Internet è un posto fantastico. Puoi farci veramente di tutto, persino contattare Eric Wood per proporgli uno split d’una registrazione di voi che cagate nel cesso. Purtroppo ha rifiutato, ma è il pensiero che conta.
Puoi anche trovarci davvero di tutto. Lo sapevate che online c’è il primo LP di Charles Manson? E persino il video integrale dell’esecuzione di Mussolini? E non dobbiamo neanche scavare nel deep web. Ma questa sovra-informazione non è forse una lama a doppio taglio nelle mani dei bambini drogati? Ne discutevo col Padrecavallo, tra una registrazione al cesso e una per le strade, e pensavamo all’overdose musicale che sopratutto noi recensori subiamo.
Se vi sono capitate giornate in cui ne avete avuto abbastanza di ascoltare musica, di rigurgitare growl, riff power metal fulmicotonio, band thrash metal con e senza l’h a fare la distinzione, non avete idea dell’orribile vita d’un recensore.
Non avete idea di quanti album riceviamo al giorno, e siccome spedire una mail non costa niente, stiamo lì a fare cernita di migliaia di album digitali che si accumulano nella nostra scrivania virtuale. È finito il tempo in cui i CD ti arrivavano via posta e stavi a selezionare, distribuire e usarli come sottobicchiere se proprio erano cagate immonde. Mo per farlo devo andare a spendere pure i soldi per un cd vuoto, e perdere pure tempo a masterizzarlo, così da mandare una foto al gruppo mentre gli urlo “ecco per cosa è buono il vostro disco!”.
Se lo avessi fatto dieci anni fa, il masterizzato mi sarebbe costato cinque euro dopo aver atteso due settimane che scendesse da emule.
Internet si è velocizzato, ma anche i sistemi di distribuzione warez sono cambiati. Quando avevo sedici anni giocavo spesso alla Xbox, il primo modello. I giochi “non ufficiali” erano difficili da reperire. Dovevi trovare il tipo che li vendeva, che aveva i titoli che cercavi e sopratutto il prezzo che potevi permetterti. Ne trovai uno finalmente, ma che inferno!
Prima mi spulciavo il magazine ufficiale, mi spolpavo anche i demo contenuti nel disco omaggio, imparavo a memoria i video in anteprima e occupavo il cesso le ore, studiando le recensioni e le anteprime. Selezionavo il gioco migliore, tra genere e voto, andavo dal negoziante e se ero “ricco” gli chiedevo la copia ufficiale, altrimenti quella sotto banco. Ma la seconda, che attese!
Andavi lì e ti faceva vedere la barra di emule più microscopica del suo pene. “La connessione è lenta, ci sono poche persone a condividerlo”. È la stessa balla che hai usato con tua moglie?
Le scuse erano tante e le settimane diventavano un mese, ma quando poi il disco era tuo lo esploravi per giorni e giorni. E oggi? Un click su un blog russo, tempo venti minuti, installi e ti sei già scocciato del titolo del momento. E in musica non è che la situazione sia andata molto più lontano. Il pubblico si è adeguato, e non è che il settore faccia molta differenza in questa generazione dell’usa e getta. Ma, ed è qui che il padre cavallo mi è stato utile: forse dobbiamo suddividerci oggi in nuove categorie di consumatori, che useremo per la scena metal, però non vergognatevi se anche in altri settori vi riconoscete, perché questi sono il risultato di una lenta e interminabile evoluzione. Questi sono gli ominidi che compongono il mercato, almeno secondo noi.
Amish
Chi sono gli Amish? Citando Hollywood e internet…
Sostituiamo ora Amish con… Metallaro. Elettricità con… download digitale e religione con Il Metallo. Dio sono le band storiche fino al… dai 1995, perché voglio metterci anche un po’ di black metal, ma solo quello trve. L’unico modo che hanno per venerare Dio è comprando i cd, o meglio i vinili, perché il cd già è uno strumento umano che può portare alla corruzione. Masterizzare i cd è sbagliato, a meno che non gli serve una copia di back up per il lettore della macchina, che però è così vecchia che legge solo i nastri e quindi spendono dieci euro per una singola cassetta vergine da girare con la biro. Il digitale è uno strumento inventato dal diavolo, in studio di registrazione e nella distribuzione stessa. Puoi acquistare online, ma solo se non esiste un negozio di dischi da supportare nel raggio di cento chilometri. Se vai ai live devi per forza comprare un disco, una maglia e tre toppe, una da schiena per forza. Non supportano le local band, le band straniere e i concerti in generale, ma si lamentano con i figli della sorella che non esistono più i live come li hanno vissuti loro. Preferiscono chiudersi nel pub a bere una pinta da venti euro ascoltando la cover band degli Ac/Dc del cugino.
Net Generation (o Millenian)
Nome abusato che indica alla perfezione la generazione attuale. Loro non sanno manco cosa sia il cd, al punto che quando ne vedono uno scappano terrorizzati dal cugino hipster per capirne la funzione. Il vero problema dell’hipster non è la totale ignoranza sui supporti defunti, ma l’incapacità stessa di creare un legame con le sue passioni, ridotte a mera colonna sonora per un mood giornaliero fatto di playlist spotify e librerie Itunes. Se l’Amish vi rompe il cazzo spiegandovi perché The Number Of The Beast è stato il miglior disco della storia, il millenian altresì conosce solo il singolo The Number Of The Beast, estratto dalla playlist “energia vitalizzante per superare la giornata di scuola”. Non conosce gli Iron Maiden, perché non gliene frega di chi sta cantando. La musica è come tenere accesa la TV, o alla meglio come giocare al calcetto con gli amici… mo amici? Persone che se sparissero dalla sua vita avrebbe una reazione tipo Dustin Hoffman quando incontra Tom Cruise in Rain Man. Potremo avere le stesse reazioni di rabbia quando la rete 4g passa in 3g, rallentando il caricamento del video youtube col singolo che ha segnato la sua migliore estate di sempre, nonostante lo ha scoperto cinque minuti fa.
Sdangher
Gli sdangher sono degli Amish evoluti, che rubano qualche idea dalla Net Generation. Innanzitutto siamo poveri, quindi a fine mese dobbiamo decidere se pagarci la connessione internet o comprare un cd limited edition da trenta euro. Siccome siamo anti materialisti, non crediamo nella resurrezione delle carni, tanto meno nell’utilità d’un cd che lasceremo impolverare nella libreria. Meglio comprare un libro, anche se non lo leggeremo mai. Ogni tanto andiamo ai concerti e se la band ci piace compriamo pure un cd, ma la birra la acquistiamo prima al discount. Crediamo nei nuovi supporti musicali, quali gli mp3 e lo streaming, ma non per questo ne abusiamo in malo modo. Le playlist le aborriamo, perché siamo cresciuti a pane e compilation, quelle vere fatte dagli artisti, quindi preferiamo scaricare un disco sano e ascoltarlo tutto. Non ridistribuiamo mai ciò che scarichiamo, perché in fondo siamo sanguisughe, ma se una band ci chiama, il culo quasi quasi lo alziamo.
E voi a che categoria appartenete?