Buongiorno Sdangheri. Vi scrivo dalla domenica più calda dell’estate 2019. 41 gradi previsti. Come state a stipendio? Ve lo chiedo perché vi scrivo da un periodo abbastanza complicato e infelice della mia vita. Sono due settimane che lavoro per l’Agenzia di Pompe Funebri ma non mi trovo bene. Non è una novità. Ho sempre avuto grosse difficoltà a far parte di un gruppo di lavoro, svago o idee. Là dentro però è un po’ come stare in una caserma. Appena arrivi sei passato in rivista. Hai messo il lucido sulle scarpe? Ti sei fatto la barba? Chi ti ha insegnato a fare la cravatta in quel modo? E queste cose te le chiede chi è al tuo livello e ha vent’anni meno di te. Quando arrivano i superiori sono dolori veri. A quel punto la pagliuzza sull’occhio fa la vera differenza. Io sopporterei tutto ciò se la paga lo meritasse. Purtroppo è misera. Di conseguenza le pretese paranoiche dei titolari diventano ancora più difficili da mandar giù. Indosso una divisa pesante sotto il sole e non posso mettermi all’ombra o mostrare ai clienti che necessito di liquidi come chiunque. Il contratto poi è a chiamata. Mi arriva la sera il programma del giorno dopo. Se rispondo sì bene. Ma se rispondo no per un qualsiasi motivo e solo una volta, i datori smettono di chiamarmi. E mi tengono in purgatorio per un po’.
Uno stipendio da incubo
La mia è un’azienda molto forte. Purtroppo ritiene giusto investire su un sacco di pugnette e non sui dipendenti. Se io ricevessi uno stipendio decente, vale a dire qualcosa che mi permettesse di dedicarmi al lavoro senza pensare ai casini economici che ho, allora starei anima e corpo con loro. E loro avrebbero un corpo dipendente solido e stabile.
Pagando poco è un continuo ricircolo di gente. Chi ci prova, e si trova davanti alla paga innocua, le pretese assurde, i cazziatoni per nulla e la pressione, appena può molla. E chi è senza lavoro, disperato, subito dopo entra, affidandosi alle promesse di ore ben pagate e guadagni alti. Che non esistono.
Facendo così però i miei datori ci rimettono. Non hanno mai lo stesso personale. E nella maggior parte del tempo, tranne pochi che restano fissi perché hanno trovato il loro inferno ideale, è un via vai che garantisce 1)una bella dose di incompetenza, 2)impreparazione e 3)imprevedibilità. Tre elementi incresciosi per chi promette il meglio ai clienti, no?
Evidentemente a loro va bene così. Ti danno tre divise. Così puoi fare tutto. Un giorno sei vestitore, uno giardiniere e un altro fai il funerale. Così almeno di sicuro se molli, non avendo un ruolo fisso, sei sostituibile.
Storie di ordinaria vigliaccheria
Purtroppo la situazione è sempre più di merda in tutti i settori. Una mia amica per esempio è stata chiamata da Amazon. Le hanno offerto un contratto per tre notti a settimana. 8 ore da magazziniera. Sede lontano da casa, disponibilità improvvisa e immediata, trattamento di merda e soprusi vari da mettere in conto. 500 euro al mese.
Un’altra conoscente è stata licenziata perché incinta. Il marito ha appena perso il suo di lavoro e hanno già due figli. Arriva il terzo. L’azienda ha pensato che una volta madre di tre bimbi sarebbe stata inefficiente, distratta, esaurita. Quindi fuori! Chi ha avuto il coraggio di chiedere ai datori con quale coraggio si toglieva l’unico stipendio a una famiglia con tre bimbi, ha ricevuto la seguente risposta: “non sono mica cazzi nostri!”
Oggi sembra che avere un lavoro sia già come se fosse un privilegio. Dobbiamo ringraziare chi ce lo offre. Non ci rendiamo più conto che quella testa di cazzo ha bisogno quanto noi di darci il lavoro, ma gli baciamo i piedi.
