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MayheM – The True Band Alive With Dead (1988-1991)

I MayheM norvegesi, padri autentici del black metal nordico, sono la band più bootlegata della storia Heavy Metal in generale.

La formazione classica, fu attiva dal 1987 al 1991. C’erano

mayhemEuronymous [Øysten Aarseth] alla chitarra

mayhemNecrobutcher [Jørn Stubberud] al basso

Dead [Per Yngve Ohlin] alla voce

hellhammerHellhammer [Jan Axel Von Blomberg] alla batteria.

Questa line-up, in piedi fino al suicidio di Pelle, vanta un totale di cinque esibizioni dal vivo complete e un paio di fugaci comparsate su palco. STOP.

Alfine, di recente, la label inglese Peaceville Rec. ha ritenuto opportuno dar ordine nonché stampa ufficiale ai vari bootlegs della band, sparsi nel mercato underground durante gli ultimi decenni, con edizioni di scarsa qualità. Cose confuse e non appropriate, dai banali e discordanti titoli, dedicando la copertina di ogni concerto reperibile di quella stagione ad ogni membro del gruppo. Sapete, un po’ in stile KISS albums solisti del 1978.

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Si aggiunge l’uscita dell’interessante libro The Death Archives, in buona parte fotografico, curato da Jørn Stubberud (Necrobutcher) riguardo a quell’era. Da questo volume scaturiscono alcuni particolari interessanti mai messi a fuoco in passato sui MayheM. Sul gruppo è stato scritto e mormorato di tutto e di più con una buona dose di stronzate siderali.

MayheM – I neri imperatori

neri imperatori

Riguardo Dead & Euro – “I Neri Imperatori” – poco manca che presto osserveremo quei santini, tipo San Basilio o San Frumenzio, con il pezzetto di reliquia incluso. Magari li troveremo in rete, da far acquistare a caro prezzo agli innumerevoli gonzi con il classico frammento di osso o di un presunto calzino loro appartenuto.

Su Dead si è vociferato davvero di tutto compresa la Sindrome di Cotard (…quando un umano in vita si crede già morto) e la Porfiria, una rara malattia legata al vampirismo. Però ancora mai nessuno ha ritenuto che fosse magari posseduto da qualche entità demoniaca poiché sia la Chiesa che gli esorcisti non sono di moda quanto i vampiri nella nostro controverso periodo storico.

Un tempo fui a contatto con un vecchio prete esorcista che viveva in un Santuario sulle Alpi che, da persona saggia e seria quale era, disse che occorreva fare molta attenzione a maneggiare certi testi di magia rossa e/o nera. In quanto potrebbero talora scatenare forze diaboliche che s’impossessano del nostro animo fino a spingere al suicidio. E l’atto estremo contro noi stessi è la finalità ultima del Demonio oltre che il male.

Magari che Dead fosse indemoniato sul serio visto che si tolse la vita in modo cruento poco più che ventenne, questa bizzarra ipotesi non è mai stata citata né confermata.

Dead

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Pelle “Goat” si recò in volo dalla Svezia in Norvegia, dopo la fine dell’avventura con i suoi seminali Morbid, sul finire del 1987. Al loro primo incontro, per lui ed Euro fu addirittura difficile conferire, malgrado le due lingue scandinave siano piuttosto simili.

Purtroppo lo slang di Stoccolma non era roba per tutti gli iniziati quindi da principio comunicarono tra di loro in inglese. Nei primi mesi del 1988 Pelle si stabilì in Norvegia presso l’area di Ski un po’ a zonzo, ospite di questo o di quell’altro.

Iniziarono quindi i rehearsals con vecchio materiale tratto dall’Ep Deathcrush (1987) e con un po’ di roba nuova. Magari qualche covers dei soliti Celtic Frost, Possessed e Bathory, forse Satan’s Curse e Raise the Dead degli ultimi due, però mai documentate su alcun nastro. Tuttavia queste tracce sono citate per dover di cronaca, come scritto da alcune vaghe testimonianze sulle numerose fanzines underground dell’epoca.
Quindi la faticosa stesura di nuovo materiale che avrebbe dovuto costituire un futuro album.

