Something Wicked Marches In è un disco dei Vltimas, prodotto dalla Season fo Mist.
Cosa succede se tre pezzi grossi del metal decidono di mettere su un progetto? Che nasce un album della madonna. Col cazzo, si direbbe in genere, ma invece è proprio cio’ che è accaduto qui. Something Wicked Marches In è un album della madonna.
E cosa succede se un uomo con il fetish per i cappelli che manifesta forti sintomi di crisi di mezza età decide di prendere una pausa dal coverizzare i suoi stessi pezzi? Compra un altro cappello. È davvero tutto così easy. Però per ovvi motivi equini preferivamo quello alla fagioli western.
Con la stessa semplicità poi si ascolta pure questo primo album, targato Season of Mist, di questi signoroni denominati Vltimas.
Gli Vltimas sono, all’ordunque, la superba unione di tre nomi ben rinomati nel metal quali David Vincent (voce e basso dei Morbid Angel), Rune “Blasphemer” Eriksen (chitarra degli Aura Noir e ex dei Mayhem) e Flo Monier (batterista dei Cryptopsy).
Something Wicked Marches In è un tripudio di arte metallara dura quanto il titanio che avanza peccaminosamente nella scena impigrita e sonnolenta. Siamo sul black-death, con a mio avviso toni più di morte che oscurità, ma con una legittima dose di cruenza svervegica data dai riff incazzati, caotici ma melodiosi di Blasphemer, messi in riga dalla tecnicità percussiva di Monier e conditi dalla morbidosità di Dave.
La buona riuscita dell’album, poi, è soprattutto dovuta nelle “doti canore” di quest’ultimo. Il growl di Vincent non è mai scontato, ma perfetto in ogni suo singolo vibrato e gorgoglio, deciso ed estremo nel non essere estremo come solo un veterano del suo calibro può permettersi. Dave non fa metal, è lui stesso il metal.
Nonostante Something Wicked Marches In più suda e più sa di fresco, puzza molto di anni novanta (e sta cosa ci gusta) con del buon sano old school death, che non fa mai male, e sferza la scena senza troppa fatica, facendosi largo tra band che in genere di estremo hanno solo l’illeggibilità dei loro loghi.
D’altro canto c’è da dire che nonostante la professionalità non sia discutibile, di imprecisioni non se ne avvisti neanche l’ombra, l’album sembra avere un’impronta un po’ carente, fiacca. In alcuni pezzi manca la scintilla che ti fa nitrire di piacere, come se i membri, in particolare voce e chitarra, siano troppo orgogliosi delle proprie capacità per mettersi davvero in gioco l’uno con l’altro.
Tuttavia Something Wicked Marches In è una premessa più che buona, merita indubbiamente l’ascolto e l’acquisto e, sebbene non abbia nulla di riconducibile al progetto I Am Morbid, (o la prima tribute band con vocalist originale o la cover band più costosa della scena metal) è pertinente citarlo se si parla di Vltimas e paragonare le esecuzioni “canterine” del vocalist Vincent che, buon per tutti, in questa produzione si mostra più agguerrito e magari anche più motivato del recente passato.
Suvvia Dave, capello da cowboy in testa, marcia sulle dune più cattive e cerca di non far arrabbiare più la mamma di Trey, che comincia ad avere una certa età.