The Spell è un album dei Cellar Darling, prodotto dalla Nuclear Blast.
Cosa porta un rude centauro a parlare di un disco che tutto è tranne che metal?
Me ne stavo come sempre a trafficare nel mio accogliente garage, quando mi è arrivato questo promo del nuovo lavoro dei Cellar Darling. Copertina elegante e surreale, raffigurante una donna che si arrotola con un’inquietante figura misteriosa in una sorta di danza metafisica.
Lei stringe in mano un cuore (l’organo, non il disegnino scemo), lui una clessidra…
Ovvio che mi sia salita la curiosità centaura a mille.
Cosa so dei Cellar Darling? So che sono svizzeri, che vengono dall’esperienza fatta negli Eluveitie, dove hanno precedentemente militato, ma hanno preso le distanze in maniera chiarissima dal gruppo folk metal di provenienza, dedicandosi a costruire un proprio sound completamente diverso.
Lo stile della loro musica è caratterizzato principalmente dalla incredibile Anna Murhy, voce, suonatrice di ghironda (sì ho detto proprio ghironda, lo strumento medievale con la manovella, le corde e i tasti) e pure di flauto traverso, che dà prova delle proprie capacità in questo disco strano ma affascinante.
La accompagnano Ivo Henzi alla chitarra ed al basso e Merlin Sutter alla batteria, rendendo possibile questo “incantesimo”con un lavoro preciso e pulitissimo.
Ma in pratica, diranno coloro che non conoscono il gruppo, cosa fanno questi Cellar Darling? Difficile dirlo in breve, fanno ciò che gli pare, sperimentano, cercano suoni che spaziano dal metal al folk alla musica classica, creando un loro sound assolutamente differente da tutto il resto.
I Cellar Darling stravolgono di continuo l’ascoltatore con una capacità camaleontica di cambiare sembianze. I loro pezzi danno l’impressione di essere finiti in una sorta di altra dimensione, hanno un che di progressive dal sapore vintage. In due parole: sono unici.
The Spell è un disco raffinato, ricercato, ben prodotto. I testi lo rendono un “concept album” essendo tutti parte di un’unica storia che narra d’una giovane che incontra la Morte (si il “Triste Mietitore”con la falce e la clessidra, allegria allegria!) e se ne innamora perdutamente. Ogni canzone è un tassello della storia e ogni parte ha un suono che caratterizza una diversa atmosfera.
Pezzi come Drown, singolo usato per presentare l’album al pubblico, e Insomnia, che i nostri Cellar Darling dicono di aver composto dopo giorni interi passati senza dormire in attesa dell’ispirazione che non arrivava, sono diversissimi se presi singolarmente ma finiscono per contribuire alla composizione di un’opera armoniosa e complessa.
Pur essendo immerso in una cappa a tinte oscure, The Spell risulta un lavoro diverso da tutto ciò che il mercato propone in questo momento: è bizzarro, onirico, delirante. I video che supportano alcuni dei brani in rete (io sono andato a vedere The Spell, Death e Insomnia)sono un insieme di immagini disegnate a tinte fosche che dà l’idea di quanto il gruppo possa essere creativo (e anche un po’ fuori di testa, in senso buono intendo).
Come si può non sentirsi coinvolti da pezzi come Freeze o la delicatissima Death Part 2 che chiude la storia e l’album?
Hanno quasi commosso persino me.
Lasciatevi trasportare dalla loro creativa e dolce magia e vedrete che i Cellar Darling sapranno meravigliarvi.