Per Ohlin era un biondino svedese piuttosto belloccio ma smunto e pallido come un cencio. Era emaciato da parer quasi diafano alla vista, tipo uno spettro. Aveva problemi di periodiche epistassi ed era tormentato nel subconscio da macabre curiosità morbose e/o insane passioni. Immaginava catacombe putrescenti sepolte in tetre lande paludose disseminate da cadaveri in decomposizione.

Non beveva alcolici (solo tè) e neppure fumava tranne quel tipico snus scandinavo sottolinguale. Era oltremodo timido, schivo e taciturno ma sul palco si trasformava in una sorta di invasato lupo mannaro con foghe autodistruttive.

Hellhammer

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Hellhammer sopraggiunse pressappoco nello stesso periodo di Pelle (1988). E grazie a un annuncio su un magazine musicale dove la band cercava un nuovo drummer. Di mestiere faceva allora l’infermiere presso un manicomio. Batterista esemplare che da sempre sostiene di ispirarsi a Nicko McBrain (Iron Maiden), si mise in evidenza nei Mortem. Il titolo del demo in cui suonò Hellhammer è  Slow Death (1988). Da quello sarebbero poi sorti gli Arcturus di Marius Vold,

Marius tra l’altro fu commesso presso l’Helvete Shop con Geir “Thrasher” Bratteli e Stian Cülto (Stian Johansen a quel tempo “Occultus”) entrambi partners fallimentari di Euronymous nella gestione dello scassato negozio di musica.

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Sia Dead che Euronymous erano tape-traders accaniti. I loro contatti di penna spaziavano per le lande più remote ed imboscate; perlopiù nel vecchio continente. Cecoslovacchia, Polonia, Ungheria, Italia (“The Old Nick”), Turchia, Romania…

Fu il loro contatto ungherese a contribuire alla “congiunzione transilvena”, rappresentato da Vámosi Tamás di Pécs (Ungheria meridionale). Costui era un brillante giovanotto con la passione fotografica che gestiva una self-made ‘zine amatoriale underground titolata Transylvanian Damnation.

E fu proprio lui a mandare sue foto e documentazione storica di castelli in rovina ancora presenti su taluni sinistri rilievi carpatici della Transylvania (ora Romania Settentrionale). Ritengo ancora possibile che Vàmosi si fosse spinto fino ai ruderi del castello di Csejte Vára, ora a nome Čachtice Castle.

Questo sito si trova presso la bassa Slovacchia nei Piccoli Carpazi, un tempo regione del potente ed esteso Regno Ungherese, così come la Transylvania, maniero ora diroccato dove visse la crudele Contessa Erzsébet Báthory (1560-1614).

Pelle fece tesoro di codeste prelibatezze dove un tempo avvennero crimini efferati. La stesura dei suoi primi testi per la band si basa su tali cupe tematiche.
La visione notturna, onirica, mortifera e cimiteriale presente in The Freezing Moon o quelle maligne nebbie pestilenziali di Funeral Fog, scaturiscono da un immaginario anfratto acquitrinoso, lo Shurlock Basin, sprofondato nel cuore della catena dei Carpazi.

Brume dall’abisso che ghermiscono vite ed anime per trascinarle giù sotto negli Inferi. La celebre frase “In the heavy mists in the Carpathians” proveniva dalla sua matita ed era forse l’idea per un titolo di una potenziale nuova song.

Trovo assai strano sia stata mai adoperata per qualche bootleg tra i tanti della band. Per esempio mi viene in mente quel Dawn of the Black Hearts dall’infame cover, che in realtà trattavasi di un testo scritto da Fenriz dei Darkthrone per gli stessi MayheM.

