Ci sono band che nel giro di pochi anni esprimono tutto il loro genio e poi si estinguono nel proprio stesso fuoco. Ce ne sono altre che bruciano alla grande per qualche anno e dopo rimangono un bivacco ben amministrato. E ce ne sono altre che non centranno proprio nulla con la “pirolalia” e rappresentano più il posto sicuro, magari in banca. I Lacrimas Profundere girano dal 1993.
Hanno all’attivo una quindicina di uscite ufficiali e nessuna che rappresenti un caposaldo per qualche sottogenere. Non ne hanno assolutamente bisogno per continuare a vivere perché sono tedeschi. Si sono sempre tirati dietro critiche e qualche blanda pacca sulle spalle ma come le SS a Ferragosto del 1945 tirano avanti per la loro strada.
Non possiedono uno stile riconoscibile e hanno sempre vissuto di rendita grazie alle idee di altri. Eppure sono in mezzo a noi. Fanno un disco che passa quasi inosservato nelle classifiche dei siti torrent e raccolgono la consueta questua di sei e mezzo nelle webzines. Ma continuano a esistere. Sicuri che il loro posto da bancari non glielo leva nessuno fino alla pensione.
Forse dovremmo addentrarci nel piccolo mondo di appassionati che fedelmente vanno ai loro concerti e acquistano i nuovi dischi, cercando di capire la grandezza dei Profundere, dagli sguardi e gli sfoghi di chi li ama. La longevità in un ambiente come il music business metallaro è alla portata di tutti. Oggi, ma dal 1995 al 2005 bisognava vendere per tirare avanti. Loro evidentemente ci riuscivano. Qualcuno dirà grazie all’imitazione della musica che allora vendeva, ma quante centinaia di imitazioni dei Paradise Lost sono nate e morte tra Draconian Times e One Second?
Il nuovo disco dei Lacrimas Profundere
I Lacrimas Profundere devono essere stati capaci di intercettare una dimensione intermedia, una intercapedine di pubblico in attesa di una fusione tra le ricette di Tiamat e Moonspell, di Him e My Dying Bride. Adagiandosi in quella fessura libera di mercato, la band ha resistito per tutto questo tempo.
Il nuovo album Bleeding The Stars non fa eccezione a questo discorso. Si tratta di un lavoro ben prodotto, gradevole nella scrittura, specie per chi ha nostalgia di certe sonorità e melodismi anni 90, perfetto nel lasciare il tempo che trova.
Parte come sempre bene, con un paio di pezzi orecchiabili, tra cui l’opener I Knew and Will Forever Know ma poi si adagia in una routine di gothic metal e radiofonia puttanesca, stiracchiata e prevedibile. Non sarete diversi dopo averlo sentito, ecco. Non cambierete idea sul Gothic Metal o sui Lacrimas Profundere stessi. Ma state certi che nessuno gli toglierà la sedia da sotto il sedere. Tra due o tre anni usciranno con un altro album e sarà come deve essere. Qualcuno là fuori ne avrà bisogno come l’ossigeno e ringrazierà Satana per i Lacrimas Profundere. Dura da credere ma sono sicuro che è così.