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Il ritorno di Thor (non il figo dei film Marvel ma quello vero che aveva i capelli come He-Man)

Il ritorno di Thor con un disco che si intitola Hammer Of Justice.

Nella mia oscura tana/officina suona il telefono. Seguendo il cavo (no cordless, solo telefoni in bachelite grigia con il filo nel mio garage) tra pistoni usati, vecchi copertoni e caschi coperti di rune lo trovo e rispondo.
-si? Oh, Padrecavallo, ciao, dimmi… mi hai mandato cosa? COSA!??Ma certo che mi ricordo Thor, credevo ormai avesse deciso di dedicarsi a bocce e cantieri come gli altri pensionati… Non ci credo, un disco nuovo? Ma quel Thor? Quello che piegava barre di ferro sul palco e scoppiava le borse dell’acqua calda soffiandoci dentro come il nostro Beppe Maniglia (sul quale sto preparando un articolo, tra l’altro)? Ma davvero o mi prendete in giro dalla redazione?

Subito pensavo a uno scherzo davvero sdanghero, ma invece no! Il buon vecchio Thor, non del tutto conscio del fatto di essere diventato un allegro pensionato imbolsito (e con difficoltà motorie evidenti) ci riprova!

Riunito un gruppo di gente rassegnata che deve aver rimediato in giro, Thor ci degna del suo interesse e ci fa dono di una perla da aggiungere alla nostra collezione.

 

Hammer of Justice, il nuovo lavoro dell’ex muscoloso cantante canadese, lo vede alle prese con un metal classico e non troppo spinto. La perfezione è lontana anni luce, ma credo che il buon Jon Mikl Thor non la cerchi nemmeno, lui è felice di sentirsi “gggiovane” e balzella su e giù per il palco, a rischio ossa rotte tutto il tempo, come si evince dai video live.

Sì, ho detto live e lo ripeto, perché nonostante tutto (un TUTTO enorme) il nostro eroe senza età si ostina a profondersi in performance live degne di Benny Hill in armatura.

Un indiscusso capolavoro neoclassico resterà nei secoli il meraviglioso video di Thor Beginning V2 che potete reperire sul profilo facebook della band, andate a vedervelo, non ve ne pentirete, la restituzione della borsetta rubata dal cattivo chiattone con la t-shirt degli Gwar (si chiama Eric Viert, e poi non dite che il centauro non sa dare info interessanti, io lo seguirò sui social tutta la vita dopo tale performance meravigliosa) non ha prezzo e commuove più degli effetti speciali (che da soli varrebbero la visione).

Asylum fatti da parte, è arrivato Thor.

Tornando al disco abbiamo una serie di pezzi ascoltabili ma senza urgenza, il coretto più esilarante di tutti i tempi (intorno al minuto 1 di Return of the Thunderhawk, non chiedetemi di riascoltarlo, vi prego), alcuni assoli passabili di chitarra di John Leibel e poco altro di veramente importante.

Una copertina minimale che mostra il dio del Tuono armato di martello in bianco fumettoso su sfondo blu completa il quadretto.

Pezzi migliori? Dai su ragazzi, siamo seri, io ammiro molto il buon Jon ed i suoi amici ma la voce non regge, per tanto che si possa provare a fare miracoli con la post produzione, aggiungere effetti e cori (no pietà, i cori no, vi prego).

Musicalmente alcuni riff restano in testa e la sezione ritmica è senza infamia, ma per il mitico Thor temo sia giusto pensare ad una dignitosa pensione.

Lo dico senza alcuna cattiveria, mi è davvero simpatico questo ex attore ed ex culturista che ha addirittura pensato un progetto punk in passato, ma arriva un momento nella vita di un uomo…