Humus Satanae

mayhemA tutto questo si associava un interesse ossessivo per i Tormentor di Budapest, allora ancora relegati nella cortina di ferro del comunismo sovietico. Sia lui che Euro a riguardo ricevettero alcune rudimentali registrazioni su tape. Queste poi finirono nella loro hit-parade con i Master’s Hammer cecoslovacchi, gli Imperator polacchi e gli Alastis svizzeri e qualche trucida band dal Sudamerica, tutta roba allora imboscatissima.

Dead era solito leggere libri su tematiche occulte e sul post-mortem in generale, tanta roba di Lovecraft e pure svariati giornaletti di vena horror tipo Oltretomba, Wallestein o il Corriere della Paura, considerata la sua passione per il disegno fumettistico orrorifico.

Pagan Fears, il cui testo rasenta la pura poesia in almeno una strofa, racconta di una tribù di uomini primitivi (quelli con pelliccia sulle spallacce e clava sottobraccio) le cui ancestrali paure dell’ignoto e superstizioni pagane tornano da oscure dimensioni parallele e atemporali per tormentare periodicamente il genere umano.

Life Eternal invece rappresenta un po’ il testamento di Dead, il quale, durante la stesura dell’angoscioso testo della canzone, sarebbe parso già consapevole e deciso riguardo alla sua (futura) scellerata scelta suicida. Ed è probabile che inizialmente quella song fosse titolata When the Voltures Left.

Lovecraft e i MayheM

mayhemSia From the Dark Past che Buried by Time and Dust sono d’ispirazione prettamente lovecraftiana. La prima, che all’inizio si titolava provvisoriamente Materialized in Stone, narra delle vicende avvenute nell’anno 173.148 a.C. presso il continente perduto di Mu. La storia, ovvero “l’Anno della Luna Rossa”, è raccontata nell’immaginario oscuro libro maledetto (dal titolo “Unaussprechlichen Kulten” o “Culti innominabili”) scritto dall’altrettanto fantasioso scrittore Friedrich von Junzt. La vicenda è relativa al Gran Sacerdote T’yog, ministro del culto supremo di Shub-Niggurath, il quale sfidò il mostruoso e malvagio Grande Antico noto come Ghatanothoa, e che, dopo il tradimento della setta dei preti rivali devoti al Demone, fu ridotto dallo stesso in un ammasso di pietra e cuoio. All’interno però gli organi e il cervello restano vivi e attivi per i millenni a venire ma relegati in un fossile-mummia vivente.

Dead, essendo morto sul serio, non può dar conferma, tuttavia si tratta di un testo ispirato a H.P. Lovecraft e contenuto nel racconto intitolato “Dall’Abisso del Tempo” (1933) scritto appunto dallo stesso autore con Hazel Heald.

Stesso discorso vale per Buried by Time and Dust che tratta di un abominio mostruoso tumulato da eoni in qualche ignota cripta megalitica sottomarina o in labirinti ciclopici sepolti sotto cupi deserti di sabbia e ghiaccio. Mi verrebbe in mente lo stesso arcinoto ripugnante Cthulhu o forse lo schifoso e sanguinario Rhan-Tegoth oriundo del tenebroso Pianeta Yuggoth descritto nel racconto “L’Orrore nel Museo” del 1932.

De Mysteriis Dom. Sathanas, la track che dà titolo all’album omonimo, riporta invece di una maligna congrega di satanisti che si ritrovano, incappucciati stile KKK, presso le rovine di un antico maniero attorno ad un libro proibito e maledetto. Tramite esso si accingono a evocare Lucifero con un rito sacrificale, magari di uno tra gli adepti.

Tex Willer e i MayheM

Solitamente prima di Dead era Necrobutcher ad occuparsi della stesura dei testi delle canzoni dei MayheM. Questo almeno fino a Carnage. Sicché Cursed in Eternity fu il suo ultimo scritto prima che se ne occupasse Dead. La canzone parla di una maledizione scagliata da uno stregone con ispirazione ai fumetti degli Anni ’70 come Johan Hex e Tex Willer…

E qui si tratta proprio di TEX il cui numero risale ai primi di Marzo del 1971 e corrisponde a Il Figlio di Mefisto (G.L. Bonelli & A. Galleppini). Lo sciamano in questione altri non è che il perfido e pazzo Mefisto!

