Oggi mi stavo godendo la mia grassa motocicletta su tornanti vergognosamente pericolosi quando mi è saltato in mente un disco che Padrecavallo mi ha dato ad Agosto e che io avevo messo da parte per recensirlo con calma, come meritano i gruppi che mi regalarono buone vibrazioni in passato. Beh, i Destruction si ritagliarono un discreto angolino nella mia hit parade personale di giovine (un tempo) thrasher e meritano certo la mia attenzione, nonostante da anni i loro prodotti non arrivino a entusiasmarmi come in passato.
Parcheggiata la belva cromata mi sono quindi dedicato a questo Born To Perish, quattordicesimo album in studio (più almeno tre album “Live” e diverse raccolte e riedizioni varie) dei teutonici, che con Sodom, Tankard, Kreator rappresentano la scena thrash tedesca a me più cara.
Dopo una serie di dischi deludenti, tanto da sembrare tutti copie sbiadite gli uni degli altri, le mie aspettative non erano delle migliori, lo ammetto, anche perché dopo il buon The Antichrist del 2001 il percorso dei Destruction ormai era giunto a un vicolo cieco. La curiosità di sentire la nuova line-up al lavoro in sala d’incisione era tanta ma il timore di un’ennesima delusione, di un disco “appena sufficiente” per capirci, mi davano una certa apprensione nell’indossare le cuffie davanti alla mediocre grafica di copertina rappresentante un grosso avvoltoio bicefalo con contorno di ossa, sangue e bossoli di proiettile a mucchi (quanta delicatezza, mi piaaaace!!!).
Cose da dire su Born To Perish dei Destruction
Partiamo parlando del nuovo chitarrista, lo svizzero di origini bosniache Damir Eskic. Ecco, lui ci dà dentro come un forsennato e con il suo apporto rende il tutto parecchio più piacevole ed elettrizzante del consueto. Il suo modo di costruire sui riff di Mike Sifringer delle armonie di sano metallo (ascoltatevi Inspired By Death per godere appieno del mix di potenza e classe del nuovo Destruction-sound) e la batteria di Randy Black, ex- Primal Fear e Annihilator tra le altre cose, riescono a dare nuova linfa alla cara vecchia formula così usata e abusata in tempi recenti.
Questo Born To Perish non è un album perfetto, non fraintendetemi, ma certamente è un bel disco di thrash metal che, se da un lato ci propone pezzi più tipicamente legati al passato (Betrayal, Rotten, la stessa Born To Perish) dall’altro mette in evidenza la forte ricerca di suoni moderni e competitivi e arriva anche ad osare con pezzi come il complesso Butchered For Life, spaziando in aperture musicali interessantissime ed innovative.
Una delle canzoni che preferisco dell’album è Tyrants Of The Netherworld, nella quale tutto sembra dosato e misurato alla perfezione per dare un equilibrio strutturale perfetto al brano, rendendo l’ascolto un’esperienza in grado di catapultare chi ascolta in un massacro sonoro notevole.
I Destruction con la nuova line up escono quindi, a mio modesto avviso, assolutamente promossi con questo nuovo disco. Born to Perish potrebbe rappresentare un ottimo esempio della strada da intraprendere per un glorioso futuro della band tedesca.