metal skunk

Metal Skunk e le coccole metallare che ci ingrossano il culo!

Sembro un fustigatore ma non lo sono. Credo che sia necessario condurre il metallaro nel mezzo, la zona grigia. E il concetto merita un ulteriore approfondimento. Vedere tutto bianco e nero è da bambini. Finché il metal avrà un pubblico infantile sarà infantile come genere musicale. Quello che detesto in blog come Metal Skunk, ma anche in certe webzine come Metalitalia et simili è questa incapacità di fare un lavoro critico ed educativo sul proprio pubblico.

Metal Skunk fa ridere. Non nel senso che fa cagare. Intendo che è divertente. Si tratta di un sito che offre una birra e tante pacche sulle spalle ai metallari: vende al metallaro la sua stessa panza. E la gente legge, sorride delle battute e i paradossi di Metal Skunk e se ne va felice. Si sente ironico il metallaro che legge quel blog, una bella persona, in pace con se stesso. Questo perché Metal Skunk lo coccola, lo rassicura. Sei bello così, grasso, con la birra in mano e Satana sul cuore. La droga fa bene, viva i Black Metal e viva il metallo.

Un paio di palle. Non sei così bello, caro metallaro, specie quando sotto al palco urli alla bassista “ah bbbona, famme na pompa!” Oppure quando ubriaco fradicio ti butti nella calca e spacchi i denti a un tuo fratello di cuoio.

Scusate, qui per il SEO ci va un sottotitolo con la parola chiave e la parola chiave è Metal Skunk

metallaroMetalitalia (o il suo equivalente cartaceo Rock Hard) invece non esprimono giudizi. La webzine, a testa bassa e offre al metallaro una rassegna stampa ancora fumante, traducendo news da siti stranieri, per lo più o girando le veline che gli mandano per posta le etichette, e recensendo con un’attitudine da api operaie tutto quello che si può e soprattutto si dovrebbe. Fin qui tutto bene, non dico che sia sbagliato. La cosa che mi deprime è che anche lì il pubblico legge e rimane tale e quale a prima. Metalitalia non dice mai la sua su nulla. Forse per paura di scontentare qualcuno. Se capita una cosa che finisce per tirare in ballo il mondo metallaro e metterlo in discussione, sarebbe giusto che la webzine più seguita d’Italia desse uno spunto, uno stimolo alla riflessione, prendesse una posizione. E invece nisba. Testa bassa, recensioni, recensioni, recensioni e news. Nessuno più del metallaro detesta cambiare e tanto meno essere cambiato. Ma Signorelli negli anni 90 ha dimostrato il contrario. Oggi nessuno fa più quel lavoro lì e la gente vaga da una webzine all’altra scornandosi sotto un disco che gli o non gli è piaciuto.

Anche i gruppi coccolano il metallaro. Se prendete la scaletta a caso di una band storica, magari di quelle che negli anni 90 sbatterono in faccia al pubblico arrangiamenti elettronici e chitarre sintetizzatissime, ora trovate inni anthemici che urlano metal fino alla morte, istigano ad alzare le cornine o la birra e berciare viva Satana! Ma è chiaro che questi veterani offrono al pubblico quello che vuole, e che si fotta.

Il metallaro e ciò che ama

metal skunkIl metallaro ama che la propria musica resti come è sempre stata. Detesta le mode, anche se lui stesso è stato parte di una moda. Io credo che sia un dovere per chi ascolta metal mettersi in discussione prima ancora di farlo con la musica che ascolta. Capisco che molti non hanno proprio gli strumenti ma possono iniziare a procurarseli, se vogliono. Insieme a noi. Non siamo qui a dire che abbiamo le soluzioni, però le cerchiamo.  E vorremmo che più gente possibile ci aiutasse a farlo.

La musica cambia se cambia chi la ascolta e la ama. Davvero state bene così? Siete felici che i Blind Guardian siano pronti, finalmente a sfornare sulle vostre teste il loro obesissimo disco con l’orchestra? Andavano fermati, cazzo! Molti anni fa. Io vedo quella band come una ragazza lasciata in balia delle proprie compulsioni alimentari/orchestrali. Si stanno praticamente annientando sotto coltri di cori e violini. Possibile che ci vada bene così?