La canzone tratta proprio dell’arcinemico di Tex, Steve Dickart in arte “Mefisto”. Egli è morto e dall’Inferno si rivolge al figlio Blacky che poi diventerà il potente ma sfigatissimo “Yama”.

So che questa rivelazione potrà sembrare perlopiù bizzarra ma lo stesso Jœrn Stubberud mi conferma che ho centrato l’obiettivo. “Il nome che sarà mille volte maledetto nell’eternità…” corrisponde a quello del “nostro” eroico indomito Tex Willer!

A lezioni di latino con i MayheM

Piccola parentesi: i MayheM non sono mai stati abili nell’uso del latino. “Ordo ab Chao”, se lo trasformi in “Ordo ad Chao” è errore blu poiché quell’“ad” vuole l’accusativo e non l’ablativo. Quindi l’espressione giusta è “Ordo ad Chăon”.

Risulta assunto arbitrario storico che nella frase latina “De Mysteriis Dom. Sat[h]anas” quel “Dom.” corrisponda a “Domini”, genitivo, cioè “di Signore… of Lord”. Si riferisce al grimorio che Dead andava cercando, il “Lord Satan’s Secret Rites”, in unica copia. Inizialmente lo credeva sepolto in una cripta celata di un antico monastero sconsacrato della Bucovina. Poi invece pare fantasticasse fosse segreto sotto lo stesso Nidarosdomen, la famosa cattedrale di Trondheim, il cui prospetto orientale è raffigurato nella copertina del disco.

Di conseguenza ho sempre sospettato che quel “DOM” starebbe più a significare “domus” (quarta declinazione), ovvero “la casa”, “la chiesa”, “la cattedrale” appunto di Satana e quella cover raffiguri una sorta di mappa criptica indicante l’ubicazione fittizia del tomo maledetto…

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D’altronde nelle vecchie chiese talora si scorge ancora la scritta “D.O.M.” o talora “DÔM” (accento circonflesso). Significa “Deo Optimo Maximo”; pure allusioni tuttavia. Vi consiglierei, a tal proposito, la lettura riguardo di un paio di interessanti romanzi dello scrittore tedesco Richard Dübell: La Bibbia del Diavolo e il Testamento di Satana che trattano del “Codex Gigas”.

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Il Codex Giga è un manoscritto medioevale inciso su pelle di asino in Boemia durante la Guerra dei Trent’anni (1618-1648) da un monaco pazzo e rinnegato. Ricco di inquietanti illustrazioni demoniache che sicuramente avrebbero fatto felice lo sventurato Dead, è quanto mai paradossale che quel libro gigantesco sia tuttora conservato presso la Biblioteca Nazionale Svedese di Stoccolma non lontana (circa 20 Km) dal cimitero Österhaninge Begravningsplats dove lo stesso Per Ohlin giace sepolto.

De Mysteriis Dom. Satanas

La band entrò in studio una volta sola nel 1988. Fu presso i Creative Studios di Sofiemyr a Sud di Oslo. Registrarono The Freezing Moon ed il vecchio pezzo Carnage che sarebbero dovute finire in un singolo su 7″. Le due tracce furono invece incluse nell’anonima compilation della CBR edita in Svezia a titolo Projections of a Stained Mind.

In quell’occasione Dead inalò putrescina dal suo sacchetto contenente il carcame di quella gazza (…o cornacchia che fosse) priva di vita ed intrisa dai vermi. Lo fece, assistito da un perplesso esterrefatto Maniac, per meglio conferire aura mortifera al suo cantato.

