The Key è un disco dei Nocturnus, uscito nel 1990 per Earache Records.
Chi si ricorda dei Nocturnus? Parliamo di un gruppo death metal proveniente da Tampa e fondato nel 1987 da Mike Browning, ex batterista dei Morbid Angel. Fin qui niente di nuovo. In fondo, la seconda metà degli anni 80 è stata quella dell’esplosione del death metal, particolarmente in Florida dove c’era una scena molto attiva.
I Nocturnus avevano tuttavia una caratteristica inaudita: un tastierista! Chi sentiva parlare di loro, solitamente reagiva con malcelata incredulità o con una fragorosa risata. Death metal con le tastiere? Ma quando mai! Sarà uno scherzo…
Non lo era: verso la fine del 1990 la Earache, al tempo etichetta di riferimento assoluto del metal estremo, pubblicò l’album di debutto del quintetto. Si intitola The Key e ha seriamente rischiato di rivoluzionare un genere.
La chiave dei Nocturnus
Ricordo di averlo ascoltato appena dopo la sua uscita, spinto dalla curiosità e senza sapere cosa realmente aspettarmi. Rimasi affascinato da quella combinazione tanto inusuale quanto efficace. La band dimostrava come si potesse fare musica furibonda sì, ma anche zeppa di melodia e di idee.
The Key è un disco intricato ma scorrevole, grezzissimo ma innovativo, pieno di imprecisioni ma anche di momenti molto tecnici. È forse uno degli ultimi album registrati in maniera genuina, senza affidarsi ai computer e ai trigger per mascherare ogni singolo difetto.
Qui i difetti ci sono tutti ed è bello così.
Quello che salta subito all’orecchio è la performance assurda dei due chitarristi, Mike Davis e Sean McNenney. I due si lanciano in decine e decine di parti soliste fulminanti e sparse in ogni solco. Gli assoli piovono letteralmente da tutte le parti quando meno te lo aspetti. Sovrastano e superano le parti di chitarra ritmica in più di un’occasione. Per dirne una, Standing In Blood ci investe con qualcosa come sette riff e quattro assoli entro i primi due minuti, roba da pallottoliere!
Le tastiere death metal
E le tastiere? Quelle sono nelle mani di Louis Panzer e non si limitano solo a qualche intro ma fanno parte integrante dei brani. Si fondono perfettamente nella mistura di occultismo e fantascienza che emerge dalla copertina e dai testi. È innegabile che pezzi come la dinamica Andromeda Strain, la complessa Droid Sector, la cadenzata Neolithic o la sinistra BC/AD perderebbero parecchio valore se privati delle atmosfere create dal sintetizzatore.
Cambi di tempo, accelerazioni improvvise, riff su riff, assolo su assolo, The Key è tutto questo.
Certo, come dicevo prima non mancano i punti deboli e paradossalmente il più evidente è proprio Mike Browning. Oltre a occuparsi della batteria si cimenta anche come vocalist ma la voce è proprio anonima per non dire di peggio. Inoltre ci sono un sacco di imprecisioni con la doppia cassa. Bisogna anche ammettere che il nostro suona parti tutt’altro che semplici e lineari. Stiamo comunque parlando di un debutto particolarmente originale.
Anche a livello di tematiche siamo su livelli abbastanza bassi, se togliamo lo sfondo sci-fi ci rimangono in mano i soliti testi su satanismo e anticristo. Questa roba già all’epoca lasciava il tempo che trovava.
Insomma, The Key non è un disco perfetto ma è senza dubbio un episodio molto interessante. L’album dei Nocturnus è uno di quelli che ha avuto il merito di osare portando qualcosa di nuovo e mai sentito prima.
È un peccato che la band non abbia retto e sia praticamente implosa dopo il secondo lavoro. Thresholds uscì del 1992; buon disco ma di sicuro non all’altezza del debutto. Negli anni successivi c’è stato il divorzio tutt’altro che amichevole fra Browning e gli altri. Alla fine ci siamo ritrovati giusto con un EP e un album usciti a nome Nocturnus, decisamente fuori tempo massimo e con poco o nulla da dire.
Rimane comunque The Key, che consiglierei senza indugi a chi se lo fosse perso e volesse approfondire un pezzo di storia del death metal.
P.S.: sembra che l’attuale gruppo di Browning, chiamato non a caso Nocturnus AD, sia finalmente riuscito a pubblicare un album di recente. Si intitola Paradox. Chissà se è riuscito a tornare ai fasti di un tempo… staremo a vedere!