti no?
No. Il demo è vintage. Come vedete dalla copertina scannerizzata probabilmente c’è la cassetta, TDK, con la striscetta bianca appiccicata con su scritto in pennarello Horsturmental – Stoned Horses. Beata gioventù.
In futuro magari ci sarà il cantante. Se peròè il classico negato che si impelliccia di effetti echo la voce e imita Ozzy spaventato che cerca la mamma all’asilo, allora restino pure così, gli Stoned Horses.
Lunga vita ai cavalli, comunque!