I MayheM suonarono solo una volta dal vivo prima della venuta di Dead ed ancor prima di Maniac (Sven Erik Kristiansen). Fu uno show ‘oratoriano’ fine 1985 presso Ski con Billy Messiah (Eirik Norheim) alla voce e Manheim (Kjetil Esten Haraldsson Manheim) alla batteria. In quell’occasione strimpellarono perlopiù due paia di covers rispettivamente di Venom e Celtic Frost.

Fu pressappoco nel periodo in cui venne alla luce l’improponibile ed inascoltabile prima loro demo di allora Voices from a tortured skull. In quel nastro spuntava Ghoul, una delle loro prime canzoni. In seguito la traccia fu ripresa nell’album Krieg (1997) dei Kvikksølvguttene di Necro con Torben Grue & Kittil Kittilsen, batteria e voce dei Vomit. Questi due, una decina di anni prima, per una stagione almeno (Anno 1987), militarono negli stessi MayheM dopo le dipartite di Manheim e Maniac e prima degli arrivi di Dead e Hellhammer.

Dead scarnificato

Sul finire del 1989 la band già serbava qualche pezzo nuovo e si sentì pronta ad esibirsi dal vivo. Il primo tentativo fu fatto a Fredrikstad durante un concerto degli EquinoX, dove militava alla chitarra il leggendario ma dimenticato Tommy Skarning, “lo speedfreak dagli occhi di giada” (foto a sinistra)

Gli Equinox erano considerati allora un po’ i Metallica di Norvegia; purtroppo la mancanza della loro strumentazione ed il ritrovamento da parte di Necro di un frigorifero pieno di lattine di birra nel sottoscala del locale, impedirono ai MayheM di salire sul palco per almeno qualche pezzo. dead

Poco tempo dopo andò meglio al Bootleg, locale storico di Oslo, quando per la prima volta i MayheM con Dead comparvero on stage proponendo la loro nuova song The Freezing Moon e un pezzo dall’Ep Deathcrush del 1987.

I primi due veri si concerti in Norvegia si tennero rispettivamente a Jessheim il 3 di Febbraio del 1990 presso il Folkets Hus e a Sarpsborg (“Særpe”), la cittadina dell’obeso e laido Metalion. Il secondo concerto fu presso il Furuheim e assieme ai Cadaver e gli EquinoX, precisamente il 28 Febbraio 1990.

Il primo concerto è popolare poiché quella volta Dead si scarnificò impietosamente l’avambraccio con i cocci di una bottiglia rotta di coca-cola.

I MayheM in tour

Solo verso fine anno i MayheM partirono con treno interrail per un tour europeo organizzato maldestramente da alcuni amici di penna. Suonarono tre date nell’ex Germania dell’Est, unificatasi l’anno prima, in tre cittadine della Sassonia.

Del primo show […talora indicato scorrettamente come il secondo(?)*] non sono mai esistite tracce su bootleg o altro se non alcune voci dissonanti e i soliti fakes tipo Live in Gleisdorf-Austria… Tantomeno in Chemnitz-DDR od altre puttanate ancora come Damasco-Syria. Gli altri due concerti sono celebri, specie l’ultimo dei tre, la cui pubblicazione semi-ufficiale, ricavata da una vecchia tape Basf o Agfa che fosse, gira sul mercato discografico da decenni in ogni formato possibile.

Date in hell

23 […confuso talora con il 25 (?)*] Novembre 1990 ~ Annaberg-Buchholz presso il Klubhaus Marx (discoteca ora demolita);
24 Novembre 1990 ~ Zeitz presso il Club LENA zona Güterbahnhof;
26 Novembre 1990 ~ Leipzig (Lipsia) presso il Club Eiskeller (ora “Conne Island”).

Dopo l’Est Germania l’unico (breve) show della band in Turchia e loro ultimo concerto:
9 Dicembre 1990 ~ Izmir (Smirne, Turchia), …Rock Kulüp o Bornova Zahne (?).

