La sequestrata di Poitiers è un caso che nei primi anni del Novecento sconvolse l’Europa. Su You Tube se ne parla. Noi lo facciamo dopo aver letto il libro che l’autore André Gide scrisse e pubblicò nel 1930. Poco più di dieci anni dopo la scoperta di Blanche Monnier.Vi starete chiedendo cosa sia mai accaduto di così sconvolgente alla povera Blanche. Presto detto: una mattina di maggio, nell’anno 1901, il procuratore della Repubblica ricevette una lettera anonima. Si parlava di una situazione davvero incresciosa. Una “vecchia-ragazza” era tenuta bloccata in una delle dimore più rispettabili di Franca, la casa di Madame Monnier. All’esterno della stanza in cui questa donna viveva, gli scuri erano tenuti chiusi con un lucchetto e nessuno li apriva mai. E dietro di essi la poverina languiva su un letto, senza mai vedere luce o prendere aria.
Le autorità entrarono nella casa della signora Monnier, una donna austera, dal carattere molto autorevole, rispettata da tutti ma amata da nessuno. Scoprirono in una stanza (quella con gli scuri tappati) una donna sprofondata in un letto di vermi ed escrementi. La puzza era insopportabile e alcuni dei gendarmi si sentirono male. Il corpo disteso sul letto era pelle e ossa. In testa e lungo un lato del viso, una lunga poltiglia di capelli e residui organici le copriva in parte l’espressione spiritata.
La sequestrata di Poitiers – La verità sul caso
La donna, malnutrita e sconvolta era la figlia della signora Monnier, Blanche (foto sopra). Da anni viveva in quel degrado, con lo stesso materasso marcito sotto le membra e una coperta incrostata a coprirle la testa, tra scarafaggi e mobili vuoti intorno.
Cosa le era successo? Perché sua madre e il fratello, due delle persone più ammirate della città, le avevano inflitto una simile condanna? C’era stato di mezzo un uomo, si disse. Blanche era una ribelle e aveva avviato una relazione con un tipo molto più grande di lei. La madre non voleva e così… Pare che lei fosse in gravidanza. La famiglia per la vergogna deve averla resa prigioniera, magari obbligandola ad abortire.
Le ipotesi furono anche più fantasiose. Si parlò di violenze sadiche, torture e umiliazioni perenni da parte di una madre divenuta carceriera di una figlia e un fratello indifferente e ipocrita a far da secondino dell’intollerabile vicenda.
La verità è ovviamente più incredibile ancora.
André Gide nel suo libro La sequestrata di Poitiers (Adelphi) pur cambiando i nomi ai protagonisti della vicenda, la racconta con grande misura e precisione, in stile giornalistico. Si tratta di una storia imprescindibile che meritava una grande penna che la offrisse ai posteri.
L’autore smussa i fatti, li pulisce e leviga dalle inesattezze e le esagerazioni con cui il pettegolame popolare e gli scoop giornalistici del tempo li farcirono. Ne esce una vicenda comunque difficile da accettare, dolorosissima e per certi versi assai inquietante.
Quello che è più difficile da mandar giù è l’epilogo, in ogni caso, perché la signora Monnier e suo figlio, perseguiti e processati per la triste vicenda di Blanche, furono assolti. Gidé elenca i motivi di una cosa tanto assurda. Eppure le apparenze ingannano e dobbiamo tener conto di come l’ignoranza e i pregiudizi di un’epoca, supportati da una legge superficiale e impreparata, abbiano permesso tante volte l’assoluzione dei responsabili di immonde atrocità.
Blanche Monnier ricevette cure e grande attenzione dai dottori dopo il suo ricovero. Mostrò notevoli miglioramenti in tempi brevi. Riguadagnò subito un buon appetito e aumentò di peso ma non manifestò gli stessi margini di cambiamento positivo sul piano mentale. Rimase confusa, chiusa in se stessa, mostrando un rancore profondo per i parenti e un inspiegabile amore e nostalgia per la sua “piccola grotta”, da cui era stata portata via a forza. La madre, cagionevole di salute, morì successivamente all’arresto. Blanche la seguì alcuni mesi dopo. Il fratello, dopo l’assoluzione, tornò alla propria vita di ipocrisie, oneri borghesi e vizietti rino-scatologici.