rammstein

Rammstein nuovo? Non meraviglioso ma bello!

Rammstein è il nuovo album dei Rammstein uscito nel 2019 per Vertigo/Capitol Records.

La Germania è il Paese che sforna grandi marchi come BMW, Audi e Rammstein, tanto per dire. Mi è piovuto tra le mani questo ultimo disco dei teutonici capitanati da quel simpatico attaccabrighe di Till Lindemann. Rammstein è un lavoro che i nostri amici tedeschi ci hanno fatto aspettare per dieci anni buoni.

Da centauro coscienzioso ho posato il Mikuni da 42 che stavo guardando con sospetto da un po’ (è un carburatore, tranquilli) e mi sono fiondato su… Rammstein dei Rammstein. Vabbeh, dai, sono famosi, sono grandi dal vivo, gli sarà sfuggito di dargli un titolo. Copertina: foto di un fiammifero. Meglio che uno sturacessi, dai, sono artisti, sono bravi…

Il disco

Il disco: Bello. Non meraviglioso, ma bello. In alcuni momenti fa davvero ricordare i tempi felici della band ed ha delle canzoni valide nel complesso. Deutschland è un bel pezzaccio d’apertura, ce lo hanno fatto conoscere in anticipo rendendolo l’apripista del disco e pubblicandone il bel video mesi fa. Ha un tiro invidiabile, un tappeto elettronico che crea la giusta tensione e che rende la vociona di Lindemann ancora più incisiva. Marca Rammstein, non c’è che dire.

Puppe… sì, ci ho pensato anche io a un paio di puppe, mica solo voi lettori. Ma in tetesco Puppe vuol dire bambola, ora lo sapete. Insomma, Puppe è uno di quei pezzi che da solo vale l’acquisto del lavoro per intero. Mi ha fatto scuotere la mia folta criniera immaginaria (sono un centauro pelato, questioni di aerodinamica) e rotolare di felicità. Roba che alza il numero di giri!

Radio è la terza chicca del disco. Ricorda le cose belle del tempo in cui i nostri sfornavano dischi quasi perfetti come Mutter (ma quanto era bello Mutter? Se ci penso mi commuovo) ma con tante tastiere in più. Una canzone decisamente ruffiana a sufficienza con tanto di coretti e passaggi per voce quasi narrante, ha pure un bel video e fa tanta atmosfera, piacerà a tanti nuovi fans ed anche a qualcuno di quelli vecchi.

Il meglio e il peggio dei Rammstein

Meno male che poco dopo salta fuori Zeigh Dich, molto meno commerciale ma in stile Rammstein vivaci e cattivelli di una volta. Con tanto di coro latino in testa, che ci ricorda che questi ragazzacci sono quelli che incisero Du Hast, mica pizza e fichi.

Anche con Auslander, dove il tono diventa meno serio e aggressivo, il livello resta alto. Credo che sarà un altro di quei pezzi che faranno parlare di sé.

Ma la canzone che mi piace di più devo dire che me la sono tenuta per ultima, perché cari amici, la sentiremo a lungo nei dance floor di mezzo mondo. Almeno in quelli dove è buio pesto, la gente beve brodaglie strane e fanciulle nero(s)vestite si buttano nella danza selvaggia tra industrial e derivati vari. Sto parlando di Tattoo, che mi riporta i nostri a vertici di “metti i Rammstein che è pieno”. Nominati questi capolavori il resto dell’album perde importanza, è carino, fa la sua parte, ma qui c’è davvero da essere soddisfatti.

Questo disco un po’ anonimo nella confezione e nel titolo, racchiude l’energia dei cari vecchi Rammstein, la serve in salsa moderna e sa di buono. Come potrei non parlarne bene? Ah, volete proprio sapere cosa non mi è piaciuto? Sex. Pezzo che ho trovato un po’ moscio e senza particolari spunti mi ha dato molto l’impressione di essere uno riempitivo messo lì all’ultimo momento. Risparmiabile, a mio avviso.