Saltate le date un po’ ovunque, Olanda e Grecia, sempre con il treno i ragazzi raggiunsero Istanbul dalla Bulgaria. Ad attenderli a Smirne (Izmir) ci stava il solito amico di penna questa volta turco, tale Arcan Öğütverici. Costui incaricò un suo scagnozzo, un povero studente di nome Yücel İnan, di ospitarli dapprima a Istanbul dove fecero conoscenza con le tipiche cibarie speziate.

Il tipo ne fece le spese grazie a una telefonata fiume (allora in valuta pari a più di un mese di affitto) fatta da Necrobutcher dal suo misero appartamento alla sua ragazza che pareva fosse pregna. Euro definì la tipa come brutta e grassa. Non ancora contento, Necro gli distrusse pure il cesso di casa che non fu mai ripagato.

I MayheM raggiunsero quindi Smirne, come la peste nera sulle galee stipate di grano e di pulciosi ratti nel 1300. Questa volta però presero il bus . Lo show durò meno di una ventina di minuti (…tre canzoni) poiché la band di supporto (Hazy Hill) non rispettò la tempistica prestabilita e quindi la polizia tolse al locale la corrente elettrica.

Euro says

I MayheM non suonarono mai ad Ankara, causa scoppio prima Guerra del Golfo. Il tipo che organizzò il tour in Turchia di recente ha postato un suo ricordo con una descrizione sommaria dei quattro cavalieri. Euro pareva saccente riguardo a qualsiasi argomento, dalle lingue, alla musica, religione, fino alla politica con tanto di belle parole e svariate onorificenze tributate all’Albania Socialista.

Lui stravedeva anche per la Kampuchea Democratica dei prodi Pol Pot & Ta Mok. Necrobutcher sparava cazzate, Hallhammer, dal sangue siculo e toppato alla Mötley Crüe, domandava di eventuale fica disponibile in giro mentre l’altro, il biondo, sembrava un fantasma. Dead se ne stava muto in disparte dal resto della ciurma, con probabilità rimuginando sui 99 ways to die.

Ritorno a casa

Tornati a casa a prendersi il sussidio statale, dopo che a Pelle fu rubato il portafoglio sul treno dalla parti di Zagabria, la band stagnò per qualche tempo ritardando il progetto dell’album. Euronymous era preso sia dal negozio Helvete Shop aperto da poco che dalla sua etichetta discografica DSP. Dead rimane quindi solo a casa, presso Kråkstad (Ski) in aperta boscosa campagna a riempirsi di seghe (…mentali e non) finché ritenne legittimo di farla finita come quasi tutti sappiamo l’8 Aprile del 1991.

Per breve tempo fu assoldato Stian “Occultus” dai Perdition Hearse, (vedi foto sopra) altro balordo sempre del giro metallaro di Oslo ed azionario dell’Helvete. Era anche autore dello stesso logo del negozio. Si occupò sia del basso che della voce e comparve in quell’anno in qualche rehearsals della band di cui non rimane traccia. Lui stesso, dopo il 2000, registrò la sua voce su un 7″ con due pezzi perlopiù interessanti che almeno colmano il gap di quel periodo.

Fu lui ad enunciare in un’intervista che “Microbutcher”, dopo l’abbandono del gruppo nonché l’encomiato ripudio dei suoi idolatrati Venom, stava vivendo beatamente in un appartamento ridipinto di rosa. Intanto Euro iniziò a contattare Attila Csihar a Budapest tramite lettere per invitarlo a cantare sull’album come Dead avrebbe voluto. Fu un po’ come avvenne tra Bon Scott e Brian Johnson, quando fu proprio il primo a indicarlo alla sua band AC/DC come suo potenziale erede alla voce.

Occultus fu descritto da principio ad Attila come un “bruto” mentre più tardi diventò un “brutto ubriacone” la cui sola ragion di vita era lo ‘spiritus’, cioè l’alcohol!

