Non ce ne frega molto di Keith Flint. Non siamo fan dei Prodigy e la loro musica non ha rappresentato una svolta esistenziale per nessuno di noi cavalli coinvolti in questa horsezine. Per lo più la loro musica è sempre stata un fastidioso ronzio tra Pantera e Slipknot, Dissection e Berzerker, Paradise Lost e TON. Ma potremmo cambiare idea, ora che il loro cantante si è ammazzato. Già siamo più interessati, sapete? Che poi c’erano cose fiche riguardo i Prodigy, siamo sinceri. Almeno il videoclip di Smack My Bitch Up. Con nostra somma delusione non è un pezzo misogino come pensate voi, dice ossessivamente sculaccia la mia puttana ma è un gergo da rave che vuol dire: lascia fluire l’energia. Il clip però ci è piaciuto. L’ha diretto Akerlund, il regista di Lords Of Chaos.
Ma basta parlare di Lords Of Chaos.
Quando i Prodigy non se li filava già più nessuno, fecero un EP (2002) intitolato Baby’s got a Temper. Col relativo brano girarono un clip. Forse una delle cose più fiche della band, dopo il periodo d’oro anni 90. Probabilmente si tratta di uno dei video più indigesti del nuovo millennio, è molto sdanghero: ci sono queste donnine a tette all’aria che mungono vacche il cui latte provoca sballi micidiali agli avventori che si affollano intorno al mammellame multirazziale. Il video è diretto da un collettivo di svervegici chiamato Traktor e ora che tutti avete il cuore provato dalla morte triste di Keith Flint, potreste approfittarne per guardarlo di nuovo e magari vederlo sul serio.
Capiamo che nel 2002 avevate altre band per la testa: tipo Korn e Limp Bizkit, e non potevate dar retta ai redivivi Prodigy.
L’operazione Baby’s Got A Temper, trae spunto da una serie di fatti di cronaca di stupri in discoteca prepetrati usando una droga: il Rohypnol. Le vittime, tra la sostanza infingarda e la techno martellante finivano trombate senza volerlo. Non solo erano incapaci di opporsi, ma dopo nemmeno ricordavano cosa fosse successo.
La band inventò per il video questa situazione dei tre amministratori di una gigantesca fattoria che offre “latte più”. La gente vi si ammassa, in preda a una frenesia violenta e panica. Dopo l’orgia di latticini sprint, i tre amministratori della fattoria, vale a dire i Prodigy, tolgono le tende, i vestiti di scena e rivelano l’aspetto di tre insulsi impiegati in giacca, cravatta e 24 ore, mentre tornano a casa, soddisfatti e pieni di soldi.
We love rohypnol,
She got rohypnol
We take rohypnol, ripete Keith Flint. Niente male, no? Adesso magari lo faranno passare per un animalista e un rispettato artista britanno. Un cazzo.
Il mondo ha una fame di martiri incessante. E l’industria musicale sembra quasi essersi adeguata alla domanda, offrendo suicidi un tot all’anno. La gente non si capacita di quanti musicisti del pop e del rock muoiano così di frequente. Si ipotizza un virus o addirittura Heavy Bone.
Keith Flint si è ammazzato, questo sappiamo. Non ci pareva così giù, dicono tanti che non l’hanno nemmeno visto su un palco in tutta la vita. I poliziotti l’hanno trovato morto e non si sono azzardati a proclamarlo suicida. L’altro Prodigy Liam Howlett non vedeva l’ora, invece. Su Instagram infatti ha scritto subito che l’ex collega e amico se la sia squagliata.
Eh, questi divi dell’anticonformismo… ci danno così tanta gioia ed energia, ma nel mentre loro si deprimono sempre di più fino all’atto sciagurato di saltar via dalla giostria quando è ancora in movimento.
Però noi non abbiamo bisogno di loro. Ci serve la musica per la giostria. E i Prodigy di musica figa per la giostra non riuscivano più a realizzarne da tempo. Keith Flint nel suo piccolo, all’inizio del millennio, provò pure a fondare una band sua: i Flint. Ve li ricordate? No. Gli andò molto meglio come pilota di auto e nelle relazioni con efebiche starlettine in rampa di lancio.
Per carità, non c’è alcun sotteso moralistico. Ognuno fa ciò che desidera con il proprio pene, il culo, le macchine, e i soldi che guadagna. Keith Flint ne spese una caterba per realizzare un lago artificiale nella propria villa ma era liberissimo. Peccato che quel laghetto non l’abbia salvato e ora è morto.
Vorremmo parlare un po’ male di Keith Flint, giusto per riguadagnare sul sentimentalismo dilagante, ma non ci riusciamo. Su internet praticamente non c’è nulla di scabroso, polemico o scandalistico su di lui. Anzi, non c’è proprio niente. Se si scrive il nome su google vengono fuori 20 pagine in cui si è ammazzato.
Sembra che quest’uomo nella vita si sia solo suicidato.
Due o tre cose però le abbiamo scovate. Le volete sentire?
Due anni fa Keith Flint ha avuto il suo daffare a discolparsi da accuse animaliste, in seguito a una serie di foto in sella a un cavallo, mentre partecipava a una battuta di caccia alla volpe. Lui scrisse su Facebook che era una simulazione e che non aveva mai cacciato animali in vita sua, ma il gruppo di hakers Anonymous non se la bevve e attraverso un video messaggio gli promise una visita; probabilmente sulla pagina fb di Flint. Non ce li vediamo gli Anonymous a fargli le scarpe a casa, in prossimità del lago artificiale.
Altra cosa poco tenera nei confronti di Flint è questa. Mentre oggi il mondo lo piange, qualche anno fa, lo rifiutarono come persona poco gradita. Alla National Portrait Gallery Inglese, allestirono una mostra intitolata Icons Of Pop 1958-1999. Qualcuno ritenne cosa buona e giusta proporre anche il faccione linguacciuto di Keith Flint ma i responsabili della galleria non approvarono perché i finanziatori non ritenevano il cantante dei Prodigy, abbastanza degno da stare vicino a Beatles e Who.
Oggi probabilmente la penserebbero in un altro modo.
E anche gli avvocati che impedirono un film sulla band. Immaginiamo che qualcuno stia già riprendendo in mano il progetto.