Come vi abbiamo detto ieri, l’area camping del Frantic è cambiata. Quella dello scorso anno, un campetto d’erba, è usata ora per il palco piccolo. La zona adibita al pernotto e alle tende è uno spiazzo di cemento scomodo ma abbastanza ombreggiato da alcuni alberi. La nostra area di ristoro è un piccolo centro commerciale che si trova nei paraggi. C’è un buon riforniemento di birre e viveri a prezzi decenti e per noi è diventato L’Oasi. Il problema è che andando lì ci dobbiamo allontanare dalla zona “viva” del Frantic. Vale a dire dai palchi. Il piccolo e soprattutto il grande.
La mattina del primo giorno hanno proiettato un film. Il titolo era Le notti del terrore, un classico zombie-movie di Andrea Bianchi. Quello con la scena famigerata del bambino che strappa la zizza alla mamma. Per inciso il ragazzino è interpretato da un adulto nano e Le Notti è uno dei film più involontariamente comici mai visti dal sottoscritto. Direi che come scelta sia sdangherissima per il Frantic.
L’area camping, guardata con un certo distacco, appare un campo Rom. Forse va ampliata e regolamentata meglio. Muoversi con le tende o montarle è un’impresa disperata. Una folata di vento potrebbe far crollare tutto quanto.
E non è meno complicato spostarsi dal palco grande al palco piccolo. E dal palco piccolo all’Oasi per altra birra e ancora altra birra.
Ma passiamo alle band che si sono esibite in questo primo giorno di Frantic Fest.
Frantic Fest – Le band del primo giorno
Si comincia con gli IAH, stoner molto più strumentale e dai ritmi pesanti, con alcune parti parlate. Interessanti ma difficili da giudicare perché il nostro inviato Ruggiero è dovuto scappare all’Oasi per rimediare un po’ di alcol e poi dar soccorso a un’amica che ha bevuto birra a colazione senza accompagnarla con qualcosa di solido. Vedi foto a comprovare quanto detto.
Fichissimi i Master Boot Record, un duo batteria voce con riferimenti al mondo dei videogiochi 8Bite. Ruggiero è rimasto molto colpito dalla loro reinterpretazione di Doom. Molto bravi, un duo fantastico e un’esibizione irresistibile.
Letali gli Hobos. Se volete capire come si fa l’hard-core grind sono loro quelli da cui dovete cominciare. All’ultimo pezzo c’è stata persino una salutare invasione di palco. Qualcuno ha introdotto per oscuri motivi un carrello della spesa pieno di sacchi sporchi. Santo Premoli si è tanto arrapato per la prova degli Hobos che, testuali parole di Musciagna, pareva un bambino davanti a una scatola di Lego sul mondo del porno.
Gli Ottone Pesante sono stati abbastanza noiosi ma bisogna ammettere che a Ruggiero non interessavano granché. Gli Eyehategod invece li ha trovati definitivi. Meritavano di essere gli headliner della serata, secondo lui. Una parte del pubblico però non li ha capiti e ha rumoreggiato considerazioni poco nobili su questa storica band. Secondo Cavallo Goloso hanno impartito una lezione impagabile su cosa significhi odiare. Lo sludge per eccellenza. Un suono e un’attitudine ideali per demolire un palco. Roba da studiare a scuola prima di affrontare il delirante mondo del lavoro.
E poi i Napalm Death.
E poi i Napalm Death. Ruggiero mi chiede espressamente di riferirvi una cosa. Se voi non andate nel pogo dei Napalm Death, il pogo dei Napalm Death viene da voi. Lui e la sua combriccola equina hanno rischiato di finire fatti a pezzi dalla macchina tritaossa del pubblico. Dolorosamente imprescindibili, i Napalm. Tutti i presenti si sono ammazzati di pogo. Lui si è beccato due calci e tre gomitate. Gente violentissima, soprattutto le donne e i bambini. Barney alla fine ha urlato Vaffanculo Salvini nell’insanguinato tripudio generale!
Total Chaos e Agnostic Front sono stati notevoli. I cavalli sdangheri e tutti i presenti hanno gradito. Le reazioni moderate sono dovute al fatto che dopo i Napalm Death, i sopravvissuti faticavano a reggersi in piedi. Prima giornata del Frantic davvero appagante. Sold-out e grande entusiasmo generale.
Se vuoi sapere come è andato il pre-festival, la seconda e la terza giornata clicca!