L’ombra di Burzum

L’anno successivo l’ombra “Burzum” di Vikernes iniziò a espandersi sulle lande artiche come quella di Sauron sulla Terra di Mezzo. E questo allorquando le notti nordiche, nella penombra del sole di mezzanotte, furono rischiarate dalle chiese in fiamme (inizio estate 1992).

Perlopiù si trattava di monumenti storici costruiti in legno. Sprovvedutamente, una foto di ciò che rimase della struttura diroccata, dopo il rogo dello stavkirke di Fantoft, fu la copertina di Aske. L’Ep di Burzum, fu edito allora dalla DSP dello stesso Euronymous.

Varg vs. Occultus

Il primo a far le spese con l’ira funesta del Conte fu proprio Occultus che si ritrovò una croce di legno incendiata nel giardinetto di casa. Lui sostiene di esser uscito a cercare Vikernes con una pistola carica nascosta nello stivale, alla Kit Carson. Visto che prima ho nominato Tex, ci sta che tiri in ballo pure lui. Le cose però andarono in altro verso poiché Occultus si rifugiò in fretta e furia nell’entroterra a Grålum, nei pressi di Særpe, dai ricchi nonni. Sparì saggiamente dalla circolazione per un bel po’ di tempo.

Intanto Varg diventò il bassista dei MayheM cui si unì pure Snorre W. Ruch “Blackthorn” dai fantomatici Thorns alla seconda chitarra. Questi propose qualche riff interessante poi adoperato in un paio di songs. Il platter venne alfine ultimato in studio di registrazione quando mancava solo la voce. Malgrado gli innumerevoli proclami le tracce di basso suonate da Varg non sono mai state né cancellate né rifatte e tali rimangono su disco.

Il magiaro giunse alfine in Norvegia dopo un suo viaggio in Cina a scuola di Kung-Fu, con treno da Budapest (…con biglietto pagato non sicuramente da lui!) in compagnia della sua ragazza di allora Nora Ternovszky (ora ex moglie) nella primavera del 1993, quando le tracce dell’album erano già state registrate, soggiornando per un paio di settimane: qualche giorno ad Oslo per le prove quindi a Bergen, ospite di casa Vikernes, per le registrazioni finali ai Grieghallen Studios con la supervisione di Pytten (Eirik Hundvin), il produttore dell’album.

L’arrivo di Attila

La cosa buffa è che Attila conosceva poco o nulla dei MayheM, quando, dopo la fine dei Tormentor, prestava voce nei Plasma Pool di Budapest. Riguardo questi fu scritto che “…ci sta una lunga strada da Bathory a Skinny Puppy”.

La situazione collassò definitivamente ed il sipario calò su quell’epoca la notte del 10 Agosto 1993 quando Varg Vikernes assassinò freddamente Euronymous che se ne stava nel suo appartamento ad Oslo a dormire.

Lo studio non fu mai pagato se non in seguito, pare dalla stessa Famiglia Aarseth. De Mysteriis Dom. Sathanas uscì sul mercato solo l’anno dopo, il Maggio del 1994. Inizialmente fu su Voices of Wonder Records con un booklet scarno e striminzito dove vengono nominati solo Euronymous ed Hellhammer. Di Attila compare appena un profilo poco chiaro del suo viso sul Cd. Sono eliminati sia Vikernes che Snorre, complice (forse involontario?) dell’omicidio ma condannati entrambi ad anni di carcere però con pene diverse.

Un modesto e misero flyer pubblicitario del nuovo disco su Kerrang! recava scritto: “First, Last and Always”.
Quel disco in seguito ha venduto milioni di copie e vende ancora.

E risale a circa un paio di anni fa la sua discutibile rappresentazione, che definirei “teatrale”, volta alla celebrazione dell’anniversario dei 20 anni dall’uscita, con l’album suonato per intero sui palchi di mezzo mondo da parte dei membri superstiti della vecchia band.
“Heic Noenun Pax” … davvero, non c’è proprio Pace! …

In memoria di Jim Kenneth ‘Jiffy’ Bogren [JIFFY RIP 2005]