Vecchia decrepita? A Sdangher non siamo diventati improvvisamente disumani. Facciamo solo un esperimento. Usiamo le parole che non “si dovrebbe” usare e vediamo quanto resistete. Non siamo mossi da intenti offensivi. Vogliamo solo vedere quanto lo siete voi. L’anziana signora o la nonnina per noi è una vecchia decrepita. Decrepito e vecchio sono bellissime parole. Basta depurarle da tutte le cattiverie di cui sono state intrise nei secoli dagli umani.
Ecco, noi depuriamo. Qui non si butta via niente. Insomma, la vecchia è stata sollevata da un giovanotto. Lui se l’è messa sulle spalle così da permetterle di vedere meglio lo show. Di chi era il concerto? Questo tipo qui. Si chiama Lewis Capaldi. Conoscete? No? Non ci sorprende.
La vecchia e il giovane del rock
La vecchia si avvicina al ragazzo e con l’alito da acciughe deteriorate gli domanda se lui può issarla su momento sulle spalle. Il giovane del rock, che al contrario di ciò che pensa l’Unione Cattolica ed Emilio Fede è buono, esegue. Il ragazzo pensa: se questa si emoziona troppo sono fottuto, ma l’amore che il rock nutre è un pannolone spirituale.
La gente smette di googlare col telefonino Capaldi e filma la nonna. Giro di social e il viral è fatto. Contento Capaldi, di cui la maggior parte della razza umana non conosceva l’esistenza. Contenti tutti perché ai concerti ormai si sta meglio che in parrocchia. Metal e rock, basta satana, viva Gesù.
Torna in mente la news dello storpio sulla sedia a rotelle che viene alzato su dalla folla. E tutto questo commuove il mondo che ha bisogno di commuoversi. Lo stesso mondo che alza il calice se un barcone di negri affonda.
Ma se fosse una trovata commerciale? Scommettiamo che è così?
Facciamo una scommessa. Tra qualche giorno al concerto dei Coldplay o chi volete voi, la folla solleverà un pullman di anziani. O magari a quello di Marshmello il pubblico permetterà a un uomo in coma da dodici anni di fare stage diving.
Non stiamo dicendo che la nonna sia stata pagata dal manager di Capaldi per fare questa cosa. Lo stiamo pensando e scrivendo.
Ci viene in mente quella volta che un gruppo di animisti permise a un motorino di guardare la partita dell’Inter. (Qui sopra la toccante immagine). Comunque, il mondo ha bisogno di tre cose. Ce lo insegna Studio Aperto: i consigli contro il caldo, sangue e violenza e una fiaba a lieto fine.
Ma vogliamoci bene.