Anal Cunt

Gli Anal Cunt contro l’indignazione moderna aka indignarsi è gay!

Qualche settimana fa ero all’ennesimo concerto. Ormai le gag sull’NSBM si sprecano. Sono arrivato al punto in cui spiego alle masse come si esegue il vero saluto romano. Braccio teso, 135° di altezza, tutte le dita unite. Parte il Sieg Heil alla band folk, perché folclore is the new ha fatto anche cose buone, e dal cuore mi parte un successivo “Sieg” che qualcuno risponde in coro “Heil”. E si va così per almeno quattro riprese. Poi assalito dalla nostalgia ho urlato I Went Back In Time And Voted For… silenzio. SILENZIO TOTALE! Ma che cazzo insegnano ai nostri figli oggi? Sono l’unico a credere che album tipo Everyone Should Be Killed dovrebbero essere spiegati nelle scuole per distinguere gli alunni fighi da quelli gay?

Insomma rimettendomi le cuffie e ascoltando per la milionesima volta Defenders Of The Hate, mi sono chiesto questo: se oggi gli Anal Cunt tornassero in vita, chi si indignerebbe?

Faccio un esempio sociale che sto provando: le mie “storie” dei social network. Due volte circa al giorno, in base a cosa trovo nella rete, mi diverto a caricare nelle storie di Instagram e Facebook immagini satiriche/oscene/hentai che trovo nella rete. Si va dai genitali censurati a gag al retro gusto di sperma. Possono non piacere, ma sono come questo articolo; se sei qui mica ti ho puntato la pistola alla nuca, no?

Corro sul filo del rasoio con ciò che condivido, ma chi vede le mie storie per caso se le ritrova per forza di cose in home? No! Deve cliccare il mio profilo, deve entrare per forza in casa mia, vedere la mia tappezzeria, assaporarla, odorarla, conoscerla. Insomma, ti sei auto-invitato nel mio appartamento come un ladro immigrato, bello, hai preteso che ti facessi il caffé come un terrone del Sudafrica e ora pretendi pure di dirmi che tua madre lo fa meglio e io vesto di merda? Una fetta di culo magari anche? Appunto, non ha senso, come la loro faccia di culo. Quindi perché mai dovrebbero segnalarmi? Mi rimuovano dagli amici, che intanto m’avvalgo del diritto di legittima difesa.

Diversamente è se ciò accade nella bacheca dei social networks; più paragonabile alla pubblicità in questo caso, però. A nessuno piace, ma quando appare la sopportiamo o cambiamo canale, o spegniamo la tv. Sui pc abbiamo inventato gli adblock apposta per non vedere le pubblicità aggressive. Sii come gli AdBlock e rimuoviti dal mio profilo.

Gli Anal Cunt ai tempi d’oro apparivano sulle riviste, ma nelle pagine più approfondite mica sulle cover. Il logo sarebbe bastato per catalogare la rivista come pornografica. I cd e vinili erano nascosti dietro i banconi, le lyrics per comprenderle dovevi avere il libretto tra le mani, girare la custodia per leggere i titoli delle tracce, insomma dovevi lavorare per conoscerli. Se non ti piacevano, nisba. Al massimo ti compravi l’ultimo dei Carcass col cadavere di Kennedy in copertina, urlando ai passanti quanto il goregrind fosse aggressivo.

Ok, questo era il passato, ma con internet? Appunto, internet ha cambiato tutto. Ricordo pochi mesi prima della sua morte, a Seth Putnam fu annullato un live in Europa per apologia al nazismo. Lo stesso periodo furono annullati anche i Satanic Warmaster, e se su questi ultimi forse potrei anche dare ragione, ma con molte difficoltà, agli Anal Cunt ci devo mettere un impegno che neanche l’avvocato di OJ Simpson sarebbe capace di vincere. Questo però fu il primo sentore che qualcosa stava cambiando. Prima durante un live degli Anal Cunt le creste facevano il saluto nazista, Seth le uniche parole che ricordava dei suoi pezzi erano “gay”, “faggot” e “hitler” e quelle ripeteva tra un conato e un rutto. Mussolini era troppo difficile da pronunciare, anche perché Seth era eternamente ubriaco.

Nessuno lo prendeva sul serio, perché dai… ma lo avete visto? Uno che si fa una pera usando il jack della chitarra come laccio emostatico è uno che vive la sua vita sul filo del rasoio e non prende sul serio manco i veleni dei quali abusa.

No, qualcuno in Europa disse che era nazista, poi Seth è morto e addio Anal Cunt. Ok, è morto anche Josh Martin, ma non è questo il punto.

Secondo me se tornassero in vita, se avessero la possibilità di suonare l’ultimo live prima di tornare sotto la fredda terra, innanzitutto finirebbero per scopare un vivo, così da indignare il mondo infliggendo a tutti lo spettacolo definitivo su quanto possa essere vendicativa la necrofilia, ma non credo otterrebbero il successo passato.

Il bello di band come la loro è stato il lascito, la capacità di rendere divertente la parola gay, un trollaggio musicale in cui persino una label come la Earache ha voluto credere, ma che oggi ci penserebbe cinque volte prima di far dare al mondo del frocio da Seth Putnam. Perché ora quelle parole fanno di nuovo paura, perché la gente gli ha ridato lo stesso peso morale che solo Seth Putnam fu capace di annullare.

Io uno dei miei migliori amici lo chiamo “puttanella ricchione”, ma chi non mi conosce crede io cerchi solo rissa usando come arma l’omofobia. Perché?

E per questo credo che gli Anal Cunt oggi avrebbero una vita più difficile di ieri, perché appunto finirebbero sotto il riflettore del pubblico online ancora prima di avere la capacità di far notare il loro trollaggio. L’immagine trasmessa arriverebbe prima del messaggio velato d’ironia satirica, e testi come “Hitler Was a Sensitive Man”, seppur diano fastidio nel titolo, nascondono una profondità nel testo dal retrogusto di pensiero latente, qualcosa che ti lascia immaginare in fondo che davvero era un tipo sensibile. Non dimenticate che era vegetariano, amava il suo cane, la musica classica e aveva studiato scuola dell’arte.

ehm…

Eppure un ultimo live degli Anal Cunt è un sogno proibito che sbatterei in faccia alla gente come i peni nelle chat online, solo perché mi sono rotto del finto moralismo che permea le discussioni online in cui fa più figo essere LGBT che dire ricchione a un tuo amico senza paura delle conseguenze.

Non ho nulla contro quella politica, ma non capisco perché devo essere per forza un anarchico con dei confini per potermi definire un’artista trasgressivo quando all’epoca degli Anal Cunt bastava ridere dell’olocausto.