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Geoff Tate torna al metal ma who’s buying?

Geoff Tate è stato il cantante dei Queensryche. E ora è l’ex cantante dei Queensryche.

Di solito quando un cantante lascia una band finisce quasi sempre male per entrambi. O meglio, il cantante si porta via il 70 per cento del pubblico. Il resto del gruppo va presto a gambe all’aria. A un certo punto però anche il cantante perde terreno. I suoi lavori solisti sono troppo soft e rapsodici. Per risistemare le cose avviene la reunion che rende tutti felici.

Quella di Geoff Tate e i Queensryche è tra le poche eccezioni a questa prassi. Per prima cosa lui ha avuto meno successo del gruppo. Secondo, il gruppo ha aumentato l’audience rispetto alle cifre precipizio prima degli sputazzi e il divorzio con gli altri tre.

Geoff Tate fuori dalla band ha inizialmente mostrato una certa coerenza. Gli ultimi lavori dei Queensryche erano album modesti e caotici e le cose uscite in solitaria col nome Operation: Mindcrime hanno continuato a esserlo. La band invece ha infilato tre lavori dignitosi che sembrano usciti da vecchie demo del 1986.

Geoff Tate l’antipatico

Io non amo i Queensryche della gestione Tate dopo l’addio di De Garmo. Ma nemmeno questa edizione revival con Todd LaTorre. La verità è che il gruppo è rimasto in mano ai gregari e con loro Queensryche è diventata una versione gregaria dei giganti di un tempo. Diciamo la verità, è la cover band ufficiale di quel gruppo miracoloso che tra il 1988 e il 1990 toccò l’apice commerciale e creativo con Operation ed Empire.

L’orgoglio e l’ambizione di Geoff Tate erano parte necessaria di quella band. Senza di lui restano cinque musicisti che si accontentano di giocare ai metallari over 50.

Ultimamente è passata quasi in sordina la mossa di Geoff Tate di recuperare il proprio passato. Si tratta dell’album progettato dalla Frontiers Records intitolato Sweet Oblivion. La musica è una roba in stile Queensryche suonata da musicisti italiani e lui sopra ci canta in stile Queensryche.

Sembra una specie di riciclo della Hollywood sul tevere. Meglio, la Frontiers in un certo senso sta facendo un di recupero in stile Capital Cost Allowance canadese anni 80.

Geoff Tate si è prestato a questa operazione nostalgia, forse sperando di non dare molto nell’occhio e magari recuperare qualche vecchio fan deluso.

Dickinson fece la stessa cosa dopo Skunkworks. Ripartì dal metal. E la gente ricominciò a capirlo e si ricordò perché gli aveva voluto tanto bene. I Metallari sono fatti così, perdonano tutto. Basta che ricominci dal più bello, come se niente fosse. Geoff Tate piano piano li riconquisterà così. Il resto della band invece continuerà a vivacchiare. Lui recupererà il proprio passato. Loro alla lunga si stuferanno. E stuferanno.