Insomma, questi Lord. Lord e basta, eh? Non metteteci altro. Come Lord Tim, che è il nome del loro frontman e leader indiscusso. Del resto con quel nome… Ma parliamo di musica. Vengono dall’Australia e fanno un power bello nerboruto, stile Helloween di Better Than Raw, per intenderci, con qualche oscillazione verso il class metal dei Dokken, le ascese melodiche degli Europe, il glam-groove degli ultimi Skid Row di Sebastian Bach.Devo ammettere che dopo il singolo di lancio United, mi aspettavo davvero qualcosa di grasso e con due palle dure e bestiali, invece sono rimasto leggermente deluso da una media compositiva abbastanza tradizionale e prevedibile. Il cantato di Lord Tim a momenti ricorda le varie ugole di scuola halfordiana. Se poi sotto le sue urla, il chitarrista Mark Furtner ci mette dei riff che sono le controfigure di quelli usati dai Judas ai tempi di Painkiller, vi saluto. In ogni caso già mi vedo i metallaroni convinti, birra, panza e cornine, che fanno di sì e ancora sì appena sentono cose tipo Nod To Old School. Beati loro.
Però i Lord
Però i Lord sono più di questo, basta sentire che razza di ritornello lucente come ‘na spada de foco tirano fuori nel ritornello di uno dei brani più cupi, Chaos Raining. Merda, gente. Ho le mutande da cambiare, vi giuro. Provate a sentire, cliccate qui e skippate al minuto 2.
Per il resto c’è una discreta ballad, anche se un po’ risentita (Counting Down The Hour) e una gita fuori porta, piuttosto inaspettata nella selva oscura del metal estremo (The Edge Of The World). Qui Tim Lord bercia come un deathster olandese di sessant’anni e poi ci sbatte fuori a cunetta con un sodo ritornello alla Riot.
Insomma, direi che meritano un ascolto, specie se avete una catasta di legna da sistemare.