Burn The Night è il primi disco dei Riot City prodotto dalla No Remorse Records.
Come si rilassa un centauro stanco, dopo una giornata pesante, passata a fare strani esperimenti atti ad aumentare le prestazioni di motori che altri hanno ormai dato per defunti? Beh, semplice: non lo fa. Anzi, cerca un disco metal abbastanza bello da trasmettere una buona dose di energia e se lo gode a volume immorale!
Io oggi ho trovato il mio bel divertimento con i Riot City e il loro primo album. Ma cosa si nasconde in questo meraviglioso scrigno, con l’immagine di un’aquila di metallo dal becco “elaborato” con una fila di denti extra, in copertina?
Burn The Night è un disco che ricorderete a lungo: bello, veloce, ringhiante vitalità. Questi Riot City arrivano da Calgary, città nella regione di Alberta, nel sud del Canada. Hanno le idee molto chiare su ciò che vogliono fare e si sente subito che suonano bene e ci mettono impegno. Questo è il loro debut album, quindi è normale che cerchino di farsi conoscere dando il massimo e anche di più.
Già da Warrior of Time, l’opener, si capisce che i ragazzi hanno la stoffa e riescono a farsi valere in un genere nel quale, spesso, sembra che sia già stato fatto, detto e provato un po’ di tutto.
Il loro sound ha il sapore degli Agent Steel e i Judas Priest, in particolare la voce di Cale Savy, cantante e “aiutante chitarrista” dei Riot City, non disdegna escursioni che la portano al falsetto usato con stile, ricordando un giovane Halford ma senza diventarne una copia sbiadita.
Nell’album troviamo otto pezzi, tutti con carattere e potenza invidiabili. Ascoltatevi il lavoro fatto nella title-track e ditemi che non vi fa effetto se ne avete il coraggio. A me quel ritornello orecchiabile, contrapposto alle chitarrone aggressive di Savy e Reimer, è rimasto nel cervello per giorni.
I pezzi sono tutti belli, ognuno a proprio modo. La forza dei Riot City è proprio la capacità di caratterizzare la propria musica, dandole una chiara impronta personale. Penso a The Hunter, pezzo in cui le parti veloci si alternano a suoni rarefatti e d’atmosfera in un crescendo intorno al quarto minuto, che risucchia l’ascoltatore in un vortice irresistibile. Roba da restare senza parole sino all’epilogo corale.
In un susseguirsi di grandi canzoni questo Burn the Night non mancherà di lasciare soddisfatti tutti quelli che cercano qualcosa di fresco. Sono arrivati i Riot City signori, tenete a mente che, se dal vivo sono bravi come sul disco, ne vedremo delle belle!