Siamo contenti che a breve uscirà il nuovo album degli Iron Maiden con un brano di 45 minuti lungo tutto un lato del disco? Vogliamo un altro disco dei Black Sabbath, anche se sarà penoso? Auspichiamo una reunion dei Pantera, anche se i Pantera sono praticamente morti? Beh, in fondo siamo andati a vedere i Death senza Chuck e diamo ancora retta ai Mayhem. L’unica cosa a cui stiamo mostrando una certa resistenza, a chiacchiere, è l’ologramma di R.J. Dio, ma solo perché c’è di mezzo la tecnologia digitale. Cosa che noi metallari odiamo, anche se è esattamente questa che permette alla nostra musica di continuare a proliferare. Se non ci fossero le moderne tecnologie, spalmate sui vinili alla faccia di ogni analogicità e logica, nessuno farebbe più dischi, costerebbero troppo rispetto ai guadagni nulli che non ci sono, nonostante le chiacchiere che si leggono in giro. I fatti sono questi: a parole i metallari sono tutti per il supporto fisico, poi il nuovo disco di una band affermata vende mille copie. E magari un tempo ne vendeva milioni.

Scusate, altro sottotitolo, ma stavolta posso metterci quello che mi pare

metal skunkInsomma, gente. Non capiamo che non va bene crogiolarsi nella metallitudine? Vi direi di disertare i concerti ma già lo fate, lo faccio anche io, però solo perché mi e ci pesa il culo. A chiacchiere siamo tutti già sotto a ogni palco. Vi chiedo per favore di fermarvi un momento a riflettere e mettervi un cicinino in discussione. Siamo tra brave persone, abbiamo un’intelligenza. Ma questa intelligenza non è rappresentata da roba come i Twilight Force. Gli ultimi Hour Of Penance, elogiati e lappati da tutti anche se sono diventati l’involucro vuoto di se stessi. E gli Steel Panther piacciono più a chi il metal neanche lo bazzica. Tempo fa chiesi al Fuzz (quando ancora non ci siamo sfanculati definitivamente) perché non potessi scrivere un pezzo speciale sugli Steel Panther e magari sul metal demenziale dei S.O.D., Gwar, Tenacious D, Spinal Tap. Lui mi ha risposto che temeva la reazione dei lettori. Gli avrebbero fatto questa obiezione: “ma invece di dedicare spazio a questi buffoni, non era meglio occuparsi di band serie e più importanti?”

Ovviamente in questo pensiero c’è Fuzz stesso. Quando parla del suo pubblico è un altro modo per dire ciò che lui pensa, ma se riflettete su che Pascoletti, l’uomo che negli anni 90 portò il pubblico di Metal Shock verso l’alternative senza fargli alcun male (e continuò questa operazione miracolosa nei primi due anni di Psycho!), pensate che la stessa persona oggi si abbarbica in un classicismo che non sbircia fuori dal 1991 senza avere le vertigini, la dice lunga su quanto la parte critica ed educativa che dovremmo avere al servizio noi metallari, ovvero la stampa cartacea e digitale, sia ingessata peggio ancora delle band truiste sui palchi.

Noi metallari siamo pezzi di miele che scendono giù

metallariNoi metallari siamo meglio di quello che pensano i Sonata Arctica. Abbiamo dato asilo e protetto gente scaricata dal Grande Rock o mai accettata, come Lemmy o Dio, Alice Cooper e persino i Jethro Tull. Questi personaggi erano rockstar prima che nascesse il metal. E se non ci fosse stata questa solida isola si sarebbero persi alla deriva delle mode.

Siamo riusciti a capire gente come i Tool e i Type O Negative, i Rush e gli Anathema.  E sapete perché? Non per la nostra peccaminosa concessione alle mode di tanto in tanto. Questi gruppi non sono mai stati moderecci. Li abbiamo capiti e amati perché sappiamo riconoscere la sincerità dietro un sound, dietro una canzone.

Sentiamo e difendiamo la purezza e la cerchiamo dove spesso è maggiormente, negli estremi. Sappiamo amare e abbiamo una grande anima, un cuore grosso così, ma abbiamo anche un culo sempre più grasso e una paura terribile di lasciarci alle spalle il bianco e nero del black metal. Il bianco della purezza truista e il nero dello pseudo-demonismo sono trappole. Non basta ghignare davanti a un meme di Abbath per sentirsi fuori da tutto questo ridicolo intruglio che siamo diventati Ricominciamo a pretendere qualcosa di più da noi stessi e il metal cambierà in meglio.