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Paragon – Il culto che non tradisce!

Controlled Demolition è il dodicesimo disco dei Paragon, pubblicato ad Aprile 2019 dalla Massacre Records

Anthem vecchia scuola!

Costruire un buon parafango posteriore dal nulla, con una lastra di ferro, un cannello per scaldare, martello e pinze è difficile. Quando un centauro si accinge a cotanta opera, divenendo moderna incarnazione di titanici culti, tutto intorno a esso deve essere perfettamente adeguato. Oggi, volendo creare uno di tali oggetti dalla duplice valenza di salvare le parti basse dall’acqua e accrescere il mio scarno conto in banca (sono un centauro moderno io, che credevate) ero preda di un affanno terribile. Perché? Perché non trovavo l’ adeguata colonna sonora! Nulla è più tremendo che essere di fronte all’incudine senza nulla di adatto nelle cuffie!

Meno male che Padrecavallo, qualche giorno fa, mi ha inviato un disco da recensire perfetto per l’occasione, togliendomi dall’impiccio di scegliere. Trattasi dell’ultima fatica dei Paragon, gruppo storico del metal, dal suono power più massiccio e pesante.

In azione dal 1990, questo quintetto di tedeschi ha sfornato ben dodici album, uno più bello dell’altro, dei quali questo Controlled Demolition è il più recente.

Parlando di loro va detto subito che sono coerenti e che sanno cosa rende felici i loro fans affezionati; i Paragon sono più che altro uno di quei gruppi di culto capaci di non tradire praticamente mai le aspettative. Se ne fregano di vendere milioni di copie e portano avanti il loro personale stile senza rallentare o diventare meno violenti per aumentare guadagni o fama.

Sono bravi nel loro lavoro: Andreas Babuschkin è un cantante dal timbro particolare che ci vuole un attimo ad apprezzare appieno, ma poi si fa voler bene con quella voce strana che affascina l’ascoltatore, il duo chitarristico Kruse & Bertram sa come coinvolgere senza mai diventare noioso e la sezione ritmica Bunning-Teckenburg è una macchina tritatutto che va come una locomotiva lanciata a tutta birra nella Ruhr. Non che ci aspettassimo nulla di meno, per altro. Già il loro precedente lavoro, Hell Beyond Hell, uscito nel 2016, mi era piaciuto tanto da averli subito messi nella mia top 20 di quell’anno!

Questo splendido Controlled Demolition rientra appieno nella definizione di album soddisfacente, nell’accezione migliore del termine che sta per “che ti lascia soddisfatto”. Dieci brani sul vinile (e undici se contiamo la bonus track “…of Blood and Gore bella, potente, sicuramente perfetta per proporla sul palco e presente solo nella versione su cd) che non deludono mai (e ispirano un artista del ferro rovente in azione come pochi altri saprebbero fare, devo dire).

I pezzi che mi hanno colpito di più sono stati indubbiamente la bella Black Widow, la feroce Reborn e Mean Machine, canzone con toni da anthem power metal, della quale circola anche un discreto video live che ci mostra i nostri alle prese con un pubblico che risponde con affetto alla performance.

L’artwork del disco non è da meno del contenuto, un simpatico teschio cromato con maschera antigas e schizzi di sangue ben dosati (melius abundare quam deficere) su sfondo di lame circolari e pareti di ferro nero. Un perfetto quadretto di metal tedesco dal sapore retrò in versione grafica, forse un tantino naiv ma nell’insieme efficacissimo!