hellfest

Hellfest 2019 #1 – Clisson val bene una messa!

Parte 1: TRA MANOWAR E CHITTESENCULA TUTTO SOMMATO CAMBIANO POCHE LETTERE

Ebbene sì. Siccome ve la voglio sbattere sul muso, mi sono fatto l’Hellfest. Economicamente parlando, forse l’Hellfest si è fatto me, ma sono dettagli. Nel complesso invece mi sento un eletto, visto che sono uno dei 55 mila stronzi che si sono aggiudicati uno dei biglietti. Erano andati sold-out in qualche ora, lo scorso inverno, con cinque o sei conferme e un bill al tempo tutto a sorpresa. E per fare 31, ho pure preso quello del Knotfest, che per la data francese si è accomodato sui due palchi principali dell’Hellfest già dal giovedì.

LE PAGELLE – Day 0 – L’evento Hellfest e le band del KnotFest

Knotfest

Voto 10 e lode all’idea di agganciare il KnotFest all’Hellfest. 65 euro circa in aggiunta al festival già sold-out da tempo. Mossa azzeccatissima degli organizzatori. Hanno trasformato un evento di tre giorni in uno di quattro, con annessa gestione logistica dei braccialetti cashless da manuale. Tutto fin troppo facile. Nell’italica terra del “non puoi uscire dall’area”, delle multe alle macchine fuori dai concerti, dei massacri logistici queste cose sono fantascienza pura.

hellfestVoto 10 All’effetto WOW dell’Hellfest (che è più wow dei dinosauri, cit.). La prima volta è sempre la prima volta. NON è un festival qualsiasi, siore e siori, pur con tutti i suoi difetti. Restate nel palco Warzone la sera, in uno scenario che sembra Mad Max fatto di ruggine, filo spinato e fuochi. Salite la spianata e guardate la statua di Lemmy. Ammirate la cattedrale in entrata. No, non c’è nient’altro al mondo come la location dell’Hellfest.

hellfestVoto 9 a Rob Zombie. John 5 alla chitarra che sboroneggia il giusto. Resto della formazione solida, scaletta greatest hits giusta giusta. Poche parole, tanta sostanza. Ci ficca pure dentro il trailer del suo nuovo film. Rock’n’roll bandit.

hellfestVoto 8 Agli Slipknot. Possono piacere o meno ed essere leggermente in crisi a livello compositivo. Dal vivo però sanno ancora mettere in piedi uno spettacolo possente e realistico. Voci, suoni e percussioni imperfetti a volte, ma pesanti e reali. I pezzi che non suonano come su disco suonano “più veri”. Quando i nostri fanno (Sic) e Wait and Bleed sono ancora dolori, anche dopo tantissimi anni.

Parliamo di cose serie… birra, chiattone e le sadogirls!

hellfestVoto 7 Alle chiattone. L’Hellfest è il festival delle culone, che giungono a frotte da tutto il continente e oltre. Tantissimo pride per le culone cosplay, le culone in shorts, in fetish, tatuate, per le culone e basta. Born to be adipe.

sado-masoVoto 6 Alle tizie fetish/sado con le zinne de fori. Non ho visto tettone rifatte di primissimo livello, ma fanno sempre piacere.

Un Hellfest della madonna

ministryVoto 5 Ai Ministry. Belli, bravi, solidi. Però du palle. Negli ultimi cinque anni ho visto praticamente sempre la stessa identica cosa, a livello di scaletta, di trovate, di scenografia. Sono intelligenti ma potrebbero impegnarsi di più (da troppi anni, peraltro)

hellfestVoto 4 Alla cantante degli Amaranthe. Twerka e poco altro. Inconsistente. Zinne. Passo. De fori. Passo. Lei sembra Kalinic e gli Amaranthe il Milan di Montella.

hellfestVoto 3 Alla Kronenbourg, birra sponsor del fest. Da noi è sparita grosso modo quando Jerry Calà è passato di moda. E no, non mi era mancata. E poi cos’è ‘sta ricchionata delle bottigliette da 25cl e della caraffa da 1.5 litri?

powerwolfVoto 2 ai Powerwolf. Band ridimensionatissima rispetto ad altre occasioni (dove me li son goduti appieno, precisamente in terra teteskaticermania). Sotto il sole cocente il cerone si squaglia e il power metal diventa pover metal. Sovrappeso o sottopeso, a seconda del membro della band.

hellfestVoto 1 Agli Amon Amarth. Bellissima esibizione ma pessima scaletta. Prima metà di carriera quasi ignorata. E non sono gli In Flames di adesso che non fanno più The Jester Race, cosa che ci può pure stare. L’evoluzione stilistica di Hegg è soci è pari agli introiti del Brera Calcio, la terza squadra di Milano. Zero. Eddai.

hellfestVoto 0 ai francesi. Così, de botto, senza senso (cit.). Perché mi brucia ancora quella volta con Zidane e Wiltord. Eggià. Pure l’Hellfest c’avete, bastardi, e non è nemmeno dietro l’angolo per noi italioti.

hellfestS.V. ai Papa Roach. Ma che è ‘sta cafonata?

 

BONUS – DAY 0 – RIFLESSIONI SEMISERIE DEL METALLO.

hellfest

Le cose che ci si perdono all’Hellfest. Più di dodici gruppi al giorno una persona normale non riesce a vedere senza perdersi gli stronzi per strada. Cit. – io ne ho fatti quindici in uno dei giorni e ci mancava poco finissi al pronto soccorso).

Il giorno del Knotfest, dove erano in funzione solo due palchi, già avevo iniziato a capire cosa mi sarebbe aspettato poco più di 12 ore dopo. Sei palchi a pieno regime e 60 mila persone in giro. Ma lo accetti. Te ne fai una ragione e cominci anche a divertirti di più, sapendo che dovrai scegliere fra Slayer o Deicide, fra Hellhammer e Manowar. O tra Demons and Wizards e Diamond Head.

È tutto così folle da diventare meraviglioso. Al punto da abbassare il fanboyismo del “ho visto gli Slayer 46 volte, pure quella volta in acustico a Casalpusterlengo”. Da un punto di vista filosifico ogni band, forse, è un piccolo tassello di qualcosa di molto, molto più grande. E nel microcosmo dell’Hellfest le cose cominciano a mettersi in fila da sole fin da subito.

Le cose che te magni all’Hellfest. Cibo meraviglioso, tanto e di qualità. Oltre ai classici, ci sono inediti come lo stand della carne argentina (di qualità) e ci sono verdure fresche, vere, quasi commoventi. Poi se uno vuole morire a kebab, patatine e hamburger, prego, ma se ci si dimena nella morsa della diarrea e dell’alcolismo, già dal primo giorno, è possibile sopravvivere. Te fanno pure er brodino, se vuoi. Le consommé.