Sappiamo come funziona il sistema italiano per trovare un impiego. Le conoscienze. Questo ci conduce in seno a un’azienda sapendo di essere lì non perché si ha bisogno di noi. Si va lì perché è stato fatto un favore a qualcun altro.
Stipendio a metà e dipendente raddoppiato.
Una volta dentro ci si rallegra per cose che dovrebbero essere IL MINIMO. “Ehi, qui ti danno le ferie! Oh, qui pagano puntuale, sai?” Ma da quando ferie e paga puntuale sono dei pregi di un datore e non dei suoi cazzo di doveri?
Una volta dentro il mondo del lavoro poi si scopre una cosa abbastanza ovvia che da fuori non è possibile capire. Non è vero che il lavoro manca perché tutti i posti sono occupati. Il lavoro manca perché i posti sono dimezzati.
Esempio: l’azienda X ha dodici dipendenti. Necessiterebbe di 24 persone per ciò che pretende di dare ai clienti, ma preferisce avere dodici uomini e farli lavorare per 24, pagandoli per 6.
Chi lavora quindi deve farsi un mazzo per due e ricevere una paga insufficiente. I soldi servono solo per essere benzina. Non per avere una vita. Lo stipendio di oggi somiglia sempre più alla ciotola di 100 grammi di riso per gli schiavi del regime Cambogiano. Era sufficiente a tenerli in piedi un altro giorno. A chi ti offre lavoro non interessa la tua vita. Vuole solo assicurarsi che resti con lui e hai abbastanza paura per andare via. Un lavoratore sereno e soddisfatto costa di più perché vale di più. Il dipendente infelice ti piscia nel caffè appena ti giri. A menoché non soffra di masochismo. Allora sei il suo dio. Puniscilo!
Il datore oggi ti paga giusto per il cibo e la benzina che ti consentano di tornare lì a sputar sangue. Se non riesci a saldare le bollette, tanto meglio. Come puoi lasciare il tuo lavoro misero se hai già guai economici enormi? Sei folle?
Pagare per lavorare
E mi viene chiesto di collaborare a mantenerlo, il lavoro. Economicamente! Per dire, io ho una reperibilità a settimana ma le ore che passo chiuso in casa in attesa della chiamata non mi vengono mica risarcite. A volte poi sono costretto ad andarmene direttamente ai funerali con la mia macchina. La benzina che spendo, e spesso è parecchia, non mi viene rimborsata.
E sapete il capolavoro? Può succedere che dopo 10-12 ore di lavoro, mi venga richiesto di parcheggiare il carro. Costa più della mia casa, quel cazzo di carro. Se lo rigo per distrazione dovuta alla stanchezza, devo risarcire di tasca mia il danno. C’è un mio collega che ha un buffo di 800 euro con l’Agenzia per questo motivo. Glielo stanno scalando dallo stipendio. Uno stipendio che, lavorando come un somaro, si aggira intorno ai 900 euro al mese.
Il problema è a monte
Ho sempre avuto a che fare con imprese al limite della sopravvivenza. Gente che faticava a tirare avanti e tardava con i pagamenti. Qui siamo in un’attività commerciale solidissima che cresce e guadagna da schifo, ma per farlo sfrutta il personale dipendente in modo parassitario.
Il problema credo sia a monte. Un uomo che inganna il mondo per fare soldi è stimato da noi italiani. E invidiato, anche. I miei colleghi fanno a gara per entrare nelle grazie dei titolari. Nessuno pensa che siano pericoli sociali, dei pazzi. Eppure si tratta di questo. Avete tutti paura dei ladri migranti che vi entrano in casa e vi portano via il tostapane di notte. Epperò stimate il bastardo che in giacca e cravatta vi ruba tempo, dignità e rispetto per voi stessi. Mi sa che pazzi siete pure voi, allora. “Lo stesso tipo di follia è la sola via per condividere questo mondo”. Chi lo diceva? Stocazzo.
Saluti, e che il gran caldo vi faccia sudare fuori tutte le stronzate.