Forse avrei dovuto far recensire questo disco al nostro Louis Cypher. Lui di guitar hero se ne intende più di me. In generale poi io odio i dischi strumentali. Sono noiosi. E infatti l’album di John 5 è una pizza. Magari ci sono dei tentativi per non farmi pesare troppo il robusto sfoggio tecnico: trucchetti alla Rob Zombie, sapete… voci campionate, curiose parentesi psycho-country e un clip che omaggia Il pianeta delle scimmie, ma il risultato è inevitabile. Dopo un po’ ci si rompe i coglioni. E io sono un chitarrista, quindi pensate chi non gliene freghi nulla di misurarsi con le acrobazie digitali di qualcuno.
La cosa interessante è scoprire come John 5 sia capace di swippare e correre velocissimo sul manico. Ha fatto già dieci album solisti ma mi sono guardato bene dal sentirli. Io lo conosco per i robusti contributi che ha dato alle carriere di Marilyn Manson e Rob Zombie, onestamente. E ho sempre ammirato il compositore, riconoscendone la personalità e lo stile di un valente chitarrista, ma oltre non ho voluto indagare.
In fondo l’album John 5 And The Creatures…
In fondo l’album John 5 And The Creatures non è proprio un disco da solo. Si tratta di un trio. Ad accompagnarlo infatti ci sono il bassista Ian Ross e il batterista Logan Miles Nix. Sono loro le “Creatures” del titolo e bisogna dire che hanno abbastanza spazio per farsi notare in un contesto che dovrebbe ruotare tutto attorno al “divo 5”.
Del resto John 5 sembra quasi scusarsi, sapete? L’album dura poco, la band non la tira troppo per le lunghe con le composizioni, cerca di variare generi il più possibile. Ci troverete il metal, il funk, l’industral, gli Eagles. Ci sopo persino dei ritornelli col vocoder, tanto per offrire appigli mentali a noi spettatori legati alla forma canzone. Vorrebbe essere una cosa ganza, insomma. Però come tutti gli album strumentali, la band finisce per girare in tondo e divertirsi più di chi ascolta.